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La convivenza tra l’essere umano e gli animali selvatici

Quando ero piccola, andavo a trovare i miei genitori nel lettone la domenica mattina, e capitava che io e mio papà giocassimo “agli orsi”, più o meno in letargo, per mio padre, immagino… Io abbracciavo la sua schiena, di fianco, e cominciavo ad emettere i mugolii dell’orsetto, ai quali lui rispondeva con quelli più profondi di Papà Orso; immagino che, dopo un po’ di quella cantilena, anche mia madre, Mamma Orsa, si risvegliasse dal letargo… A proposito di lei, mi ricordo che una volta – avrò avuto due o tre anni – mi regalò un orsacchiotto morbido e peloso, fatto “a guanto”, nel quale, cioè, si poteva infilare la mano per farlo muovere, di nome Bernie, che io abbracciai con entusiasmo: ce l’ho ancora, e dopo avergli fatto fare un bel giro in lavatrice, adesso ci gioco con la mia nipotina di sette mesi… In effetti, l’orsacchiotto è un tipico compagno di giochi dei bambini piccoli, forse perché la fisionomia di questo animale appare così morbida e “pacioccona”… Ma in realtà, in natura, al di là del suo aspetto tenero e goffo, l’Orso è molto altro, e, nonostante la sua dieta sia in genere prevalentemente onnivora (perlomeno negli habitat naturali del nostro paese), appartiene di fatto alla categoria dei grandi carnivori, ed è un animale dotato di grande forza e anche di ferocia, all’occorrenza, nonché di un’insospettabile agilità; l’essere umano non fa certo parte delle sue prede, e solitamente lo rifugge volentieri, tuttavia, se “messo alle strette”, se avverte cioè di non avere una via di fuga vicino a sé, o se magari si tratta di una femmina con i cuccioli, che senta di doverli proteggere, può diventare aggressivo e veramente pericoloso… Come, purtroppo, è avvenuto di recente, in Trentino, nei confronti di un giovane “runner”, cioè corridore, Andrea Papi, che era solito praticare il suo sport sui sentieri del monte Peller: l’orsa in questione, chiamata con la sigla JJ4 (come si usa in etologia), è stata responsabile della sua aggressione e uccisione. Non si sa bene se questa abbia visto arrivare il runner all’improvviso, perché probabilmente di corsa, e quindi si sia spaventata, o se avesse avuto con sé i suoi tre “cuccioloni”, ormai di due anni, in fase di fine svezzamento; ad ogni modo, questo è stato il primo attacco mortale provocato da un orso in Italia, si legge su Internet e sui giornali.

Il fatto è che JJ4 è una dei figli di Jurka e Joze (dalle iniziali dei loro nomi la sigla JJ che la identifica), due dei capostipiti del progetto “Life Ursus”, cioè il progetto, finanziato dall’Unione Europea, di reintroduzione dell’Orso Bruno sulle Alpi Centrali, dove infatti questo animale si stava estinguendo, in seguito a un lungo periodo di persecuzione da parte dell’uomo: esso si è svolto tra il 1999 e il 2002, con la cattura in Slovenia di dieci esemplari e il loro rilascio in Trentino, nel Parco dell’Adamello Brenta. E pare che qui quei plantigradi si siano trovati così a loro agio da riprodursi fino a raggiungere il considerevole numero di circa un centinaio, cucciolate escluse; in questo modo però la situazione è “sfuggita di mano”, poiché inizialmente era stato previsto che la loro popolazione si sarebbe distribuita in un’area più vasta del solo Trentino, dove invece si è concentrata. Il risultato è quindi che ora ci sono troppi orsi in un’area fortemente “antropizzata”, e dunque gli incontri ravvicinati tra le due specie – gli orsi e gli umani – sono diventati molto più frequenti… Tra l’altro, non è stata data sufficiente importanza all’educazione “culturale” delle persone, abitanti e turisti, in materia di rapporto con gli animali selvatici: l’orso, si diceva, è un animale tendenzialmente schivo nei confronti dell’uomo, e in genere cerca di evitarlo; ma se, ad esempio, vengono lasciati in giro avanzi di cibo, o se i rifiuti non sono ben gestiti, oppure se gli viene offerto da mangiare “a buon mercato”, magari per scattargli una fotografia, col tempo può diventare più confidente e avvicinarsi ai paesi; se poi si va a spasso con i cani, per di più non tenuti al guinzaglio, nelle “sue” zone, e questi magari gli si lanciano contro abbaiando, oppure si percorrono troppo silenziosamente le stesse, tanto da sorprenderlo “impreparato” al nostro arrivo… beh, con tali comportamenti parrebbe proprio che noi umani siamo andati “a cercarcela”, la situazione potenzialmente pericolosa… Certo, se un orso impara ad aggredire o addirittura ad uccidere l’uomo, come nel caso del povero giovane corridore, diventa un esemplare “problematico”, e in questi casi la legge può stabilirne anche l’abbattimento, ma questa dovrebbe essere davvero l’ultima “soluzione”… Tante cose andrebbero riviste e “messe a posto”, compreso il monitoraggio dei plantigradi e dei loro spostamenti, in particolare delle femmine con i cuccioli.

