Zalando inserisce nel suo catalogo capi di abbigliamento adattivi, scopriamo di cosa di tratta.

Zalando Nasce nel 2008 a Berlino, con il nome Ifansho,  Arrivata in Italia nel 2011, conquistando presto le classifiche diventato così una delle piattaforme e-commerce più utilizzate. Ad oggi è il marketplace n°1 in Europa.

Per la prima volta Zalando proporrà nel suo catalogo centoquaranta look per andare incontro alle esigenze delle persone disabili. I capi d’abbigliamento saranno firmati dai propri brand di punta che hanno deciso di intraprendere la sfida di creare “moda adattiva”, creando capi d’abbigliamento accessibili a persone con disabilità.

La progettazione dei capi adattivi ha richiesto una ricerca approfondita distinta tra uomo e donna e le esigenze specifiche del cliente con disabilità, questo ha portato alla nascita di modelli adatti ad ogni situazione, come per esempio gli spostamenti su sedia a rotelle, pensati e progettati in modo di agevolare i movimenti o di adattarsi perfettamente al corpo, il tutto con un occhio di riguardo alla comodità.

« La nostra visione è quella di essere il punto di partenza per una moda accogliente per tutti. Vediamo una lacuna nel mercato della moda: trovare abiti di moda adattiva rappresenta ancora una sfida per chi ha una disabilità ».

Sara Diez, vicepresident Category Women and Private Labels di Zalando.

I capi adattivi sono progettati in maniera tale che la persona disabile possa vestire senza dove ricorrere all’aiuto di nessuno (la sua situazione è di parziale disabilità fisica), questo oltre a facilitare l’operazione di vestizione, che spesso potrebbe risultare complessa con capi di abbigliamento classici con forme e dimensioni che possono rendere difficoltosa questa operazione. Il concetto racchiude il senso di autosufficienza anche in operazioni che per molti risultano semplici, poter rendere autosufficiente l’individuo creando una moda più facile da indossare è un aspetto importante dell’inclusione. Inoltre la moda adattiva ha studiato capi che hanno la possibilità di adattarsi a protesi e in punti del corpo dove sono presenti ferite che necessitano spazio o traspirazione particolari, il tutto proponendo capi d’abbigliamento sempre al passo con la moda, infatti sono molti i brand famosi che hanno aderito a questa iniziativa che sta vedendo un ottimo riscontro.

Il focus della moda adattiva è quello di includere tutte le fisicità, questo è un cambiamento culturale e sociale che porta ad un cambiamento nel mondo della moda che si presta sempre di più al servizio dei bisogni dell’individuo.

Samuele Scafuro

Concrete Onlus

Una notizia che molti attendevano da molto tempo, da quando il covid aveva imposto la chiusura di uno dei paesi più curiosi del mondo. A partire dal 10 giungo 2022 il Giappone torna ad accogliere turisti stranieri, con una campagna di rilancio del turismo.

Ricordiamo che Il governo di Tokyo aveva di fatto chiuso le sue frontiere a partire dal novembre 2020, dopo l’impennata di contagi nel paese. La brusca frenata aveva interrotto la scia positiva di incremento economico dovuto al turismo che negli ultimi anni aveva riacceso il mercato ormai fiorente (Nel 2018, il Giappone ha raggiunto e superato i 30 milioni di visitatori dall’estero).

L’apertura avverrà in maniera graduale nell’arco del 2022, garantendo un numero limitato di ingressi che andrà sempre ad aumentare, questo per poter monitorare correttamente i flussi ed evitare nuove impennate di pandemia. A partire dall’11 ottobre 2022, il governo allenterà le misure di sicurezza riaprendo di fatto i confini del Giappone a tutti i viaggiatori. 

https://www.japan.travel/it/it/

Questa è una buona occasione per pensare di pianificare il prossimo viaggio da sogno nel Paese del sol levante.

Samuele Scafuro

Concrete Onlus

Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra, diceva il ritornello di una canzone del profetico Giorgio Gaber.

