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L’Intelligenza Artificiale (IA) ha apportato significativi progressi nel migliorare la vita delle persone disabili, offrendo soluzioni innovative per facilitare le attività quotidiane.

Iniziative significative

Il 17 luglio scorso, l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, in collaborazione con il gigante tecnologico Amazon, ha lanciato un servizio attraverso l’assistente vocale Alexa che consente l’accesso a una lista di “Libri in voce”, progettata per assistere i disabili visivi. Questa iniziativa simbolizza il modo in cui la tecnologia può essere un alleato prezioso nel quotidiano, nell’educazione e nel tempo libero.

Gli strumenti della IA nella vita quotidiana

Oltre a promuovere l’accesso alla letteratura, la tecnologia assistiva ha potenziato vari aspetti della vita quotidiana. Per esempio, gli audiolibri hanno aperto nuovi orizzonti per i non vedenti, mentre i sottotitoli hanno facilitato l’esperienza cinematografica per i non udenti.

Gli assistenti virtuali, come Amazon Alexa, Google Assistant e Apple Siri, semplificano le routine quotidiane, rappresentando una risorsa indispensabile non solo per le persone con disabilità, ma per tutti.

Robotaxi: l’innovazione stradale e le sfide che presenta

Un altro settore in cui la IA sta facendo passi da gigante è il settore automobilistico. Dal 10 agosto, a San Francisco, alcune aziende hanno ricevuto l’autorizzazione ad introdurre “robotaxi”, taxi senza conducente, guidati dalla IA. Sebbene questa innovazione rappresenti una grande opportunità, ha sollevato anche preoccupazioni significative legate alla sicurezza stradale e all’accessibilità per le persone con disabilità, soprattutto in seguito alla registrazione di 600 incidenti.

Nonostante le sfide, esistono prospettive ottimistiche. Paul Mitchell, presidente dell’Indy Autonomous Challenge, prevede una crescita globale e una riduzione degli incidenti stradali causati da errori umani. Con il supporto di istituzioni come il Politecnico di Milano e l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, si spera di affrontare queste sfide e promuovere un futuro più sicuro e inclusivo.

Definizione di Intelligenza Artificiale

Per comprendere a fondo il potenziale di queste innovazioni, è utile definire cosa intendiamo con “Intelligenza Artificiale”. La IA si riferisce all’abilità di una macchina di emulare capacità umane come il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività.

Conclusione

In conclusione, è evidente che l’Intelligenza Artificiale ha già iniziato a migliorare significativamente la qualità della vita di molte persone, inclusi coloro che vivono con disabilità. Nonostante le sfide presenti, la strada verso un futuro più accessibile e inclusivo appare promettente.

Cristina Zangone

Sono nata a Milano e mi sono formata nel campo dell’informatica. Nonostante il mio attuale impegno nel mondo del lavoro, con due occupazioni, non ho mai smesso di studiare. La mia passione è viaggiare e scoprire nuovi luoghi, accompagnata spesso dalla musica che amo ascoltare. Nonostante le sfide della mia condizione, essendo una persona disabile e utilizzando una carrozzina, affronto la vita con determinazione e curiosità.

L’INPS, attraverso la circolare n°132 del 15 dicembre 2022, ha fornito aggiornamenti importanti riguardanti l’assegno unico universale per l’anno 2023.

Chi non deve presentare una nuova domanda

Non sarà necessario presentare una nuova domanda per l’assegno se:

Non cambia il numero di figli a carico

I figli non hanno raggiunto i 22 anni, età dalla quale vengono esclusi dal beneficio

Non c’è stata una variazione significativa dell’ISEE rispetto all’anno precedente

Novità per il 2023

Le novità in arrivo per il 2023 riguardano principalmente tre aspetti:

Aumento del 50% dell’importo per i nuclei familiari con almeno 4 figli, con un incremento forfettario di 150 euro per nucleo

Incremento del 50% per i nuclei con tre o più figli di età tra 1 e 3 anni, con un limite ISEE fissato a 40.000 euro

Aumento del 50% applicabile a tutte le fasce ISEE per i nuclei con figli fino a un anno di età

Requisiti per la domanda

Possono richiedere l’assegno le famiglie che non l’hanno mai ricevuto, quelle con figli disabili a carico senza limiti di età, e le madri in attesa dal settimo mese di gravidanza fino a quando il figlio non raggiunge i 21 anni.