Un esempio più positivo di convivenza con questo animale ci viene dal PNALM, cioè il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, sugli Appennini: qui gli abitanti sono di meno, e anche l’afflusso turistico è inferiore; inoltre, la specie di Orso Bruno che vi abita è “endemica”, vive cioè solo lì, ed è in realtà una sottospecie dell’Orso Bruno Euroasiatico (quello che invece popola il Trentino): si tratta dell’Orso Bruno Marsicano, che è più piccolo di dimensioni e anche meno aggressivo, e conta una popolazione nettamente inferiore, appena cinquanta individui. Inoltre, è proprio diversa la sua “gestione” da parte della gente: ad esempio, i pastori sono consapevoli che ogni anno verrà predata qualche pecora dall’orso, ma che di questo saranno risarciti, mentre per i turisti sono previste regole ben precise, come non uscire dai sentieri tracciati e divieto di portarsi al seguito cani, o entrare con cavalli, muli o asini, o anche mezzi meccanici come mountain-bikes, nonché norme di comportamento da tenere in caso d’incontro: fermarsi, non urlare, non scappare di corsa ma indietreggiare lentamente per lasciare all’ animale una via di fuga… Tuttavia anche in Abruzzo si è poi verificato di recente un “fattaccio” legato alla presenza del plantigrado: un’orsa chiamata Amarena, per via della sua passione per questi frutti, e madre particolarmente prolifica diventata un simbolo del Parco, è stata uccisa con una fucilata nel paese di S. Benedetto dei Marsi, in provincia dell’Aquila, da un uomo che se l’è vista entrare nella sua proprietà, vicino al pollaio: l’uomo ha raccontato di aver agito d’istinto, per paura. In realtà Amarena non si era mai dimostrata aggressiva, ma era diventata così confidente, si era cioè così abituata alla presenza umana, da arrischiarsi a compiere diverse “escursioni” nella zona, spesso seguita dai suoi cuccioli…

“Un esempio più positivo di convivenza con questo animale ci viene dal PNALM, ovvero il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, sugli Appennini: qui gli abitanti sono meno numerosi e anche l’afflusso turistico è inferiore. La specie di Orso Bruno che vi abita è ‘endemica’, ossia vive solo in quella zona, ed è in realtà una sottospecie dell’Orso Bruno Euroasiatico (a differenza di quello che popola il Trentino): si tratta dell’Orso Bruno Marsicano, che è più piccolo nelle dimensioni e anche meno aggressivo, e conta una popolazione nettamente inferiore, di circa cinquanta individui. La ‘gestione’ di questa specie da parte della popolazione locale è piuttosto diversa: ad esempio, i pastori sono consapevoli che ogni anno qualche pecora verrà predatta dall’orso, ma verranno risarciti per le perdite. Ai turisti, invece, sono imposte regole precise: è vietato uscire dai sentieri tracciati, portare cani, entrare con cavalli, muli o asini, o utilizzare mezzi meccanici come mountain-bike. Sono inoltre previste norme di comportamento in caso d’incontro con un orso: fermarsi, non urlare, non scappare di corsa ma indietreggiare lentamente per lasciare all’animale una via di fuga. Tuttavia, anche in Abruzzo si è verificato di recente un incidente grave legato alla presenza dell’orso: un’orsa chiamata Amarena, nota per la sua predilezione per questi frutti e madre particolarmente prolifica, simbolo del Parco, è stata uccisa con un colpo di fucile nel paese di S. Benedetto dei Marsi, in provincia dell’Aquila, da un uomo che l’ha sorpresa nella sua proprietà, vicino al pollaio. L’uomo ha dichiarato di aver agito d’istinto, per paura. Amarena, che non si era mai dimostrata aggressiva, era diventata così confidente, ovvero abituata alla presenza umana, da compiere diverse ‘escursioni’ nella zona, spesso seguita dai suoi cuccioli. Per lei, purtroppo, è finita male. D’altra parte, l’orsa JJ4, dopo essere stata ritenuta ‘esemplare problematico’ a seguito di una complicata battaglia legale, è stata catturata e trasferita al centro faunistico del Casteller di Trento. Attualmente la LAV, Lega Anti-Vivisezione, sta insistendo per il suo trasferimento in un ‘santuario’, ovvero un rifugio per orsi in Romania, dove potrebbe vivere in spazi e condizioni migliori. In conclusione, l’orso si comporta naturalmente come tale, e visto che il suo ripopolamento in Italia è stato fortemente voluto per salvaguardare un’importante biodiversità che stava scomparendo, dovremmo essere noi esseri umani, in un certo senso, ad ‘adattarci’ a lui in modo responsabile, rispettando anche la sua ‘privacy’. Lo stesso discorso vale per il lupo, sebbene in un contesto diverso. In fondo, gli animali sono nostri ‘compagni di viaggio’ nella vita su questo pianeta, un mondo così complesso che rischierebbe di diventare molto più triste se fosse privato dei suoi aspetti più ‘selvaggi’ e misteriosi, elementi affascinanti che arricchiscono anche le nostre storie e miti.”

