Ricordate il corso di giocoleria e  danza aerea che i nostri acrobati di Casa Orca stanno seguendo da più di un anno?!

Bene: è giunto il momento di vestire per un giorno i panni di insegnanti!

Sabato 18 febbraio dalle 17 alle 18.30, Michela, Maurizio, Francesco, Alessandra e Andrea vi aspettano alla scuola The PoleShow in viale Isonzo 40/5 a Rozzano, per insegnarvi a giocare con cerchi, tappeti e nastri!

A chi è rivolto il workshop? A tutti quelli che amano divertirsi, dai 6 ai 99 anni di età!

I posti disponibili sono pochissimi, è necessario prenotare scrivendo a: casaorca@ilbalzo.com

L’ingresso è gratuito, sarà possibile fare una piccola donazione facoltativa a favore dei progetti de Il Balzo Onlus.

https://www.facebook.com/events/1891521344521843/?ref=newsfeed

Vi aspettiamo!

Il termine in sé è positivo, si omologano le automobili, i prodotti in genere e questo è un bene perché devono rispondere a certi requisiti e a certi standard. Quando invece cominciamo a parlare di omologazione nel vestirsi, nella musica, nell’alimentazione, anche se non è ancora una valenza negativa però ci viene tristezza, pensiamo alla morte della fantasia, ad un mondo di burattini tutti uguali.

Quando invece per omologazione ci si riferisce al comportamento, soprattutto a certi tipi di comportamento, allora dalla tristezza passiamo all’arrabbiatura, alla frustrazione, alla depressione. Pensiamo ai politici “di buone speranze” che partono pieni di ideali, di energie di voglia di fare e vanno a sbattere con una realtà di compromessi, di corruzione, di retorica e di falsità e, invece di reagire e continuare a portare la loro voglia di rinnovamento…. si arrendono, si adattano …. si omologano verso il basso in un processo che è vergognoso anziché virtuoso.

Omologazione è quando rinunciamo alle nostre idee, alla sana protesta che tiene vigile l’attenzione e la capacità critica, la voglia di combattere e “stancamente” ma anche colpevolmente e con complicità ci arrendiamo a tutto quello che non sopportavamo, al compromesso, al malaffare, al pensiero mafioso.

Bisognerebbe sostituire il detto “ meglio un giorno da leone che cento da pecora” con: “ meglio vivere un giorno da idealista che cento da omologato.

L’omologazione non solo uccide la fantasia ma appiattisce tutto, toglie l’entusiasmo, porta via i sogni e fa pensare che tutto debba finire in una certa maniera, cioè male. Ci porta a pensare che è inutile impegnarsi tanto vinceranno sempre gli altri, i corrotti, i trafficoni, i malfattori ….. i cattivi.

Il mondo omologato è senza futuro, senza speranze, piatto e infelice. E’ un mondo tutto uguale dove non ci si sorprende più, dove è tutto è scontato, appunto omologato.

Ma la risposta è dentro di noi, è la resistenza a tutte le pressioni che ci vogliono diversi da noi stessi, pessimisti, remissivi, uguali al peggio. Il motto “ora e sempre resistenza” è forse l’unica speranza di che ci rimane, non è importante se gli altri ci considereranno dei perdenti, ma è meglio perdere una battaglia con dignità che vincere la guerra senza onore. Dignità, onore, valori, tutte parole vuote e senza senso per chi mette al primo posto l’interesse personale a scapito del bene collettivo e dell’amore fraterno.

Resistiamo, protestiamo, viviamo da persone libere, in questo manterremo la nostra speranza e saremo la luce per gli altri e per il mondo.

Claudio Fontana

Concrete Onlus

Il 3 novembre, da ormai svariati anni, viene celebrata la “Giornata internazionale delle persone con disabilità”.

Molti dei giorni dell’anno hanno ormai una dedica ad un argomento e questo dovrebbe servire a essere concentrati quel particolare giorno su di un particolare tema, per fare un bilancio della situazione raggiunta e stendere programmi per l’anno successivo fino alla prossima giornata dedicata allo stesso argomento.

E questo è il senso anche per la “Giornata internazionale delle persone con disabilità”, che oggi è diventata anche la “Giornata internazionale dell’inclusione”; certamente perché non ha senso discutere di un argomento che è anche un importante problema, se poi non si indicano e non si mettono in pratica le soluzioni che in questo caso è proprio L’INCLUSIONE.

