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Buongiorno, viaggiatori!
La nostra giornata ad Helsinki è stata purtroppo funestata da un po’ di pioggia, ma questo non ci ha impedito di passare una bella giornata!
Abbiamo cominciato un un  bel giro del porto della città, seguita da un ottimo pranzo!

Abbiamo poi proseguito il nostro giro, ben equipaggiati per affrontare qualsiasi tempo atmosferico!

Dietro una parola c’è un mondo condensato e spesso la sintesi non aiuta la comprensione.

Si fa presto a dire “disabile” ma quante e quali differenze esistono, convivono, bisticciano in questo termine.

Ad esempio, per noi che ci occupiamo di turismo quante volte ci siamo trovati a chiedere di una camera adatta alle persone con disabilità e ci sono state proposte soluzioni di una diversità sconcertante: in alcuni paesi il disabile è per definizione al massimo paraplegico, atletico e single, altrimenti non si spiegherebbero il letto singolo appunto, la vasca da bagno e le dimensioni ridotte della stanza.

Oppure provate a mettere insieme un paraplegico con una buona autonomia di spostamento, che guida l’auto e che va in bagno da solo con una persona con una sclerosi multipla avanzata che, se ancora non lo costringe a letto, gli impedisce di compiere in autonomia praticamente tutti gli atti della vita quotidiana come mangiare, bere, andare in bagno, coricarsi, vestirsi: il primo entrando in contatto con il secondo scoprirà un mondo e un modo di vivere a lui sconosciuto.

Ma allora esistono diversi tipi di disabilità, ci sono disabili più abili e disabili meno abili o più disabili?!

Certamente sì.

Per noi che ce ne occupiamo tutti i giorni e che incontriamo nella nostra attività la maggior parte, per non dire tutte, le declinazioni della disabilità, il concetto è molto chiaro.

Provate però a chiederlo a molti progettisti, a certi politici e talvolta ad alcuni medici: per molti di loro esistono o delle categorie astratte, o soltanto coloro con i quali sono venuti in contatto.

Persino molti disabili non si rendono conto che accessibilità non è soltanto barriera architettonica, oppure un ostacolo di tipo sensoriale o cognitivo e soltanto pochi riescono ad avere veramente un approccio, un metodo che porti al superamento delle disabilità qualsivoglia siano.

Ed è proprio questo che vogliamo significare, superare la disabilità significa si cercare di eliminare quanti e più ostacoli ci sono, fornire quanti più aiuti possibili, ma soprattutto, siccome non si può prevedere tutto, avere la mente pronta ad adattarsi a situazioni e persone le più diverse, a personalizzare il nostro approccio, dal generale al particolare, sempre. O quasi.

– articolo a cura di Claudio Fontana

Maggio e Giugno sono i mesi delle fiere del fumetto, spuntate ormai in tutta Italia, anche nelle città più piccole. Occasione per moltissimi appassionati di fumetti, cartoni animati, film, telefilm e videogiochi di procurarsi gadget introvabili o di girare vestiti come il loro personaggio preferito.

Ovviamente anche tra questi appassionati ci sono persone con disabilità. Com’è vivere una fiera dal loro punto di vista?

Le nostre segretarie Luisa e Maria Rosa sono state alla fiera del fumetto di Novegro e, mentre Luisa è una veterana, si trattava della prima fiera per Maria Rosa. Ecco le sue prime impressioni:

All’inizio mi sono sentita un po’ un pesce fuor d’acqua, perchè questo è un mondo completamente nuovo per me, però tutte le persone intorno a noi si sono rivelate da subito molto gentili ed ho trovato un clima davvero accogliente. Nel mio caso, ho potuto usufruire dell’ingresso agevolato, semplicemente mostrando il certificato di disabilità e nessuno ha fatto storie.

E’ stato interessante vedere come girassero persone davvero di tutte le età: c’erano persino neonati nei passeggini, con tanto di costumini su misura, fino a persone ultrasessantenni.