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Vittoria Montemezzo  

Sono nata nel 1977, ho un diploma di liceo linguistico, mi piacciono i bambini, la natura, la storia e le culture antiche…e l’essere umano in generale. Dal 2015 sono insieme ad un compagno disabile in sedia a rotelle.

La vita è un mistero e nonostante tutti i nostri progressi scientifici, tecnici e filosofici non riusciremo mai a capirne completamente il significato. Questo dovrebbe in qualche modo renderci felici perché trasforma la vita in un gioco che avrà sempre continue e nuove scoperte e non finirà mai di stupirci.

Attenzione però all’arroganza del genere umano che vuole essere in controllo di tutto e ha la presunzione di conoscere tutto e di non dipendere da nessuno. Questa è la presunzione che ha ingenerato nelle religioni monoteistiche moderne (ma l’idea era presente anche prima in molte altre religioni in diverse parti del mondo) il “peccato originale” il disubbidire a Dio, il non stare al nostro posto, il volere essere più grandi di quello che siamo, allo stesso livello del Creatore. 

Ma è lo stesso peccato dei materialisti, dei consumisti, degli atei o degli agnostici che mettono al centro del mondo e dell’universo l’uomo, dimenticando tutto quello che ci sta intorno, facendosi grandi mentre siamo piccoli, volendo controllare e modellare al proprio servizio quell’entità immensa e onnipresente che è Madre Natura.

Sono entrambi comportamenti che prolungati nel tempo porteranno alla distruzione della nostra stirpe, o per mano divina o per mano della natura che non ci “sopporterà” più.

Fondamentalmente l’essere umano non sa stare al suo posto, quel posto che Dio/la Natura gli hanno assegnato, un posto privilegiato, di vantaggio, di controllo, ma che se manca di coscienza, di modestia e di rispetto ci poterà all’autodistruzione.

E’ questo che vogliamo per noi ma soprattutto per i nostri figli? Con quali occhi ci guarderanno quando si renderanno conto di come gli abbiamo lasciato il globo, di come non abbiamo fatto niente per conservarlo almeno un po’. Conosco persone che hanno smesso di fumare perché non avrebbero sopportato lo sguardo di rimprovero dei figli allorchè si fossero ammalati di cancro. Noi però ci stiamo “fumando il mondo”, lo stiamo proprio mandando in fumo!

E allora torniamo a giocare questa “partita” che è la vita rispettando le sue regole, scegliendo giochi dove non ci sia “l’asso pigliatutto” che laddove arriva fa piazza pulita e rimane il deserto ma competizioni dove ci sia posto per tutti secondo il principio decoubertiano di partecipazione dove la vittoria è piacevole ma non essenziale.

