Si parla spesso di di come le liberalizzazioni siano la soluzione per migliorare i servizi, perchè la competizione abbassa i prezzi e miglora i servizi.
Io preferisco parlare di collaborazione, anzichè di competizione, in uno stesso settore, per migiorare e estendere un servizio a quanti più possibile.
Prendiamo come esempio i settori dove noi siamo impegnati: i servizi alle persone disabili, che sono insufficienti in Italia e che possono essere migliorati, potranno essere sicuramente estesi sia come campo di azione sia come numero di persone che ne potranno beneficiare, se tutte le organizzazioni che si occupano di disabili collaboreranno tra di loro. I professionisti offriranno le prestazioni tecniche e ne garantiranno la continuità, mentre il volontariato completerà il supporto nel tempo libero, lo svago e la vita quotidiana.
Nei trasporti pubblici, dove in questi giorni imperversa la polemica assurda tra Taxi e NCC, basterebbe pensare a come siano diversi i due tipi di servizio e a quanto talvolta si deve aspettare in aeroporto o in stazione per poter salire su uno di questi mezzi, per trovare una soluzione che permetta a tutti di lavorare e al servizio di essere esteso e più soddisfacente.
Il problema è che il “protezionismo” ed il “corporativismo” non sono forme di tutela del lavoro e dei servizi, ma sono forme di egoismo di chi, da una posizione privilegiata, difende lo status quo di maggior favore, disinteressandosi degli altri, lavoratori o utenti non ha importanza.
Quindi, se vogliamo migliorare questa società, proviamo a collaborare invece che litigare, mettendo regole che inducano alla cooperazione e non alla divisione.
https://www.concreteonlus.org/wp-content/uploads/2018/12/help-164755_1280.jpg8471280Samuele S.https://www.concreteonlus.org/wp-content/uploads/2024/05/Food-KING-logo-845x321.pngSamuele S.2018-12-27 12:03:442018-12-27 12:03:45C’È POSTO PER TUTTI
In quarant’anni di attività con le persone disabili, migliaia sono gli individui con i quali ho avuto a che fare. Disabilità e personalità differenti, con capacità e attitudini le più diverse, ma tutte con delle aspirazioni che volevano essere realizzate.
Anche le famiglie da cui provenivano queste persone sono state molto variegate, con coscienza e aspettative verso i propri figli a volte esagerate, a volte troppo riduttive nel valutare le possibilità di successo. Nella maggior parte dei casi famiglie che, nonostante le difficoltà oggettive che una disabilità comporta, a volte aggravate dalle ristrettezze economiche, comunque progettavano il futuro dei loro figli e, per quanto possibile, li coinvolgevano in questa operazione.
Mi è capitato però, talvolta, di imbattermi in famiglie che per iperprotezione, senso di colpa ( ma di quale colpa stiamo parlando?), vergogna (ma di che cosa?) hanno negato ai lor figli, perchè disabili, la possibilità di avere, o almeno tentare, una vita piena come tutti gli altri, che significa amicizie, scuola, lavoro, amori, una nuova famiglia propria. Famiglie soprattutto di estrazione medio-alta, con buone condizioni economiche, che finchè relativamente giovani hanno pensato di potersi sostituire in tutto e per tutto “agli altri”, che hanno tenuto i figli “separati dal mondo”.
Famiglie che, con il passare del tempo non hanno più avuto la forza e la voglia di accudire in maniera totale i propri figli; figli che con il passare del tempo si sono resi conto, impotenti, di quanto la vita fosse passata senza che loro avessero potuto realizzarsi. In questo panorama che si ripete sempre, a noi che siamo operatori esperti, motivati e preparati su questo tema, il compito di intervenire, appoggiare, stimolare con il dovuto garbo ma anche con forza ed energia, affinche dall’inizo alla fine della sua vita, ognuno possa dire di aver soddisfatto questo DIRITTO AD UNA VITA PIENA … o almeno di averci provato.
https://www.concreteonlus.org/wp-content/uploads/2018/11/WhatsApp-Image-2018-03-30-at-13.26.59.jpeg9661288Samuele S.https://www.concreteonlus.org/wp-content/uploads/2024/05/Food-KING-logo-845x321.pngSamuele S.2018-11-29 10:11:022018-11-29 10:11:04IL DIRITTO AD UNA VITA PIENA
Quando ho iniziato a giocare a pallavolo in carrozzina non avevo una carrozzina super leggera come i miei compagni, ma una “leggera”, se così si poteva definire, dato che ogni volta che volevo andare in giro mi trovavo a dover rompere le scatole a qualcuno, perché da sola era ingestibile tirarla giù dalla macchina.
Purtroppo, la mia ex fisiatra non mi ha mai prescritto l’uso della carrozzina super leggera, ma solo di quella leggera, perché cammino (i grandi misteri della vita), e questo mi portava disagio e difficoltà nei movimenti.
L’anno scorso ho cominciato a giocare a pallavolo in carrozzina con Volley a 4 Ruote, ma mi sono trovata inizialmente in maggiore difficoltà rispetto ai miei compagni di squadra, perché, oltre a non essere abituata a muovermi da sola in carrozzina, la mia era anche più pesante rispetto a quelle sportive e super leggere dei miei compagni.
Parlandone con una delle mie compagne, in particolare la mia migliore amica mi è venuta incontro regalandomi la sua, perché le doveva arrivare quella nuova e al posto di buttarla (dato che era ancora in buono stato) ha preferito cederla a me.
