IL CONTRASSEGNO EUROPEO DIVENTA UNIFICATO

Oggi nella nostra rubrica legata all’informazione, vogliamo parlare di un argomento che interessa una la categoria di persone disabili il famigerato Contrassegno europeo finalmente diventa unificato.

Il Contrassegno europeo classico è associabile alla funzione che agevola il parcheggio o sosta nella aree indicate dove può essere utilizzato o nei normali parcheggi a pagamento (quelli blu) esenta dal totale pagamento della sosta, come avviene normalmente per altri veicoli privi di questo pass.

Hanno diritto al contrassegno auto per invalidi tutti i cittadini invalidi agli arti superiori, i disabili psichici e, più in generale, le persone affette da patologie che precludono la mobilità in autonomia. Le domande di rilascio dei contrassegni per le persone con disabilità possono essere presentate: presso gli uffici preposti dei Municipi di appartenenza. presso la ASL di appartenenza, attraverso il medico legale che rilascia il certificato medico.

Le migliorie per questo genere di pass hanno trovato un ulteriore sviluppo solo di recente, dopo il seguente decreto che ha finalmente portato un notevole upgrade al suo utilizzo, dove prima si avevano ancora impedimenti di natura tecnica.

Con la definitiva adozione del Decreto Ministeriale Infrastrutture del 5 luglio 2021, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 2 agosto 2021,  è stato istituito il Registro Pubblico CUDE, una banca dati nazionale online che contiene tutte le informazioni relative al Contrassegno Unificato Disabili Europeo.

La caratteristica del Contrassegno Unificato Disabili Europeo è quella di consentire, alla persona con disabilità, di circolare dove normalmente agli altri utenti è vietato, su tutto il territorio dell’Unione Europea, non solo in Italia.

Il Cude è un documento digitale, che sostituisce quello cartaceo, introdotto nel 2012.

Quali sono le novità più rilevanti: innanzitutto la digitalizzazione; il D.P.R. N°151/2012 «Regolamento in materia di strutture, contrassegno e segnaletica per facilitare la mobilità delle persone invalide» pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 203 del 31-8-2012 aveva già introdotto il CUDE con il nuovo formato europeo del contrassegno.

Il D.M. del 5 luglio non ha fatto altro che seguire il regolamento del 2012 ed istituire il registro per raccogliere e comunicare i dati dei contrassegni in modo tale che, applicando un microchip elettronico sul contrassegno disabili, i dati potessero (possono) essere letti e controllati in tempo reale tramite un dispositivo collegato a detto registro.

Queste e altre informazioni le si possono trovare sul sito del Ministero dei Trasporti.

Cristian Belluzzo

Concrete Onlus

LO STATO SIAMO NOI

Molte volte mi è capitato per ragioni di lavoro o semplicemente come semplice cittadino, di parlare per nome e per conto dello Stato, di rappresentarlo in qualche modo. Di fronte a me avevo persone come me che però sembravano essere “dall’altra parte della barricata”, di sentire lo Stato come un elemento estrano, qualche cosa di avverso e da combattere.

Tutto questo, probabilmente, per una confusione che siamo portati a fare, cioè confondere lo Stato con chi in quel momento lo rappresenta: uomo politico, impiegato dell’agenzia delle entrate, poliziotto o carabiniere. Oppure quando sentiamo lo Stato come un’entità impersonale, anonima, una macchina senza sentimenti pronta a macinare tutto e tutti.

Non che io non abbia provato questo tipo di sensazioni, ma non le ho mai condivise perché accettarle significa “lasciare agli altri qualche cosa che è tutti e perciò anche mio”, significa subire i soprusi di chi rappresenta in quel momento “indegnamente” lo Stato, essere soggetto gli abusi di potere che in quanto abusi sono da limitare e non da avvallare, oppure l’indifferenza del funzionario che si accorge dell’ errore della burocrazia o dell’inadeguatezza della norma e non fa nulla per superarla o segnalarla.