Claudio Fontana

Presidente Concrete Onlus

Dal 27 dicembre 2019 al 3 gennaio 2020

8 giorni, 7 notti

Le Azzorre sono un arcipelago portoghese situato nell’Oceano Atlantico settentrionale. Sono isole di origine vulcanica coperte da una vegetazione lussureggiante che ben si adattano a quanti amano vacanze all’insegna del relax. Inoltre, il clima estremamente mite durante tutto l’anno le rende una meta ideale anche durante l’inverno e noi ne approfitteremo per festeggiare un capodanno dal gusto esotico. Ci concentreremo su una delle isole più grandi, São Miguel, con i suoi panorami spettacolari su coste alte ed un entroterra sparso di laghi bucolici di natura vulcanica.

PROGRAMMA

27 DICEMBRE: Partenza in mattinata da Orio al Serio con arrivo sull’isola di São Miguel verso l’ora di pranzo. Dopo esserci sistemati in albergo potremo fare un primo giro per la cittadina di Ponta Delgada e poi cenare in un ristorante tipico.

28 DICEMBRE: Abbiamo tante cose da vedere sull’isola: partendo ogni giorno dalla nostra base a Ponta Delgada, cercheremo di vederne il più possibile. Oggi potremmo cominciare proprio visitando la città che ci ospita: Ponta Delgada ed i suoi dintorni.

29 DICEMBRE: Oggi potremmo visitare la parte ovest dell’isola, con i suoi pittoreschi grandi laghi di origine vulcanica: Lagoa Azul, Lagoa Verde e Lagoa de Santiago.

30 DICEMBRE: Oggi potremmo visitare la parte nord dell’isola: Calhetas, Ribeira Grande, Lagoa do Fogo.

31 DICEMBRE: Oggi potremmo visitare il nord-est dell’isola: la cittadina di Maia con le sue piantagioni di tabacco ed il museo ad esso dedicato. La sera rientreremo a Ponta Delgada per festeggiare il capodanno in un locale tipico.

1 GENNAIO: La parte sud dell’Isola: la cittadina di Furnas, la vicina caldera e la cittadina di Villafranca do Campo.

2 GENNAIO: Una giornata all’insegna del relax: potremo dedicarci alla visita di località che non siamo riusciti a vedere nei giorni precedenti, oppure fare dello shopping e rilassarci in albergo.

3 GENNAIO: Giornata del rientro: partenza dall’aeroporto di Ponta Delgada in mattinata, con rientro in Italia in serata.

TARIFFE

2 COPPIE3 COPPIE4 COPPIE
€ 3200,00 per coppia€ 2900,00 per coppia€ 2300,00 per coppia

PRENOTA ORA!

e-mail: info@concreteonlus.org
telefono:  +39 0239197896 – Lun-Ven H 09:00-13:00

I nostri sono sempre viaggi “personalizzati” cioè partono dall’esigenza di un individuo o di un gruppo di persone di recarsi in un luogo. Ci chiedono un’idea, un preventivo e delle soluzioni; noi le prepariamo, pubblicizziamo l’idea, aggreghiamo il gruppo e alla fine entriamo nei dettagli e rendiamo operativo il viaggio. I viaggi sono fatti per persone con disabilità e sono sempre pensati “a coppie”, cioè un disabile ed un accompagnatore. Se la persona disabile non ha l’accompagnatore noi lo troviamo – normalmente – a titolo gratuito. La persona disabile ha a suo carico la quota che è sempre calcolata per coppia. Questo non vuol dire che non si possano aggiungere persone senza disabilità, singole o a coppie.

I viaggi Concrete comprendono TUTTO!

Assistenza 24/24 H; trasporti, da veicoli accessibili e confortevoli a tratte aeree ed in nave; sistemazione in hotel; pasti a “la carte”.

“Che aspettate allora? Preparatevi a partire verso una vacanza unica!”

Nota: I VIAGGI CONCRETE non comprendono ingressi a musei ed altre location, il visto d’ingresso nei paesi interessati – laddove necessario – e non comprende l’assicurazione per gli infortuni e per il rientro che è obbligatorio fare prima della partenza.



Dal 18 al 24 ottobre 2019

7 giorni, 6 notti

Le Azzorre sono un arcipelago portoghese situato nell’Oceano Atlantico settentrionale. Sono isole di origine vulcanica coperte da una vegetazione lussureggiante che ben si adattano a quanti amano vacanze all’insegna del relax. Noi visiteremo una delle isole più grandi, São Miguel, con i suoi panorami spettacolari su coste alte ed un’entroterra sparso di laghi bucolici di natura vulcanica. 