Profetico perché è proprio quello che ci stiamo chiedendo in questi giorni in cui, anche i più distratti, i più “ apolitici” non hanno potuto estraniarsi dal dibattito politico, per le elezioni del parlamento che si sono tenute domenica scorsa.

Affrontiamo questo tema dal nostro punto di vista di operatori socio-sanitari, in una logica, per quanto possibile, libera dagli schieramenti di partito.

Siamo stati abituati a pensare che la politica socio sanitaria dipendesse dai valori e dall’ “ideologia” di coloro che governano in quel momento, dove “normalmente” la sinistra è più predisposta a programmi di welfare pubblici di ampio spettro, che riguardano tutti italiani e stranieri, con una possibile differenziazione dei benefici e dei costi in base al reddito, mentre la destra identifica l’intervento dell’iniziativa privata come predominante rispetto allo Stato che deve fornire servizi essenziali per tutti mentre “solo chi se lo può permettere” può ambire a qualche cosa di meglio.

Ebbene sembra che non sia più così; sembra che nei programmi della destra, quella pura senza centro, quella più estrema, ci sia molto più interesse verso i disabili, il disagio, la difficoltà mentre la sinistra è impegnata nelle sue beghe che la dividono e la rendono ridicola e impotente.

Noi da operatori non possiamo che essere che contenti che lo svantaggio, il disagio e la difficoltà siano parte importante del programma del nuovo governo; speriamo che dai programmi si passi alla pratica e offriamo la nostra collaborazione. Importante è che questo avvenga in un regime di libertà, di possibilità di scelta, dove lo “statalismo” non prevalga sulla possibilità di iniziativa del privato (meglio se no-profit), dove non si dica “prima gli italiani” e ci si dimentichi di tutti gli altri (ma chi sono poi gli italiani?), dove i servizi garantiscano l’”inclusione” e non rinchiudano in istituzioni e ghetti quelli che non corrispondono al modello ottimale di cittadino.

Probabilmente certe cose accadute proprio un secolo fa, non si possono ripetere tali e quali perché troppo è cambiato, ma la tentazione del “quando c’era lui” è spesso nell’aria, sulla bocca di chi non ha idee ma solo “reazione”. Quindi noi operatori socio-sanitari continuiamo a fare il nostro lavoro, collaboriamo con le istituzioni preposte e con tutti coloro che s’impegnano quotidianamente perché le cose vadano meglio e in questi periodi di difficoltà, che almeno vadano ….

Allo stesso tempo esercitiamo il nostro ruolo critico e competente sui servizi che diamo, sulle modalità, sulla libertà nella scelta e nella operatività. Basta un attimo per passare dalla democrazia – anche se scassata – alla dittatura, al pensiero e al partito unico. A quel punto molti si pentiranno ma sarà troppo tardi, saranno lacrime di coccodrillo e nessuno ci garantisce che si risolva tutto in un – altro – ventennio.

Claudio Fontana

Concrete Onlus

DOVE E’ FINITA LA LEALTA’?

Che grade valore è la lealtà …… ma dov’è finita?

Molti non ne conoscono neanche il significato. Lealtà vuol dire che si è onesti ma anche un disonesto può essere leale non truffando gli amici o le persone più deboli. Lealtà vuol dire essere fedeli ma anche chi tradisce, ammettendo il suo tradimento può ritornare leale. Leale è chi commette un fallo in campo e non simula o non si nasconde e ammette pubblicamente il suo errore senza bisogno del Var. Leale è chi non si approfitta della sua posizione di forza ma aiuta il più debole a “gareggiare” alla pari con lui.

La persona leale è quella che non fa sotterfugi, è sincera, ammette gi errori e può sempre guardare negli occhi le altre persone, ma non con arroganza bensì con semplicità con disponibilità all’aiuto e alla comprensione.

