Il Giappone è considerato per antonomasia, il paese delle tecnologie e delle avanguardie ed ho potuto tastare con mano, ma anche con vista, udito e gusto, la veridicità di questa affermazione.
Nonostante le colossali infrastrutture, un numero infinito di ponti che sorvolano sulle città e le miriadi di luci che abbagliano le strade nipponiche, ciò che mi ha colpita di più, sono state l’attenzione, l’organizzazione e l’efficienza del servizio offerto ai disabili nelle metropolitane.
Ogni fermata prevede ascensori accessibili e sempre funzionanti, nei quali vi è un assistente dei trasporti che aiuta il portatore di handicap, qualunque sia la sua disabilità, a compiere il tragitto desiderato.
L’accompagnatore della metropolitana, successivamente, si munisce di pedana mobile e comunica all’autista, tramite walkie talkie, la presenza dell’invalido, così da permettere la salita di quest’ultimo sul mezzo, senza fretta e pericolo.
Una volta sulla metro, l’assistente si congeda, comunicando al collega che si trova alla fermata di destinazione dell’assistito l’arrivo del disabile.
Approdato alla meta, l’invalido, viene raggiunto dall’altro operatore, che ha il compito di accompagnarlo all’uscita della metropolitana.
Sembra un servizio scontato e così dovrebbe essere, ma molti paesi, anche occidentali, sono ancora molto arretrati per quanto riguarda il diritto di circolare liberamente di ogni individuo, qualunque sia il suo stato di abilità, senza barrire architettoniche d’intralcio.
Ogni paese dovrebbe imparare ciò, ma soprattutto munirsi di sensibilità nei confronti anche di questo diritto quotidiano e indispensabile.
– articolo a cura di Lavinia Fontana