PROGRAMMA

18 OTTOBRE: Partenza in mattinata da Orio al Serio con arrivo sull’isola di São Miguel verso l’ora di pranzo. Dopo esserci sistemati in albergo potremo fare un primo giro per la cittadina di Ponta Delgada e poi cenare in un ristorante tipico.

19 OTTOBRE: Abbiamo tante cose da vedere sull’isola: partendo ogni giorno dalla nostra base a Ponta Delgada, cercheremo di vederne il più possibile. Oggi potremmo cominciare proprio visitando la città che ci ospita: Ponta Delgada ed i suoi dintorni.

20 OTTOBRE: Oggi potremmo visitare la parte ovest dell’isola, con i suoi pittoreschi grandi laghi di origine vulcanica: Lagoa Azul, Lagoa Verde e Lagoa de Santiago.

21 OTTOBRE: Oggi potremmo visitare la parte nord dell’isola: Calhetas, Ribeira Grande, Lagoa do Fogo.

22 OTTOBRE: Oggi potremmo visitare il nord-est dell’isola: la cittadina di Maia con le sue piantagioni di tabacco ed il museo ad esso dedicato.

23 OTTOBRE:  La parte sud dell’Isola: la cittadina di Furnas, la vicina caldera e la cittadina di Villafranca do Campo.

24 OTTOBRE: giornata del rientro,  partenza dall’aeroporto di Ponta Delgada in mattinata, con rientro in Italia in serata.

TARIFFE

2 COPPIE3 COPPIE4 COPPIE
€ 3000,00 per coppia€ 2700,00 per coppia€ 2500,00 per coppia

PRENOTA ORA!

e-mail: info@concreteonlus.org
telefono:  +39 0239197896 – Lun-Ven H 09:00-13:00

I nostri sono sempre viaggi “personalizzati” cioè partono dall’esigenza di un individuo o di un gruppo di persone di recarsi in un luogo. Ci chiedono un’idea, un preventivo e delle soluzioni; noi le prepariamo, pubblicizziamo l’idea, aggreghiamo il gruppo e alla fine entriamo nei dettagli e rendiamo operativo il viaggio. I viaggi sono fatti per persone con disabilità e sono sempre pensati “a coppie”, cioè un disabile ed un accompagnatore. Se la persona disabile non ha l’accompagnatore noi lo troviamo – normalmente – a titolo gratuito. La persona disabile ha a suo carico la quota che è sempre calcolata per coppia. Questo non vuol dire che non si possano aggiungere persone senza disabilità, singole o a coppie.

I viaggi Concrete comprendono TUTTO!

Assistenza 24/24 H; trasporti, da veicoli accessibili e confortevoli a tratte aeree ed in nave; sistemazione in hotel; pasti a “la carte”.

“Che aspettate allora? Preparatevi a partire verso una vacanza unica!”

Nota: I VIAGGI CONCRETE non comprendono ingressi a musei ed altre location, il visto d’ingresso nei paesi interessati – laddove necessario – e non comprende l’assicurazione per gli infortuni e per il rientro che è obbligatorio fare prima della partenza.

Dal 13 al 24 aprile 2019

12 giorni, 11 notti

Tutti in Brasile!
Pronti a lasciarvi trascinare dal ritmo?
Natura rigogliosa, spiagge idilliache ed una cultura vivace e multietnica ci attendono!

PROGRAMMA: 

13 APRILE: Partenza

Partenza da Roma alle 21:50 con volo diretto di Alitalia ed arrivo il giorno successivo a Rio de Janeiro.

14 APRILE: Arrivo a Rio de Janeiro

Arrivati a Rio de Janeiro alle ore 04:55. Potremo sistemarci in hotel. Avremo il resto della giornata a disposizione per risposarci o passeggiare per la città.

15-16-17 APRILE: Alla scoperta di Rio de Janeiro

Dopo la prima colazione partiamo per un’escursione di Rio de Janeiro. Iniziamo questo tour ricco di storia e bellezze naturali a Tjiuca, una grande foresta interna alla città, per poi salire al Cristo Redentore per una vista panoramica su Rio mozzafiato. Ci fermiamo per il pranzo. Continuiamo con una visita della parte storica con la salita al Pan de Azucar, per poi assistere ad un tramonto suggestivo sulle spiagge di Copacabana e Ipanema.