Presentazione e regolarizzazione dell’ISEE

È fondamentale presentare l’ISEE; presentarlo senza il modulo corrispondente comporterà un ridimensionamento dell’importo spettante. L’assegno del 2022 sarà accreditato direttamente sul conto corrente del richiedente e del beneficiario INPS.

Per coloro che già percepiscono l’assegno e non hanno variazioni nel numero di figli a carico, sarà necessario presentare solo l’ISEE aggiornato entro il 30 giugno 2023.

Se ci sono stati cambiamenti nella composizione del nucleo familiare, sarà obbligatorio presentare l’ISEE aggiornato entro la fine di febbraio 2023.

Come regolarizzare situazioni di difformità o omissioni nell’ISEE

Se sono stati commessi errori nella presentazione dell’ISEE, è possibile richiedere una rettifica al CAF o rivolgersi all’INPS con tutti i documenti necessari per la regolarizzazione. È fondamentale fare attenzione a non omettere la presentazione della DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) prima dell’ISEE.

La data limite per la correzione delle difformità o delle omissioni è stata posticipata al 31 gennaio, una decisione presa anche a causa della chiusura dei CAF per le ferie.

Conclusioni

Per assicurarsi di ricevere l’importo corretto dell’assegno unico universale, è fondamentale che tutti i documenti presentati siano accurati e veritieri. Prestare attenzione ai termini e alle procedure può evitare riduzioni nell’importo dell’assegno o problemi con la ricezione dello stesso.

Cristina Zangone

Sono nata a Milano e mi sono formata nel campo dell’informatica. Nonostante il mio attuale impegno nel mondo del lavoro, con due occupazioni, non ho mai smesso di studiare. La mia passione è viaggiare e scoprire nuovi luoghi, accompagnata spesso dalla musica che amo ascoltare. Nonostante le sfide della mia condizione, essendo una persona disabile e utilizzando una carrozzina, affronto la vita con determinazione e curiosità.

Le premesse storiche -Parte 2

Torniamo un po’ indietro, a questo punto, proprio per cercare di comprendere meglio i motivi per i quali, in seguito, sia scoppiata la guerra tra questi due paesi dalle storie così intrecciate, e precisamente alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Conquistata la pace e sconfitto il Nazismo, il mondo si ritrovò diviso in due blocchi contrastanti: quello Occidentale, guidato dagli Stati Uniti d’America (USA) e quello Orientale, facente capo all’Unione Sovietica (URSS). Ciascuno dei due era portatore di un modello economico-sociale contrapposto a quello dell’altro, rispettivamente il Capitalismo dei paesi Occidentali democratici “contro” il Comunismo dei Paesi Orientali dipendenti dall’ URSS, ad economia pianificata.

Per diverso tempo, essi rimasero in una sorta di “equilibrio” tra di loro, ma carico di tensioni, che fortunatamente, però, non sfociarono mai in un vero conflitto su scala globale come era avvenuto in precedenza, anche perché le due super-potenze erano consapevoli di essere in grado di distruggere l’intero mondo conosciuto in un colpo solo, se avessero deciso di utilizzare gli arsenali nucleari sempre più micidiali di cui entrambe si stavano dotando dalla fine della Seconda Guerra Mondiale (dopo, purtroppo, il noto disastro “apocalittico” di Hiroshima e Nagasaki). Fu in questo clima che, nel 1961, venne innalzato il Muro di Berlino, tra la Germania dell’Ovest e quella dell’Est, a sottolineare questa contrapposizione internazionale nota con il nome di “Guerra Fredda”. A lungo andare, comunque, fu sempre più chiaro che l’economia totalitaria dell’URSS non riuscisse a reggere il confronto con quella dei paesi democratici Occidentali: nel 1989 il Muro di Berlino fu abbattuto, e nel 1991 l’Unione Sovietica cessò definitivamente di esistere. Ad una ad una le ex-repubbliche sovietiche si ribellarono e si resero indipendenti, compresa l’Ucraina.

