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La mannaia del decreto bonus è caduta anche sui disabili e sulle loro famiglie. Le norme del governo Meloni prevedono infatti la fine delle cessioni di credito, oltre a sconti in fattura e un bonus del 75% (Il Bonus 75%, è detraibile, possono usufruire persone, imprese, gli Enti pubblici e privati, le aziende, ecc.) per gli interventi finalizzati al superamento e all’eliminazione degli ostacoli alla costruzione. La denuncia arriva da Iura, ente per i diritti dei disabili promosso dall’Unione italiana ciechi e ipovedenti, che ha visto aderire altre associazioni di disabili nel mondo.

I tagli del Governo Meloni, allo sconto in fattura e alla cessione del credito, mette in ginocchio disabili e le loro famiglie. Purtroppo in questi giorni qualcosa è cambiato. Un recente decreto ha abolito il noto bonus del 110% oltre alla possibilità di cessioni di credito e sconti in fattura per bonus handicap edilizia. Niente più bonifici o sconti in fattura: resta l’unica possibilità di detrarre il 75% delle spese effettivamente sostenute e pagate entro 5 anni.

Adesso, però, con la cessazione dei bonifici e lo sconto delle fatture, tutto è più oneroso, soprattutto per chi vive già di stenti. e ci sono ulteriori rischi di emarginazione.

Cristina Zangone

L’Inps grazie al contributo dei nuovi strumenti dell’intelligenza artificiale, ha semplificato il sistema al fine di autenticizzare ed elaborare automaticamente la foto, rendendola immediatamente compatibile con gli standard tecnici previsti a migliorare la qualità; oltre il percorso guidato messo a disposizione del cittadino per completare l’iter burocratico di presentazione della domanda.

Inoltre l’Istituto ha predisposto misure in grado di monitorare i tentantivi di inoltro della domanda dell’utente, e di consigliare, mediante l’invio di un messaggio o di un’email il miglior percorso nel nuovo tentativo di presentazione di codesta.

L’Inps invia anche una email per avvertire gli utenti in caso di:

  • Domanda non accolta a seguito dell’istruttoria automatica;
  • Domanda non accolta a seguito dell’istruttoria della sede territoriale competente;
  • Stampa e spedizione della carta;
  • Carta non stampabile per non conformità della foto allegata,
  • Consegna impossibile ( indirizzo sconosciuto, soggetto trasferito, soggetto non trovato, ecc.).

Infine, si ricorda, che la domanda per ottenere la Disability Card, può essere presentata direttamente dal cittadino, oppure, aiutandosi tramite delega, di associazioni rappresentative delle persone con disabilità autorizzate dall’Inps, all’uso del canale telematico

Comune di Martina Franca primo ad aderire alla piattaforma CUDE, progetto sperimentale che aiuta le persone disabili dando la possibilità di facilitare le procedure di segnalazione durante gli accessi nelle aree ZTL in altre città senza preavviso, previa certificazione.

Per le persone Disabili che vivono nel comune di Martina Franca sarà più facile circolare in altre città. Chi deve spostarsi da una città all’altra non ha più bisogno di notifica per entrare in zone a traffico limitato (Ztl, strade o corsie soggette a divieti o restrizioni) di comuni diversi da quello di residenza. Questo è possibile perché il comune di Martina Franca, primo comune del sud Italia, ha aderito a un esperimento iniziato il 23 maggio dello scorso anno.

Al fine di semplificare la mobilità delle persone con disabilità in tutta Italia, D.M. 5 luglio 2021, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha creato una banca dati nazionale per il coordinamento delle autorizzazioni amministrative.

Solo i cittadini dei comuni direttamente dipendenti dal governo centrale che partecipano al progetto pilota possono utilizzare il servizio. Pertanto, dopo l’adesione al Comune di Martina, le persone disabili che intendono usufruire del servizio possono accedere alla piattaforma CUDE – acronimo di Emblema Unificato Europeo della Disabilità – e nella propria area riservata, alla voce Servizi di Accesso – Piattaforma Unica Autenticazione Badge Disabile – CUDE al seguente link https://www.ilportaledellautomobilista.it/web/portale-automobilista/piattaforma-cude

Delle 21 città italiane che hanno aderito, Martina Franca è non solo la prima ma anche l’unica del sud che attualmente sperimenta questa iniziativa che speriamo possa diventare uno strumento utile e vincente su tutto il territorio italiano.