Il passo successivo è stato quello di farmi conoscere la sua fisiatra e, dopo varie pratiche burocratiche e la scelta dei vari materiali e del colore, ecco che finalmente pure io ho la mia carrozzina super leggera!
Beh, che dire, la mia vita quotidiana è cambiata: sono molto più attiva da quando ho la mia super leggera e mi sono già ribaltata una volta… anzi due! Ma fa parte del pacchetto!
Un mio compagno di squadra mi ha insegnato che se la carrozzina non la uso tutti i giorni le ruote gonfiabili tendono a sgonfiarsi. Quindi cerco di usarla con costanza e faccio attenzione alla manutenzione.
Vi riportiamo un articolo scritto dal Dottor Lorenzo Edera ed originariamente pubblicato sul Sole 24 Ore del 18 luglio 2017.
L’argomento è sicuramente delicato, ma può servire ad aprire ed abbattere ulteriori muri , che costringono la persona con disabilità in ambiti ancora poco esplorati e ancora con luci ed ombre.
Esperienze analoghe sono state fatte e realizzate in Regione Emilia Romagna.
Cè un’originale proposta di legge in Regione Lombardia.
A proporla sono i consiglieri del Movimento 5 Stelle. Il titolo è «Sperimentazione regionale per l’assistenza emotiva, affettiva e sessuale per persone disabili o con patologie invalidanti».
L’obiettivo sarebbe quello – come si legge nel testo proposto e depositato in Consiglio regionale – di garantire loro attività sessuale, in nome del «rispetto» e della «educazione».
Il documento spiega meglio che non si tratta di semplice assistenza sessuale, in quanto potrebbe risultare «riduttivo», ma di «assistenza all’emotività, all’affettività, alla corporeità e alla sessualità».
Il testo
L’ipotesi è che a aiutare questo percorso sessuale per disabili siano veri e propri assistenti sessuali: «un operatore professionale con orientamento bisessuale, eterosessuale o omosessuale che deve avere delle caratteristiche psicofisiche e sessuali “sane” (importanza di una selezione accurata degli aspiranti assistenti sessuali)….Questo operatore, formato da un punto di vista teorico e psicocorporeo sui temi della sessualità, permette di aiutare le persone con disabilità fisico-motoria e/o psichico/cognitiva a vivere un’esperienza erotica, sensuale e/o sessuale. Gli incontri si orientano in un continuum che va dal semplice massaggio o contatto fisico… fino a stimolare e a fare sperimentare il piacere sessuale dell’esperienza orgasmica».
Il nuovo operatore e l’albo
L’operatore si chiamerà «operatore del benessere sessuale». Per la formazione ci sarà bisogno di un corso specializzato e sarà «costituito presso l’assessorato competente della Regione un apposito registro dove iscrivere gli Oeas (operatori all’emotività, affettività e sessualità per persone con disabilità o patologie invalidanti».
I corsi (da almeno 200 ore) saranno gestiti da onlus, i costi saranno a carico dei partecipanti; la Regione Lombardia contribuirà con un rimborso stabilito.
I requisiti
Tra i requisiti richiesti ci sono l’idoneità psicofisica e titoli qualificanti in professioni preferibilmente sanitarie e sociologico-assistenziali. Ma anche «avere una situazione socio economica che consenta loro una vita civile anche senza i compensi derivanti da questa attività» e la garanzia di «riservatezza sulla attività come segreto professionale nei confronti di terzi; alla stessa riservatezza saranno tenuti i partner preventivamente informati».
Sarebbe anche prevista una sperimentazione triennale, per cui verrebbero stanziati 100mila euro all’anno.
Così è scritto nella proposta di legge n. 357 di iniziativa consiliare, firmata dai consiglieri Macchi, Buffagni, Carcano, Casalino, Corbetta, Fiasconaro, Maccabiani, Nanni e Violi, già trasmessa alle commissioni consiliari competenti dal presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo.
https://www.concreteonlus.org/wp-content/uploads/2018/11/graffiti-1088873_1280.jpg9601280Samuele S.https://www.concreteonlus.org/wp-content/uploads/2024/05/Food-KING-logo-845x321.pngSamuele S.2018-11-20 09:51:572018-11-20 09:51:58ASSISTENZA AFFETTIVA E SESSUALE PER DISABILI: REALTÀ O UTOPIA?
L’atrofia muscolare spinale, più comunemente conosciuta con la sigla SMA, acronimo della versione inglese Spinal Muscolar Atrophy, è una malattia genetica neuromuscolare che coinvolge i motoneuroni, cellule nervose molto importanti da cui partono i nervi diretti ai muscoli e che trasmettono i segnali motori. La SMA colpisce circa 1 neonato ogni 10.000 e costituisce la più comune causa genetica di morte infantile.
Per far luce sui nuovi sviluppi della ricerca scientifica, per scoprire le tecniche fisioterapiche relative alla SMA e per avventurarsi nel modo delle attrezzature di ausilio alla SMA vi invitiamo a partecipare in data Sabato 17 novembre 2018, presso l’Hotel Cosmopolitan di Bologna al XVII Convegno nazionale ASAMSI dal titolo “SMA: tra nuove conquiste scientifiche e la certezza dei propri diritti”.
https://www.concreteonlus.org/wp-content/uploads/2018/11/181bbfa794e218f5cd90439ff3dd1578_L.jpg5521200Samuele S.https://www.concreteonlus.org/wp-content/uploads/2024/05/Food-KING-logo-845x321.pngSamuele S.2018-11-02 09:57:502018-11-02 09:57:53La SMA, una battaglia non ancora persa.