Tuttavia, nonostante il 90 % della sua popolazione avesse votato per l’indipendenza, la situazione nel paese non era affatto semplice, e non lo è tutt’ora; essendo molto vasto, infatti, esso è suddiviso in regioni molto diverse fra loro, anche da un punto di vista culturale: in particolare, le regioni più a est, russofone, sono più “legate” alla Russia, mentre quelle più ad ovest sono più propense all’apertura all’Occidente. Queste ultime desidererebbero, dunque, che l’Ucraina entrasse nell’Unione Europea, nonché potesse aderire alla NATO, cioè l’alleanza militare intergovernativa per la difesa reciproca, sorta tra i paesi occidentali e quelli nord-americani (detta quindi del Nord Atlantico) vincitori della Seconda Guerra Mondiale. Ma il presidente russo attuale, Vladimir Putin, ancora profondamente legato ad una visione “imperialistica” del suo paese, ha sempre temuto proprio questo, di ritrovarsi “controllato” ai confini dall’Occidente, e in particolare dagli Stati Uniti. Da “sempre”, inoltre, egli ritiene l’Ucraina una parte integrante del proprio “impero”, probabilmente sia per le sue risorse economiche, agricole ed industriali, che per motivi “culturali”: nello specifico, egli ha sostenuto i movimenti separatisti e filo-russi delle provincie di Doneck e Luhansk, nella regione sud-orientale del Donbass, (ricche, tra l’altro, di carbone, metalli e “terre rare”), proclamandole indipendenti il 21 Febbraio del 2022. Similmente aveva proclamato la repubblica autonoma di Crimea nel 2014, annettendola alla Russia, per poter mantenere in questo modo il controllo sull’importante sbocco commerciale, nonché zona militare strategica sul Mare d’Azov, nel Mar Nero, sempre in funzione “anti-NATO” …

Entrambe queste invasioni hanno portato, così, allo scoppio della guerra in Ucraina, il 24 Febbraio dello scorso anno, nonostante la NATO avesse tentato di evitare il conflitto con le famose “sanzioni” economiche alla Russia, che hanno poi provocato l’interruzione, da parte di quest’ultima, della fornitura dei suoi gas e petrolio ai paesi dell’Unione Europea. Dal punto di vista politico, i motivi della guerra sono da ricondursi alla rivoluzione ucraina chiamata “Euro-Maidan”, letteralmente “Euro-Piazza”, avvenuta nella capitale Kiev nel 2014, a seguito delle proteste filo-europee contro il governo filo-russo del presidente Viktor Janukovic, e che lo costrinse alla fuga in Russia; egli, infatti, aveva fatto sospendere “l’Accordo di Associazione Ucraina-Unione Europea”, ma gli Ucraini non furono d’accordo, e, dopo la sua destituzione, costituirono un nuovo governo. Fu a questo punto che Putin cominciò ad invadere la Crimea, e successivamente il Donbass, spacciando ancora adesso questa effettiva aggressione per un’”operazione militare speciale”, intrapresa allo scopo di “proteggere” la Russia, da lui considerata un tutt’uno con l’Ucraina (nonché la Bielorussia), e “denazificarla”; facendo leva sugli orrori della Seconda Guerra Mondiale, perpetrati, purtroppo, anche da una parte di Ucraini, egli ha ribaltato abilmente la questione, facendo apparire la Russia come stato aggredito, sollevatosi eroicamente a proteggere sé stesso e le sue zone d’influenza contro le nuove ondate di “Nazi-Fascismo” …

D’altra parte, la propaganda filo-russa, da lui portata avanti attraverso i canali dell’Informazione, è risultata essere molto potente, tanto quanto può diventare quella di un regime dittatoriale quale sembra proprio essere il suo; regime capace anche, purtroppo, di macchiarsi ancora oggi, negli anni 2022-’23, di atroci crimini di guerra…

