LA RIPRESA
LA RIPRESA
Dopo mesi di fermo totale, il settore turistico ha ricominciato a muoversi, anche perchè è arrivata l’estate. Ma è un movimento faticoso, fatto di vacanze brevi o brevissime, spesso senza pernottamento, molte volte con colazioni al sacco.
Negli occhi delle persone, che si intravedono appena sotto la mascherina, si legge la diffidenza verso gli altri, oppure si incontrano le facce di quelli che non ce la fanno più a tollerare distanziamento e precauzioni e sono ormai “sbracati” in atteggiamenti di ipersocialità che probabilmente non avevano in precedenza.
Si vede e si sente che si tratta di una situazione anomala, ancora malata o al massimo all’inizio di una convalescenza, che mostra tutta la sua fragilità e precarietà.
Noi tutti invece, abbiamo bisogno, anche nella difficoltà e nella emergenza di risposte chiare, di azioni concrete, che ci diano la possibilità di ritornare ad una normalità anche se non è e non sarà tutto finito.
Dobbiamo riprendere a fare le cose che facevamo in precedenza, con la giusta attenzione per le precauzioni ma ricordandoci che molte delle disposizioni che ci hanno dato sono state date dalla non conoscenza del problema che porta a provvedimenti restrittivi a tutti i costi “ per non saper nè leggere nè scrivere”.
Ci saranno ancora delle vittime ma dobbiamo andare avanti: forse che prima la gente non andava nelle zone dove c’era la malaria? Ricordatevi che la malaria non ha vaccino e non esiste una profilassi che dia una copertura completa; nel 2019 ha avuto oltre 200.000.000 di casi nel mondo eoltre 400.000 decessi
(FonteISS https://www.epicentro.iss.it/malaria/epidemiologia-mondo).
E sempre i dati dell’Istituto Superiore di Sanità ci dicono che nel mondo nel 2018, parlando di AIDS, abbiamo avuto “soltanto” 1,7 milioni di nuovi casi che si sono aggiunti agli oltre 34 milioni di affetti in maniera cronica da questa patologia, e “soltanto” 770.000 decessi.
Molto probabilmente dobbiamo imparare a convivere bene con questa situazione, rispondendo anche nel nostro piccolo con azioni “normalizzanti”, senza farci condizionare dagli estremismi dei “tutti in casa” o dei “negazionisti” e soprattutto facendo attenzione a tutti coloro che in queste situazioni vogliono approfittarsi, arricchirsi, limitare la libertà degli altri e provare a dominare il mondo.
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