Questa giornata non esiste da sempre ma soltanto da una trentina d’anni, per la precisione dal 1992 quando le Nazioni Unite l’hanno stabilita; in questi anni io ci sono sempre stato e vi posso assicurare che ce ne sono stati alcuni in cui in quel giorno non si è parlato d’altro, con iniziative teoriche e pratiche che hanno coinvolto l’attenzione dell’opinione pubblica di tutta Italia ma anche europea e internazionale. Altri invece, come mi sembra questo 2022, dove la giornata e l’’argomento a cui è dedicata, sono passati in sordina, in secondo piano. Non dico che non ci siano dei validi motivi a distrarci ma se esiste una giornata, una sola giornata, dedicata ad un tema, cerchiamo quel giorno di concentraci su di esso e di tirarne fuori il massimo per l’anno a seguire, soprattutto chi per motivi diversi, personali, professionali, familiari, è coinvolto ed immerso sempre e talvolta da sempre, in questa materia.

E anche se la giornata è ormai passata, ed è passata in sordina, non perdiamo l’occasione di riflettere sullo stato dell’arte di questo tema che a volte si riduce soltanto a delle dissertazioni terminologiche su se sia meglio disabile o portatore di handicap, mentre invece per tanti di noi è molto più “sostanza” perché tutti i giorni ci imbattiamo nei problemi che la mancata INCLUSIONE provoca.

Ma è proprio questa la parola magica INCLUSIONE, che può fare il miracolo se messa in pratica, lo può fare per la disabilità ma anche per tutte le “diversità” e siccome le persone che compongono il genere umano sono tutte diverse l’INCLUSIONE è la maniera che permetterà a tutti di vivere una vita compiuta, senza esclusione.

Claudio Fontana

Concrete Onlus

Vi sarete accorti che mi piace sempre incominciare con un riferimento musicale: “perdono, perdono, perdono…” diceva il ritornello di una canzone di Caterina Caselli degli anni ’60; era lei chiedeva il perdono.

Certamente oggi ci sono molti che dovrebbero chiedere perdono: chi si è dimenticato dei disabili, degli anziani, dei più fragili o al massimo li mette all’ultimo posto; chi tradisce la fiducia degli elettori che l’hanno votato perché portasse avanti un certo programma ed invece non solo il programma non va avanti ma se lo trovano addirittura in un altro partito; perdono in ginocchio da chi non ha ben presente che non c’è nessun merito ad essere nati benestanti, in un paese occidentale, sani e bellocci andandosene in giro tronfio con il petto gonfio girando la testa se qualcuno ha fame, soffre o sbarca sulle nostre spiagge.

Ma non è della “richiesta di perdono” che vi voglio parlare oggi ma dell’”offerta di perdono” che dobbiamo essere sempre pronti a donare, di nostra iniziativa, anche a chi non lo chiede, chi non lo vuole, chi non sa neanche cosa sia. Perché questo perdono che noi offriamo spontaneamente, volontariamente fa bene soprattutto a noi che lo doniamo, ci rasserena, ci fa stare in pace con il mondo, ci fa affrontare le situazioni in una maniera più lucida….. il perdono è la nostra vittoria.

E ancora di più e prima di tutto la capacità di perdonare noi stessi: quante volte non riusciamo ad uscire dal loop di una situazione perché rimuginiamo sul passato, ci diciamo “se non avessi fatto, se non avessi detto…”, e rimaniamo immobili, imbambolati mentre tutto il resto va avanti, si muove e ci lascia indietro.

Se impariamo a perdonare eliminiamo o limitiamo il dolore, fisico e della mente; troviamo l’energia per ricominciare di nuovo, “shocchiamo”, disorientiamo gli altri con il nostro comportamento. Quando tutto sembra perduto in una gara sportiva, disorientare l’avversario è spesso una “buona chance” per ribaltare la situazione o perlomeno di farsi ricordare dal “pubblico”, che sono gli altri nella nostra vita.

Pensiamo all’esempio del Ruanda, un paese distrutto dal genocidio nel 1994, che quasi subito capisce che la soluzione in una situazione così estrema è SOLO IL PERDONO: si elimina quasi subito la pena di morte e dopo 20 anni da questo terribile evento, decide che non ha più senso tenere le persone in prigione, bisogna dar loro una prospettiva e dare un insegnamento a chi ancora poteva provare rancore e voglia di vendetta: APRE LE CARCERI E INVENTA IL PERDONO DI STATO!

E mi stupisco di essere qui adesso a sottolineare una cosa che è così evidente, “lapalissiana”, ma che purtroppo nella mente contraddittoria del genere umano non è ancora riuscita a mettere radici: il perdono ci fa stare meglio, ci fortifica, ci cambia la vita.

E ricordate che il perdono non ha quasi mai una base razionale, un calcolo, anzi se mira ad ottenere qualche cosa negli altri sbaglia il suo obiettivo e rischia di farci avere delle delusioni ancora più forti. Il perdono è irrazionale, istintivo, spontaneo, inarrestabile come l’amore, è un regalo appunto, una cosa che si offre PER-DONO.