Ma l’Ucraina, nonostante il suo durissimo passato di paese a lungo martoriato, e le attuali ingenti perdite di vite umane, si è dimostrata una controparte tutt’altro che passiva e inerme, provvista invece di uno spirito ostinato e combattivo -“incarnato” oggi dal suo leader, il presidente Volodymyr Zelensky- capace di dare, quantomeno, un bel po’ di “filo da torcere” alla  prepotenza della Russia… anche grazie agli aiuti e al sostegno ricevuti dai paesi europei, con la  viva speranza di poterle far raggiungere il prima possibile un futuro di pace e democrazia. Che, a quanto pare, rimane comunque il modo “meno imperfetto” con cui un paese possa andare avanti…

Vittoria Montemezzo

Sono nata nel 1977, ho un diploma di liceo linguistico, mi piacciono i bambini, la natura, la storia e le culture antiche…e l’essere umano in generale. Dal 2015 sono insieme ad un compagno disabile in sedia a rotelle.

Le premesse storiche

(PREMESSA: nello scrivere questo articolo, trovando l’argomento piuttosto complesso, sono ricorsa molto spesso alla consultazione di “Wikipedia”, nonché a sue citazioni!)

Per cercare di “capire”, almeno un po’, ciò che sta succedendo oggi alle porte ad est dell’Europa, non molto lontano dall’Italia, credo sia opportuno tentare di conoscere un po’ della storia di questi due paesi entrati in guerra tra loro: sì, purtroppo, una nuova guerra in Europa, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale…

Sembrerà strano, forse, ma le loro storie sono profondamente intrecciate. Tutto ebbe inizio, probabilmente, con l’insediamento di tribù di Slavi Orientali nella regione corrispondente, più o meno, ai territori delle odierne Ucraina, Russia e Bielorussia, e cioè, in sostanza, nelle steppe e pianure dell’est-europeo. Già dalle epoche precedenti, in queste zone, si erano avvicendate una quantità di popolazioni nomadi e semi-nomadi: Cimmeri, Sciti, Sarmati, Goti, Unni, Avari, Bulgari, Cazari, Magiari, Peceneghi… In seguito, verso la metà del 9°sec. d.C., giunsero dal Nord genti di stirpe Svedese, i Variaghi, che altro non erano che conquistatori, mercanti e coloni Vichinghi; essi unificarono questi territori nella “Rus’ di Kiev”, imponendo il loro controllo sulle tribù degli Slavi dell’Est. Essendo abili ed esperti navigatori, esplorarono i sistemi fluviali e di trasporto delle merci delle aree a nord del Mar Nero, arrivando a controllare sia la via commerciale del fiume Volga, che permetteva loro di commerciare con i paesi musulmani sulle coste meridionali del Mar Caspio, sia la via chiamata, dal loro nome, “variago-greca”, che consentiva loro proficui scambi con l’Impero Bizantino. E con la forte influenza bizantina, nel tempo, essi abbandonarono il paganesimo e si convertirono al Cristianesimo Ortodosso; gradualmente finì così l’epoca vichinga della “Rus’ di Kiev”, e i Variaghi si assimilarono definitivamente agli Slavi Orientali che avevano precedentemente conquistato. La “Rus’ di Kiev”, che viene considerata il più antico stato organizzato slavo-orientale, in seguito si disgregò in principati indipendenti, e il territorio soggetto al principato di Perejaslav venne chiamato “Ucraina”, che nell’ antico slavo orientale significava, probabilmente “territorio, paese vicino, di confine”.

Poi, nel 13° sec. d.C. sopraggiunsero i Mongoli, che invasero le steppe euro-asiatiche russe e ucraine e devastarono Kiev…

In seguito, essi riunirono i principati in uno stato unitario, conosciuto come “Khanato dell’Orda d’Oro”, sul quale governarono indirettamente, rendendo vassalli i principi russi, dai quali riscuotevano un tributo. La dominazione Mongola così organizzata continuò fino al 1480; in questo periodo sorse una nuova entità, la città di Mosca, che divenne il principale punto di riferimento, e dalla quale si sviluppò in seguito il Granducato di Mosca: la “Moscovia”, sotto l’influenza mongola, sviluppò una rete di strade postali, il censimento, il sistema fiscale e l’organizzazione militare.

