OPS! NON CI AVEVO PENSATO
Tu che parli con me e mi racconti dei tuoi problemi, della tua personalità, dello sdoppiamento della tua personalità.
Normalmente sei simpatico, affabile, spiritoso, perché sei intelligente, sensibile e un colto autodidatta, ma in alcuni momenti, soprattutto quando la tua malattia – fisica – ti mette di fronte i limiti che t’impone, la dipendenza dagli altri, gli interrogativi sul tuo futuro a breve, ecco che esplode la malattia – della mente – quella che ancor meno puoi controllare, che ti fa dimenticare chi sei, che ti fa insultare gli amici, che ti fa odiare quelli che ami, che ribalta tutto e mette il mondo sottosopra.
Potremmo pensare che si tratta di intemperanze controllabili, di egocentrismo ed egoismo, di una esasperazione della sofferenza ….. no si tratta proprio di malattia, improvvisa, forte, incontrollabile. E non ci puoi fare nulla, anzi più ti sforzi di controllarla e più esplode, dentro di te, la contraddizione, che ti fa ancor più male, ti rende ancor più violento e insostenibile.
Noi pensiamo che il disturbo mentale sia qualcosa di lontano da noi, che colpisce individui strani, isolati, che vagano senza una meta, facilmente individuabili dal loro aspetto esteriore ….. invece no; la maggior parte di chi ha questi problemi è vicino a noi, ha un aspetto e delle relazioni “normali” ed è proprio per questo che quando la “malattia” esplode colpisce ancor di più perché non si spiega, perché non siamo pronti.
Ops! Non ci avevo pensato, ma dev’essere per questo che avvengono fatti inspiegabili, persone insospettabili che commettono azioni orribili, fatti di una violenza esagerata da chi fino ad un attimo prima era semplicemente un parente o consideravamo un amico.
E allora cosa facciamo? Rifuggiamo la compagnia appena ha qualche strano comportamento, ci separiamo dal partner non appena fa dei discorsi che non ci sembrano consoni? Il nostro è un destino di individui isolati, timorosi degli altri? Ma la definizione del genere umano non era quella di “animale sociale”?
Infatti l’uomo è un animale sociale, ed è proprio in questo una possibile chiave di approccio al problema quando si presenta: non voltiamo la faccia, non facciamo finta di non capire, non isoliamo le persone né tantomeno rimaniamo isolate con loro. Guardiamo in faccia alla realtà, facciamoci trovare pronti, chiediamo, anzi esigiamo, aiuto dagli altri nell’affrontare queste situazioni in modo da non sentirci mai soli e da non far mai sentire gli altri isolati.
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