Oggi portiamo all’attenzione dei nostri lettori un progetto molto interessante, il mondo delle Applicazioni per smartphone, dispositivi che ormai sono un estensione del nostro corpo, vede l’arrivo di WE GLAD, App dedicata alla mobilità in sicurezza per persone con disabilità.

Il motto che lancia questa nuova iniziativa è: “Il nostro obiettivo è accelerare esponenzialmente la transizione verso un pianeta più accessibile e inclusivo”. Fondata da giovani imprenditori con affinità nel settore e seguiti da una consulenza specializzata sul tema disabilità.

Il focus principale di WeGlad è quello di fornire in tempo reale all’utenza itinerari facilitati, senza barriere architettoniche. Il punto di forza di WeGlad è la possibilità di ricevere il prezioso contributo da parte dell’utenza iscritta che potrà segnalare effettivamente se i luoghi visitati risultano accessibili o meno condividendo una mappatura dettagliata.

Questo contributo congiunto con l’utenza porta a diversi pro nell’identificazione di luoghi accessibili all’aperto e al chiuso:

  • Per quanto riguarda i luoghi all’aperto, puoi trovare informazioni su mezzi e stazioni accessibili, indicazioni per parcheggi accessibili in sedia a rotelle e orari di arrivo a destinazione;
  • Per quanto riguarda i luoghi al coperto, ogni struttura mappata mostrerà tre immagini relative alla sua accessibilità; una foto dell’ingresso, una foto dell’interno che mostra lo spazio di manovra e un servizio igienico.

Inoltre, l’obiettivo a medio termine è quello di creare e integrare la funzionalità NAVIGATOR nell’applicazione. La prima fase di raccolta dati ne consentirà la creazione; una volta disponibile, consentirà di spostarsi dal punto A al punto B, evitando ostacoli e mostrando veicoli e parcheggi accessibili.

C’è anche una sezione sociale alla fine. Attraverso l’app o il gruppo Facebook si crea una vera e propria community. Gli utenti possono interagire, condividere cose appena disegnate ed esperienze personali, pubblicare i loro luoghi preferiti, porre domande, consigliare i posti migliori agli altri e persino chiedere o offrire aiuto. Tutti possono aiutare e ottenere aiuto, parlare dei loro argomenti preferiti e fare amicizia.

Ecco tutte le info utili:

Sito web: www.weglad.eu

Facebook: @wegladsocial Pagine – Gruppo WeGlad Group Indirizzo

email: founders@weglad.eu

Come ben sapete la nostra specialità sono i viaggi adatti alle persone disabili e durante questi viaggi sperimentiamo situazioni piacevoli ma anche spiacevoli.

Durante l’ultimo viaggio in Andalusia avvenuto solo pochi giorni fa, a cavallo tra il 2022 e il 2023, ci siamo imbattuti in due situazioni che ci hanno fatto pensare a come la prepotenza sia dentro tutti noi e non appena abbiamo un “piccolo potere” nelle nostre mani, non esitiamo a utilizzarlo per commettere dei soprusi.

Il primo episodio è avvenuto a Malaga il primo dell’anno. Malaga è una città fantastica, senza particolari barriere, popolosa ma non troppo grande, piena di storia e con in più il mare … insomma un posto incantevole per vivere, peccato che qualche poliziotto abbia fatto di tutto per rendere sgradevole questa esperienza.