Tuttavia, anche la “Rus’ di Kiev” aveva lasciato un considerevole eredità alla Russia moderna: l’ampio territorio abitato dagli Slavi Orientali era stato unificato in uno Stato importante, sebbene instabile, e, mediante il Cristianesimo Ortodosso, si sviluppò una sintesi tra la cultura bizantina e quella slava, che influenzò anche l’arte e le strutture statali. Nella periferia nord-orientale di questo territorio, tali tradizioni vennero adattate nella formazione dello stato autocratico russo.

Successivamente all’epoca Medievale, nella cosiddetta “Età Moderna”, l’Ucraina fu poi contesa, ripartita e governata tra diverse potenze: la Confederazione Polacco-Lituana, l’Austria-Ungheria, l’Impero Ottomano e il Regno Russo… Tanto per capire quanto la situazione risultasse “ingarbugliata” -a dire poco. Data la sua posizione geografica, l’Ucraina assunse un ruolo importante tra l’Europa orientale e l’Impero Ottomano, il quale, in seguito a ripetute guerre con l’Impero Russo, formatosi sotto lo Zar Pietro il Grande, dovette cedere il Khanato di Crimea alla Russia.

Entro l’Impero Russo, l’èlite ucraina non ricevette mai le libertà che attendeva, tuttavia poté raggiungere i gradi più alti della gerarchia e della Chiesa Ortodossa Russa. Nell’ultimo periodo dell’Impero, però, il regime zarista attuò una politica di “russificazione” delle terre ucraine, mettendo al bando l’uso della lingua ucraina nella stampa e in pubblico. In questo stesso periodo l’Ucraina divenne il ”granaio d’Europa”, essendo ricca di fertili pianure coltivate, e Odessa, porto d’imbarco del grano, era la sua città più grande; inoltre Kiev e Kharkiv erano centri dell’industria tessile.

Nel 1917, durante la Prima Guerra Mondiale, vi fu la Rivoluzione russa, che portò al rovesciamento dell’Impero Russo e ad un lungo periodo di guerra civile, segnato da continui cambi di fazioni al potere, che diedero origine all’esistenza di più entità statali separate: nello specifico, si scontrarono la “Repubblica Popolare Ucraina”, con capitale Kiev, e la “Repubblica Socialista Sovietica Ucraina”, con capitale Kharkiv.  Dal 1918 al 1928, fu adottata, da parte di quest’ultima, una politica di deportazione della popolazione ucraina, in particolare dei grandi proprietari terrieri, degli umanisti e di esponenti dell’“Armata Bianca”, cioè dell’esercito controrivoluzionario russo, formato in parte da sostenitori dello Zar; e che combatté, infatti, contro l’”Armata Rossa bolscevica*”.

*[Il Bolscevismo è una corrente del pensiero politico marxista, sviluppatasi all’inizio del 20°sec. all’interno del “Partito Operaio Socialdemocratico Russo”, che si concretizzò poi nel Partito Comunista dell’Unione Sovietica.]

I confini vennero così “ridistribuiti” dai Sovietici, e l’Ucraina entrò ufficialmente a far parte dell’URSS (“Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche”).

Tra il 1929 e il 1933, l’Unione Sovietica attuò poi la “collettivizzazione” forzata della terra, provocando l’”Holodomor”, cioè la morte per fame, dovuta alla carestia, di diversi milioni di Ucraini: essa venne infatti ricordata come “genocidio ucraino”. Inoltre vi fu un’ulteriore deportazione di Ucraini…

Durante la Seconda Guerra Mondiale, tra il 1941 e il 1944, l’Ucraina venne quindi occupata dalle forze dell’Asse della Germania Nazista, all’interno della campagna di Russia, e oltre 30.000 Ucraini si arruolarono nelle “Waffen-SS” (“SS Combattenti”), contro i Russi-Bolscevichi, collaborando, purtroppo, anche all’Olocausto in Ucraina.