18-19 APRILE: Le splendide spiagge di Rio ed i suoi dintorni

Abbiamo la giornata a disposizione per ammirare le famose spiagge di Copcabana e Ipanema, oppure per passeggiare nei luoghi della città visitati il giorno prima. In serata un trasferimento al Rio Scenarium per la cena, uno dei ristoranti più prestigiosi di tutto il Sudamerica ambientato all’interno di un museo sulla colonizzazione portoghese. Durante la cena sarete allietati da musica dal vivo dei migliori gruppi Brasiliani.

20 APRILE: Serra dos Órgãos

A 68 km da Rio, troviamo, tra le foreste della Serra dos Órgãos, nella valle del fiume Quitandinha e del fiume Piabanha, Petropolis (910 mt. slm.), famosa per essere l’ex residenza estiva dell’Imperatore Pedro II. All’interno del palazzo Imperiale vi è il Museo dove sono custoditi oggetti, gioielli, mobili, abiti appartenuti dalla famiglia imperiale.

21 APRILE: Nova Friburgo

A 120 km troviamo la particolare cittadina di Nova Friburgo, dai quartieri in stile germanico venne fondata da emigranti svizzeri che vi giunsero nel 1818.Seppur molto distante da Rio (circa 240 km), la storica città di Parati merita una visita. Stupende le sue chiese: la Chiesa del Rosario (edificata dagli schiavi nel 1725), la Chiesa Santa Rita dos Pardon Libertos (1722) e la Capela de Nuestra das Dores (1787, la chiesa dell’élite bianca) e  la sua particolare atmosfera coloniale dovuta alle sue strade lastricate.
Per descrivere la bellezza delle sue coste frastagliate,  Amerigo Vespucci disse: “Oh Dio, se ci fosse un paradiso sulla terra non sarebbe molto lontano da qui!”.

22 APRILE:  Niterói

Nei dintorni di Rio de Janeiro, vi sono molti i luoghi di interesse torico e paesaggistico.Tra i tanti ricordiamo Niterói (20 km.): la “Cidade irmã”, città sorella. Già capitale dello Stato di Guanabara, situata sul lato sud della baia di fronte a Rio, è collegata alla capitale da un servizio traghetto/catamarano e da un ponte lungo 14 chilometri.
Famosa per le sue splendide spiagge  (Piratininga, Boa Viagem,e Sossego, in primis) e per le sue acque cristalline, qui si può visitare il Museo di Arte Contemporanea, progettato da Oscar Niemeyer, (l’architetto del celebre Sambodoromo) e diverse fortezze storiche.

23 APRILE: Mattinata libera a Rio de Janeiro e partenza per l’Italia

Dopo la colazione ci terremo questa mattinata libera per fare gli ultimi acquisti e per prepararci al volo che sarà alle 14:55.

24 APRILE: Rientro in Italia

Rientro in Italia con arrivo a Roma alle 06:55.

Il programma potrebbe avere delle variazioni e delle “inversioni” al suo interno, giustificate dalla necessità di concordare visite guidate con l’organizzazione dei luoghi che visiteremo.

TARIFFE

DUE COPPIETRE COPPIEQUATTRO COPPIE
€ 6.000,00 per coppia€ 5.600,00 per coppia€ 5.250,00 per coppia

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I nostri sono sempre viaggi “personalizzati” cioè partono dall’esigenza di un individuo o di un gruppo di persone di recarsi in un luogo. Ci chiedono un’idea, un preventivo e delle soluzioni; noi le prepariamo, pubblicizziamo l’idea, aggreghiamo il gruppo e alla fine entriamo nei dettagli e rendiamo operativo il viaggio. I viaggi sono fatti per persone con disabilità e sono sempre pensati “a coppie”, cioè un disabile ed un accompagnatore. Se la persona disabile non ha l’accompagnatore noi lo troviamo – normalmente – a titolo gratuito. La persona disabile ha a suo carico la quota che è sempre calcolata per coppia. Questo non vuol dire che non si possano aggiungere persone senza disabilità, singole o a coppie.

I viaggi Concrete comprendono TUTTO!

Assistenza 24/24 H; trasporti, da veicoli accessibili e confortevoli a tratte aeree ed in nave; sistemazione in hotel; pasti a “la carte”.

” Che aspettate allora? Preparatevi a partire verso una vacanza unica! “

Nota: I VIAGGI CONCRETE non comprendono ingressi a musei ed altre location, il visto d’ingresso nei paesi interessati – laddove necessario – e non comprende l’assicurazione per gli infortuni e per il rientro che è obbligatorio fare prima della partenza.