Lealtà è una parola che è quasi scomparsa dal nostro linguaggio; eppure, ce ne sarebbe tanto di bisogno negli scritti e nei fatti. Maggiore lealtà vorremmo dai politici quando stendono i loro programmi per convincere gli elettori. Un po’ più di lealtà vorremmo vedere nei rapporti tra gli studenti e insegnanti, che vuol dire io professore non approfitto della mia posizione di potere opprimendo gli studenti e io, studente, non mi trincero dietro la mia intoccabilità o la famiglia avendo un comportamento che non permette all’insegnante di fare il suo mestiere.

Lealtà è quella di chi non è disabile, di non fingersi tale insinuando il dubbio generalizzato nelle persone, oppure parcheggiando in uno spazio che è riservato a chi ha delle difficolta; ma lealtà è anche quella del disabile che si batte per i suoi diritti, ma poi mette in regola le sue badanti e non le sfrutta per il loro stato di bisogno.

Lealtà è quella dei lavoratori verso gli imprenditori, che quando scioperano non compiono atti per danneggiare l’impresa; Lealtà è quella degli imprenditori che i momenti di difficoltà li vivono insieme ai loro dipendenti e non approfittano delle vacanze estive per chiudere l’impresa e mandare le lettere di licenziamento.

Ma allora cos’è questa lealtà, che non è di destra né di sinistra come direbbe Gaber? Come si fa ed essere leali? Possiamo tutti diventare leali?

Certamente è un valore che dovremmo sempre tenere come riferimento, ben chiaro davanti a noi.

Quando educhiamo i nostri figli, quando parliamo da un pulpito, sia quello di una chiesa o di un comizio elettorale; quando parliamo di onestà e rispetto nei confronti degli altri.

Lealtà è quella dell’uomo che alla donna che lo rifiuta non compie violenza;

Lealtà è quella del benpensante che quando s’imbatte in un omosessuale, non cambia idea ma lo rispetta in quanto persona.

Lealtà è quella dell’educatore che non si approfitta della sua posizione per far compiere atti che il giovane non dovrebbe compiere. Lealtà è una maglietta bianca, magari sdrucita, consumata, con degli aloni MA SENZA NESSUNA MACCHIA.

Claudio Fontana

Concrete Onlus

Arriva con il caldo anche la stangata dei rincari sul prezzo di lettini e ombrelloni sulle spiagge italiane. Quest’anno andare al mare costa di più, ed è una delle tante conseguenze provocate dalla crisi in atto.

Gli stabilimenti balneari, modificano i loro prezzi nei mesi di luglio e di agosto, apportando notevoli aumenti sia per il costo giornaliero e l’abbonamento settimanale.

Prezzi da record per un ombrellone in un lido quest’anno. In alcuni casi un appartamento al mare costa meno di una giornata in uno stabilimento balneare. Come l’esempio di Gallipoli, dove è molto più conveniente affittare un bilocale (363 euro al mese il canone medio) rispetto all’affitto mensile di un lettino in spiaggia, sui 700 euro. Anche in Liguria i prezzi sono diventati eccessivi, come ad Alassio sulla riviera di ponente dove il prezzo per un ombrellone arriva ai 1.300 euro al mese, mentre per affittare un piccolo appartamento si spende circa 740 euro.  I rincari saranno del 32% rispetto al 2021. Le famiglie italiane spenderanno quest’anno, per una giornata al mare, una media di 144 euro contro i 109 euro di un anno fa.

Per avere un’idea di quanto e dove soprattutto aumentano quest’anno i costi per lettini e ombrelloni in spiaggia, basti pensare che se in Liguria serviranno 20-40 euro per un ingresso quotidiano in uno stabilimento balneare con lettini e ombrelloni, con rincari fino al 5%, così come a Rimini, Riccione, Cesenatico e, in generale, su tutta la riviera romagnola, per avere lettini e ombrelloni in spiaggia a Capri si sale fino a 50-60 euro, e a 70 euro anche in Puglia e Sicilia, per arrivare ai 100 euro di Toscana e Sardegna, con punte di 150 euro in particolare in Costa Smeralda.

A fare leva su questi rincari sono sicuramente l’inflazione, ma anche l’aumento dei prezzi del carburante e del gas.

Sapore di mare, sapore di estate salata

Concrete Onlus