Terminata poi la Seconda Guerra Mondiale, nel 1954, l’URSS decise di annettere all’Ucraina la Crimea, sottraendola alla federazione Russa, per “celebrare i 300 anni di amicizia tra Ucraina e Russia”, sempre all’ interno dell’Unione Sovietica. Nel periodo sovietico ebbe inoltre un grande sviluppo industriale il bacino carbonifero del Donec, compreso tra Ucraina orientale e Russia sud-occidentale, e così l’equilibrio economico ucraino si spostò verso le sue aree più orientali e di lingua russa. Ancora oggi esso rappresenta la più grande risorsa di carbone in Europa.

Purtroppo, a colpire nuovamente e pesantemente il paese, il 26 Aprile del 1986 avvenne il “Disastro di Cernobyl”, un incidente nucleare dalle conseguenze devastanti, sia in termini economici che umani: ne risultarono, infatti, una grandissima quantità di vittime, menomati, malati e sfollati.

Vittoria Montemezzo

Sono nata nel 1977, ho un diploma di liceo linguistico, mi piacciono i bambini, la natura, la storia e le culture antiche…e l’essere umano in generale. Dal 2015 sono insieme ad un compagno disabile in sedia a rotelle.

Cosa e come pensano gli adolescenti di oggi?

Beh, prima di tutto, è doveroso e importante che noi adulti ci ricordiamo che ogni ragazzo/a, in realtà, è diverso/a da tutti gli altri; è vero anche, però, che ogni generazione di giovani presenta delle caratteristiche peculiari “comuni” che la contraddistinguono rispetto a quelle precedenti, anche soltanto per via del trascorrere del tempo, che porta immancabilmente con sé dei cambiamenti.

Osservando i comportamenti dei ragazzi di oggi -perlomeno in Italia- solo dall’”esterno”, in una maniera un po’ rapida e superficiale, si potrebbe essere tentati di “classificarli” principalmente in due categorie(escludendo ovviamente i casi estremi, come la delinquenza giovanile e gli stati patologici): quella di un branco di maleducati e/o prepotenti, e quella di strani “esseri” silenziosi, che parrebbero volersi estraniare il più possibile dalla realtà che c’è intorno a loro, attraverso un sempre più fitto utilizzo di cellulari e/o auricolari a questi collegati…

Ma se viviamo loro accanto “veramente”, e proviamo ad “ascoltarli” per davvero, cioè fisicamente, col cuore, con la mente e con lo spirito, possiamo renderci conto che la realtà è ben più complessa di così… e potremmo scoprire anche aspetti positivi che non ci aspetteremmo…  Per poterne poi discutere tra noi “grandi”, ho provato a scegliere alcuni aspetti della loro vita che mi sembrano particolarmente significativi, e li ho organizzati sotto forma di domande da porre loro, per tentare, appunto, di conoscerli e “capirli” meglio, attraverso le loro risposte… Nello specifico, come “esempio”, ho realizzato due interviste, una per ciascuno dei miei nipoti, che infatti sono due adolescenti: un ragazzo, J. di 13 anni, e una ragazza, M. di quasi 17…

INTERVISTA A J.

1) COSA PENSI DELLA SCUOLA?

“Penso che la Scuola “costringa” gli studenti, spingendoli ai limiti delle loro capacità, per scopi non utili a loro, ma solo per far conoscere agli insegnanti queste capacità…quando basterebbe insegnare ai ragazzi obiettivi utili alla loro vita; In questi anni di scuola che ho trascorso, le materie sono diventate troppo difficili rispetto a quello che serve nella realtà, e quindi sarebbe meglio che fossero rese più semplici per aiutare i ragazzi nello studio”

2) HAI MAI ASSISTITO AD EPISODI DI BULLISMO, O TI E’ CAPITATO DI SUBIRLO, O DI COMPORTARTI TU STESSO UN PO’ DA BULLO?