E volendo chiudere con un motto, che spesso aiuta a ricordare meglio le cose possiamo dire: NON SANNO COSA PERDONO QUELLI CHE NON CONOSCONO IL PERDONO.

Claudio Fontana

Concrete Onlus

Da poco più di due settimane si è insediato il governo Meloni, il 68° esecutivo della Repubblica Italiana, che porta con sé nuove figure istituzionali e nuovi progetti su cui lavorare. Tra i vari volti troviamo Alessandra Locatelli, già precedentemente ministra per la famiglia e le disabilità nel governo Conte (per soli 2 mesi) e ora ministra per le disabilità per il governo Meloni. Ovviamente quando c’è un passaggio di consegne non si riparte mai da zero, ma si ereditano parti di un lavoro che qualcuno ha già svolto ed è bene proseguire cercando di raggiungere obiettivi sempre più alti. Questo riguarda proprio il caso del “progetto S.T.A.I”: con il decreto n. 8036 dell’8 giugno 2022, il dirigente dell’Unità Organizzativa disabilità, volontariato, inclusione e innovazione sociale Roberto Daffonchio firmava per un progetto incentrato sul turismo accessibile che ora è arrivato nelle mani della ministra Locatelli e dei suoi collaboratori.

“S.T.A.I” è infatti l’acronimo di Servizi per un Turismo Accessibile e Inclusivo, e questo progetto può essere davvero una grande occasione per iniziare a cambiare le cose. Il termine ultimo per presentare la domanda e la relativa documentazione era fissato al 30 giugno 2022, ed era rivolto agli enti pubblici, agli enti del terzo settore, alle organizzazioni di volontariato, alle associazioni di promozione sociale e a molte altre realtà che si occupano di inclusione e di persone disabili. Con più di 2 milioni di euro destinati a questo progetto si ha la possibilità di rovesciare un sistema turistico ancora troppo obsoleto e discriminatorio, che non solo non tiene conto delle persone con disabilità ma solitamente ne limita fortemente l’accesso sia alle strutture che alle attività che gravitano attorno.

Come riportato sul sito della regione Lombardia:
“Si tratta di una progettazione innovativa basata sui temi dell’accessibilità universale, dell’inclusione, della salute e del benessere, e ha natura di progetto-pilota da testare nelle provincie di Bergamo e Brescia per poter essere poi esportato in altri territori lombardi e applicato ad altre tipologie di eventi e manifestazioni.”

La zona di riferimento è al momento quella lombarda con particolare interesse nelle province di Bergamo e Brescia, ma noi ci auguriamo che questo sia solo un inizio e che una simile progettualità si diffonda a macchia d’olio in tutta Italia. Gli obiettivi a cui si punta sono ambiziosi e più che mai necessari: dal favorire la presenza di turisti con disabilità e dei loro familiari, alla realizzazione di infrastrutture e all’organizzazione di servizi accessibili fino ad arrivare alla creazione di tirocini lavorativi per persone con disabilità (e quest’ultimo obiettivo è forse il più difficile da realizzare, avendo in Italia una cultura del lavoro ancora arretrata e abitata da pregiudizi nei confronti delle persone con disabilità come lavoratori partecipi e attivi).
Lunedì 7 novembre, a Sale Marasino la ministra Locatelli ha partecipato proprio alla presentazione di questo progetto di Regione Lombardia. «Entro la fine del 2023 – ha dichiarato la ministra- sono intenzionata a conoscere i progetti promossi da ogni regione per portare all’attenzione di tutti il tema dell’inclusione e dell’accessibilità universale.

La piena partecipazione delle persone alla vita quotidiana, così come previsto dalla convenzione Onu e dall’Agenda 2030, passa anche attraverso il riconoscimento di percorsi di formazione e lavoro che siano accessibili a tutti, ma anche attraverso l’accessibilità universale alla comunicazione, all’informazione, alla cultura e al turismo. Promuovere queste iniziative permette di diffondere – conclude – una maggiore attenzione alla cultura dell’inclusione e, più in generale, di mettere in luce quelli che sono i bisogni delle persone con disabilità e delle loro famiglie per dare loro risposte puntuali e adeguate».

Ci piace pensare che questa occasione non sarà sprecata, e che i soldi investiti guidino gli sforzi di tutti verso risultati ottimali e condivisi. Noi di Concrete ci occupiamo di viaggi da molti anni e sappiamo bene quante difficoltà ostacolino la buona riuscita di quest’esperienza. Viaggiare significa esplorare, conoscere nuove culture e nuovi luoghi, allargare i propri orizzonti e tornare a casa arricchiti da incontri e immagini che ci hanno cambiato. È davvero arrivato il momento di permettere a tutte le persone di godere di una simile esperienza, senza lasciare ricordi negativi ma solo il desiderio di ripartire ancora.

Sara Riccobono
Concrete Onlus