Parcheggiamo nel centro storico in uno spazio di tre riservato alle persone disabili, esponendo l’apposito permesso azzurro. Non ci accorgiamo che sul segnale (vedi immagine sotto) ci sia una piccola freccia che indica dove inizia l’area di parcheggio – si tratta di un processo deduttivo e non di una scritta esplicita -; tra l’altro non ci sono segni in terra che delimitano con precisione lo spazio di parcheggio. Torniamo tutti belli contenti di avere passato un primo dell’anno mangiando sulla spiaggia dell’ottimo pesce con 23 gradi di temperatura, quando ci accorgiamo che c’è una multa sul nostro parabrezza. Inizialmente pensiamo a qualcuno che abbia messo la sua multa sulla nostra auto, ma a un controllo del numero di targa, si tratta proprio della nostra. La stazione di polizia è a due passi e in un attimo siamo li a chiedere spiegazioni. Il poliziotto di guardia chiama il suo collega che ha emesso la multa e gli viene risposto che noi sostavamo sul marciapiede; gli faccio vedere la foto e il cartello sotto il quale eravamo parcheggiati e a quel punto sono io a fare delle supposizioni e gli dico, quasi ingenuamente: “forse spuntavamo un 20 cm dalla linea del cartello…”. A quel punto il poliziotto che è di fronte a me mi dice: “… beh allora ecco perché le abbiamo dato la multa!” Non ho potuto resistere e gli ho detto molto arrabbiato “ma non si vergogna, non vi vergognate a comportarvi in questo modo, per 20 cm dare una multa a chi ha diritto di parcheggiare in quel posto, e che magari ha avuto anche difficolta a scendere, a rimontare 2 carrozzine (erano due le persone disabili sulla nostra auto), a far scendere le persone, a sistemarle per bene…. non vi vergognate ma che razza di persone siete?” A quel punto il poliziotto fa il cenno di arrabbiarsi e quasi mi accusa di oltraggio a pubblico ufficiale, ma io sono troppo arrabbiato e me ne vado, ormai senza speranza dicendogli “it’s a shame” che significa “è una vergogna”.

Il secondo episodio accade a Madrid, l’ultima notte del nostro viaggio; ho prenotato due camere doppie ma solo una è adatta alle persone disabili perché qui hanno la brutta abitudine che molte di queste camere hanno solo un letto matrimoniale e non è possibile aggiungere un letto singolo, quasi a dire che tutti i disabili o viaggiano con il partner o comunque debbono essere obbligati a dormire con un’altra persona nel loro letto; sembra incredibile ma è così in molti alberghi di tutte le categorie! La seconda camera, la mia, è una normale camera doppia ma noi, io e la persona disabile che accompagno, ci adattiamo, infatti lui non utilizza quasi mai il bagno, oppure diciamo che ne può fare a meno grazie alle attrezzature che portiamo sempre con noi e alle tecniche adottate. A un certo punto mi chiama la signorina della reception dicendomi che ha bisogno di vedermi per dirmi qualche cosa di personale. Scendo nella hall e con fare circospetto ma anche di rimprovero mi dice: “guardi che una persona disabile non può stare in una camera non adatta ai disabili”. Io le rispondo:”se lei ne ha un’altra me la dia, ma siccome non ne avete con letti singoli, non c’è problema lo abbiamo fatto tante volte, ci siamo adattati…” e cerco di spiegare, senza andare troppo nei dettagli, che so come fare e ho con me l’attrezzatura adeguata, ma lei sempre più convinta e ferma nella sua ottusa affermazione continua a insistere che un disabile non può dormire in una camera non adatta per disabili. A questo punto le dico che un disabile può dormire dove vuole ci mancherebbe altro, semmai il problema è che ci dovrebbero essere più camere “veramente” adatte. Ma lei insiste e io non so cosa fare: far chiamare il direttore dell’albergo e riportare la receptionist alla ragione… e se poi il direttore è più ottuso di lei? Sono già le 8,30 di sera abbiamo fatto più di 500 km, ci siamo già posizionati in camera e non ho voglia di ricominciare daccapo. Divento allora accomodante, cerco di farmi sbollire la rabbia che mi viene quando all’ottusità si unisce un piccolo potere che invece di facilitare gli altri vuole solo ostacolarli e mi invento: “allora non si preoccupi, l’altra persona che ha visto in carrozzina può comunque alzarsi e utilizzare un bagno normale, quindi non faremo altro che invertirci le camere. Ovviamente poi non abbiamo fatto nulla di tutto ciò e siamo rimasti ognuno nella propria camera, ma è stata l’unica maniera per superare l’ottusa intransigenza di questa persona. Una situazione così non mi era mai capitata in 40 anni che viaggio con le persone disabili; normalmente quando non c’è una camera adatta ci sono solo scuse o tentativi di renderla adatta.

Questi sono i “piccoli poteri” che diventano arroganza, sopruso e sono insopportabili