Ho potuto conoscere diverse persone nuove, Luisa mi ha presentato alcuni suoi amici cosplayer, alcuni dei quali sono persone che incontra ormai solo in occasione delle fiere. Praticamente tutte le persone in costume sono state amichevoli, ed è bello che ci sia il concetto del chiedere il permesso prima di scattargli una fotografia (anche se di solito acconsentono sempre). E’ affascinante vedere come i cosplayer si trasformino letteralmente nel personaggio che interpretano: quando ti travesti puoi davvero diventare ciò che vuoi.

E infatti non mancano le persone con disabilità anche tra le file dei cosplayer. Non solo! Molte persone fanno dei propri limiti fisici un punto di forza per trasformarsi nei propri personaggi preferiti: alle fiere si possono incontrare ragazze in carrozzina che sfoggiano una splendida coda da sirena al posto delle gambe, persone che hanno sostituito la protesi di un braccio con una motosega finta o uomini di varie età che hanno trasformato la propria carrozzina nel Trono di Spade o nella sedia del Dottor Xavier. Che dire poi delle meravigliose carrozzine dei bambini che vengono trasformate in cavalcature fantastiche da gruppi di appassionati costumisti, permettendo ai bambini di trasformarsi in Superman, Batman, astronauti o cavalieri di draghi?

La sub-cultura nerd, forse perché da sempre un po’ emarginata per il suo essere diversa, adesso sta fortunatamente vivendo un periodo di sdoganamento culturale, ma non ha dimenticato le proprie origini, diventando una comunità estremamente accogliente nei confronti di chiunque si senta diverso.

– articolo a cura di Maria Rosa Stassi e Luisa Cresti

Buongiorno, viaggiatori!
Questa mattina ci siamo svegliati di buon’ora e, approfittando del bel tempo, abbiamo deciso di fare una bella escursione ad Helsinki, capitale della Finlandia, prendendo il traghetto da Tallinn!

Il nostro fidato mezzo, pronto ad imbarcarsi:

E durante la traversata, una sosta rilassante al bar del traghetto da Tallinn ad Helsinki!

Il Giappone è considerato per antonomasia, il paese delle tecnologie e delle avanguardie ed ho potuto tastare con mano, ma anche con vista, udito e gusto, la veridicità di questa affermazione.

Nonostante le colossali infrastrutture, un numero infinito di ponti che sorvolano sulle città e le miriadi di luci che abbagliano le strade nipponiche, ciò che mi ha colpita di più, sono state l’attenzione, l’organizzazione e l’efficienza del servizio offerto ai disabili nelle metropolitane.

Ogni fermata prevede ascensori accessibili e sempre funzionanti, nei quali vi è un assistente dei trasporti che aiuta il portatore di handicap, qualunque sia la sua disabilità, a compiere il tragitto desiderato.

L’accompagnatore della metropolitana, successivamente, si munisce di pedana mobile e comunica all’autista, tramite walkie talkie, la presenza dell’invalido, così da permettere la salita di quest’ultimo sul mezzo, senza fretta e pericolo.

Una volta sulla metro, l’assistente si congeda, comunicando al collega che si trova alla fermata di destinazione dell’assistito l’arrivo del disabile.

Approdato alla meta, l’invalido, viene raggiunto dall’altro operatore, che ha il compito di accompagnarlo all’uscita della metropolitana.

Sembra un servizio scontato e così dovrebbe essere, ma molti paesi, anche occidentali, sono ancora molto arretrati per quanto riguarda il diritto di circolare liberamente di ogni individuo, qualunque sia il suo stato di abilità, senza barrire architettoniche d’intralcio.

Ogni paese dovrebbe imparare ciò, ma soprattutto munirsi di sensibilità nei confronti anche di questo diritto quotidiano e indispensabile.

– articolo a cura di Lavinia Fontana