Le premesse storiche -Parte 2
Torniamo un po’ indietro, a questo punto, proprio per cercare di comprendere meglio i motivi per i quali, in seguito, sia scoppiata la guerra tra questi due paesi dalle storie così intrecciate, e precisamente alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Conquistata la pace e sconfitto il Nazismo, il mondo si ritrovò diviso in due blocchi contrastanti: quello Occidentale, guidato dagli Stati Uniti d’America (USA) e quello Orientale, facente capo all’Unione Sovietica (URSS). Ciascuno dei due era portatore di un modello economico-sociale contrapposto a quello dell’altro, rispettivamente il Capitalismo dei paesi Occidentali democratici “contro” il Comunismo dei Paesi Orientali dipendenti dall’ URSS, ad economia pianificata.
Per diverso tempo, essi rimasero in una sorta di “equilibrio” tra di loro, ma carico di tensioni, che fortunatamente, però, non sfociarono mai in un vero conflitto su scala globale come era avvenuto in precedenza, anche perché le due super-potenze erano consapevoli di essere in grado di distruggere l’intero mondo conosciuto in un colpo solo, se avessero deciso di utilizzare gli arsenali nucleari sempre più micidiali di cui entrambe si stavano dotando dalla fine della Seconda Guerra Mondiale (dopo, purtroppo, il noto disastro “apocalittico” di Hiroshima e Nagasaki). Fu in questo clima che, nel 1961, venne innalzato il Muro di Berlino, tra la Germania dell’Ovest e quella dell’Est, a sottolineare questa contrapposizione internazionale nota con il nome di “Guerra Fredda”. A lungo andare, comunque, fu sempre più chiaro che l’economia totalitaria dell’URSS non riuscisse a reggere il confronto con quella dei paesi democratici Occidentali: nel 1989 il Muro di Berlino fu abbattuto, e nel 1991 l’Unione Sovietica cessò definitivamente di esistere. Ad una ad una le ex-repubbliche sovietiche si ribellarono e si resero indipendenti, compresa l’Ucraina.
Tuttavia, nonostante il 90 % della sua popolazione avesse votato per l’indipendenza, la situazione nel paese non era affatto semplice, e non lo è tutt’ora; essendo molto vasto, infatti, esso è suddiviso in regioni molto diverse fra loro, anche da un punto di vista culturale: in particolare, le regioni più a est, russofone, sono più “legate” alla Russia, mentre quelle più ad ovest sono più propense all’apertura all’Occidente. Queste ultime desidererebbero, dunque, che l’Ucraina entrasse nell’Unione Europea, nonché potesse aderire alla NATO, cioè l’alleanza militare intergovernativa per la difesa reciproca, sorta tra i paesi occidentali e quelli nord-americani (detta quindi del Nord Atlantico) vincitori della Seconda Guerra Mondiale. Ma il presidente russo attuale, Vladimir Putin, ancora profondamente legato ad una visione “imperialistica” del suo paese, ha sempre temuto proprio questo, di ritrovarsi “controllato” ai confini dall’Occidente, e in particolare dagli Stati Uniti. Da “sempre”, inoltre, egli ritiene l’Ucraina una parte integrante del proprio “impero”, probabilmente sia per le sue risorse economiche, agricole ed industriali, che per motivi “culturali”: nello specifico, egli ha sostenuto i movimenti separatisti e filo-russi delle provincie di Doneck e Luhansk, nella regione sud-orientale del Donbass, (ricche, tra l’altro, di carbone, metalli e “terre rare”), proclamandole indipendenti il 21 Febbraio del 2022. Similmente aveva proclamato la repubblica autonoma di Crimea nel 2014, annettendola alla Russia, per poter mantenere in questo modo il controllo sull’importante sbocco commerciale, nonché zona militare strategica sul Mare d’Azov, nel Mar Nero, sempre in funzione “anti-NATO” …
Entrambe queste invasioni hanno portato, così, allo scoppio della guerra in Ucraina, il 24 Febbraio dello scorso anno, nonostante la NATO avesse tentato di evitare il conflitto con le famose “sanzioni” economiche alla Russia, che hanno poi provocato l’interruzione, da parte di quest’ultima, della fornitura dei suoi gas e petrolio ai paesi dell’Unione Europea. Dal punto di vista politico, i motivi della guerra sono da ricondursi alla rivoluzione ucraina chiamata “Euro-Maidan”, letteralmente “Euro-Piazza”, avvenuta nella capitale Kiev nel 2014, a seguito delle proteste filo-europee contro il governo filo-russo del presidente Viktor Janukovic, e che lo costrinse alla fuga in Russia; egli, infatti, aveva fatto sospendere “l’Accordo di Associazione Ucraina-Unione Europea”, ma gli Ucraini non furono d’accordo, e, dopo la sua destituzione, costituirono un nuovo governo. Fu a questo punto che Putin cominciò ad invadere la Crimea, e successivamente il Donbass, spacciando ancora adesso questa effettiva aggressione per un’”operazione militare speciale”, intrapresa allo scopo di “proteggere” la Russia, da lui considerata un tutt’uno con l’Ucraina (nonché la Bielorussia), e “denazificarla”; facendo leva sugli orrori della Seconda Guerra Mondiale, perpetrati, purtroppo, anche da una parte di Ucraini, egli ha ribaltato abilmente la questione, facendo apparire la Russia come stato aggredito, sollevatosi eroicamente a proteggere sé stesso e le sue zone d’influenza contro le nuove ondate di “Nazi-Fascismo” …
D’altra parte, la propaganda filo-russa, da lui portata avanti attraverso i canali dell’Informazione, è risultata essere molto potente, tanto quanto può diventare quella di un regime dittatoriale quale sembra proprio essere il suo; regime capace anche, purtroppo, di macchiarsi ancora oggi, negli anni 2022-’23, di atroci crimini di guerra…
Ma l’Ucraina, nonostante il suo durissimo passato di paese a lungo martoriato, e le attuali ingenti perdite di vite umane, si è dimostrata una controparte tutt’altro che passiva e inerme, provvista invece di uno spirito ostinato e combattivo -“incarnato” oggi dal suo leader, il presidente Volodymyr Zelensky- capace di dare, quantomeno, un bel po’ di “filo da torcere” alla prepotenza della Russia… anche grazie agli aiuti e al sostegno ricevuti dai paesi europei, con la viva speranza di poterle far raggiungere il prima possibile un futuro di pace e democrazia. Che, a quanto pare, rimane comunque il modo “meno imperfetto” con cui un paese possa andare avanti…
Vittoria Montemezzo
Sono nata nel 1977, ho un diploma di liceo linguistico, mi piacciono i bambini, la natura, la storia e le culture antiche…e l’essere umano in generale. Dal 2015 sono insieme ad un compagno disabile in sedia a rotelle.