“Non avendolo mai subito fino ad ora, posso solo immaginarlo…L’ho visto effettuato e subito, anche se “in modo leggero”, da miei compagni di classe, ma io non l’ho mai effettuato personalmente, anche se mi è capitato di ridere a qualche “battuta”…Però penso che chi lo subisce possa soffrirne molto.”

3) CHE IDEA HAI RIGUARDO AL TUO FUTURO?

“Mi piacerebbe lavorare nel mondo del calcio, in qualsiasi ambito… E mi piacerebbe andare a vivere in Spagna.”

4) COSA TI PIACE FARE, ATTUALMENTE?

“Mi piace molto viaggiare, specialmente in aereo, giocare ai video-giochi e a calcio, e “fare i salti” con le biciclette…”

5) COSA TI PIACE NELLA TUA FAMIGLIA?

“Quando andiamo d’accordo, e andare dai miei nonni.”

6) CHE COS’E’ PER TE L’ AMICIZIA? E L’ AMORE?

“L’ Amicizia è avere un amico fedele…cioè che mi vuole bene e mi sta simpatico, con cui ho vissuto dei momenti belli e divertenti, e con cui condivido delle passioni. L’ Amore… non avendolo ancora vissuto, non so ancora bene com’è, ma spero di viverlo un giorno…”

INTERVISTA A M.

1) COSA PENSI DELLA SCUOLA?

“Non sono una “fan” del sistema scolastico italiano, e penso che sia poco “preparatorio” per la vita dopo la Scuola. Io ho frequentato un Liceo Classico e l’”andamento” qui è stato spinto al massimo, etichettando bravi e meno bravi, e mettendoli in competizione; insomma, non è un clima sano! Bisognerebbe, invece, aiutare quelli che fanno più fatica.”

2) COSA PENSI DEL BULLISMO?

“Cerco di non frequentare chi si comporta da bullo, scelgo degli amici che non lo siano, e che, al contrario, siano rispettosi verso gli altri.”

3) COME VEDI IL TUO FUTURO?

“Una volta finita la Scuola, mi piacerebbe andare via uno o due anni -prendermeli “sabbatici”, diciamo- da qualche parte, lontano da casa, per capire cosa voglio fare nella Vita…magari a che Università voglio iscrivermi, meglio se all’estero…arrivando a padroneggiare bene una o più lingue…Mi piacerebbe in Inghilterra… Comunque, ho tante idee, ma ben confuse! …”

4) COSA TI PIACE FARE?

“Leggere e guardare certe serie-tv, ma solo quando ho un po’ di tempo libero da impegni scolastici, altrimenti preferisco i film, che si concludono in una volta sola… Mi piace anche molto disegnare, specialmente le figure umane, ma in questo momento ho “il blocco dell’artista”!… E poi uscire con gli amici più cari”

5) COSA TI PIACE NELLA TUA FAMIGLIA?

“Essendo la mia una “famiglia allargata”, la situazione è piuttosto complessa, e a volte non sopporto nessuno di loro, o una parte, a seconda!… Litigo soprattutto con mio fratello…”

6) AMICIZIA E AMORE; COSA NE PENSI?

“La prima è molto importante, attualmente ho un bel gruppo di amici, e ne ho pochi ma speciali con cui anche mi confido e condivido le mie passioni. Per quanto riguarda il secondo, mi sento ancora un po’ giovane…ma credo sia possibile, e ci spero.” IMPORTANTE: leggendo le due interviste, si noteranno probabilmente delle differenze di espressione, dovute sia al genere differente che alle diverse età dei due ragazzi, che tra l’altro sono fratello e sorella!… Nonché alcune idee simili, come quelle riguardanti il rapporto con il mondo della Scuola.

Vittoria Montemezzo

Sono nata nel 1977, ho un diploma di liceo linguistico, mi piacciono i bambini, la natura, la storia e le culture antiche…e l’essere umano in generale. Dal 2015 sono insieme ad un compagno disabile in sedia a rotelle.