Tutte le volte che ci imbattiamo nello Stato dobbiamo sentirlo come nostro, un organismo collettivo di cui facciamo parte a pieno titolo e sul cui comportamento dobbiamo sempre dire la nostra ma in maniera obiettiva senza prendere in giro nessuno e anzitutto noi stessi

  • – Quando ci arriva una contravvenzione pensiamo se abbiamo rispettato la norma, oppure se eravamo in regola o se qualcuno a voluto forzare la norma e poi comportiamoci si conseguenza
  • – Quando si tratta di pagare le tasse, utilizziamo pure tutte le agevolazioni e riduzione di cui abbiamo diritto (facciamoci anche aiutare, non è bello essere ignoranti), ma poi paghiamole perché sono il “salario dello Stato” e nessuno di noi ha piacere quando non pagano o ritardano il pagamento dello stipendio o di una fattura.
  • – Quando diciamo che vogliamo una vita lunga per noi e i nostri figli, allora facciamo veramente la differenziata, non buttiamo l’olio o la vernice nel lavandino e, perché no, raccogliamo i rifiuti abbandonati per strada, anche se li hanno lasciati gli altri

Certamente anche lo Stato sbaglia, o non si comporta correttamente, il più delle volte perché chi lo rappresenta in quel momento non è all’altezza della situazione oppure è menefreghista o peggio ancora fa solo i suoi interessi personali in malafede. 

Ma lo Stato ha le sue forme di autocontrollo, nelle procedure, nei tribunali e nella giustizia, nei politici che ancora sanno cosa vuol dire questo termine.

E anche quando queste cose non funzionano più o sono lente o incredibilmente distorte e lontane da quello per cui erano state pensate, esiste il dissenso, la protesta, la disubbidienza, l’obiezione, tutto svolto però in una maniera civile che non perda mai l’orientamento sul perché si obbietta, si dissente, si disubbidisce …. per riportare le cose in ordine come dovrebbero essere, oppure cambiarle per migliorarle.

Lo Stato è nostro, è frutto delle regole e del nostro comportamento e quando sbaglia e sia allontana da noi cittadini è nostro dovere dissentire per riportarlo sulla strada giusta. 

L’alternativa è quella di diventare “vittime” dello Stato e quindi di soccombere, oppure quella di omologarsi a questo sistema e di diventare a nostra volta carnefici degli altri. 

Niente di tutto questo deve essere la nostra prospettiva: ricordiamoci sempre che lo Stato siamo anche noi e in questo senso sentiamoci responsabili di quello che nello Stato accade.

Claudio Fontana

Presidente Concrete Onlus

Tecnologia e disabilità GIUGNO 2021

Cari lettori, bentornati nella rubrica tecnologia e disabilità

Mi sono già presentato in precedenza, sono Cristian un ragazzo disabili che da diversi mesi lavora a stretto contatto con Concrete Onlus.

Come persona disabile ho sempre avuto difficoltà a scrivere sotto dettatura, per questioni legate ai miei tempi e sopratutto alle mia mobilità. Questo problema risale ai tempi delle scuole elementari, ricordo che all’epoca trovai aiuto e conforto nel figlio di una delle mie insegnanti, che frequentava la mia stessa classe. Ricordo che si dedicò con molta pazienza ad insegnarmi le basi della scrittura su tastiera, grazie al suo prezioso aiuto e l’allenamento che portai avanti negli anni, oggi posso affermare di avere raggiunto una notevole dimestichezza con questo strumento, che è di vitale importanza per la mia comunicazione con il mondo esterno.

L’esperienza formativa delle scuole elementari ha fatto nascere un amicizia con il figlio della mia professoressa che tutt’oggi porto avanti, ha fatto nascere anche una passione che ancora oggi mi infuoca, la passione verso il settore informatico. Le mie prime esperienze da amatore dell’informativa risalgono a quanto avevo 10/13 anni, ricordo con piacere la mia prima esperienza di sostituzione componenti Hardware, l’esperienza di maneggiare un vecchio 486, Anche se le mie prime esperienze risalgono al maneggiare un commodore 16 per poi passare finalmente ho il Commodore 64, che usavo anche per giocare e per scrivere semplici formati testuali.

Per poi passare al mio primo PC che funzionava con MS DOS sistema operativo antenato di Windows (Molto diverso da quello che siamo abituati ad utilizzare oggi). Come un bambino in un negozio di caramelle, la mia passione aumentava giorno dopo giorno, la mia voglia di imparare imparare cose nuove ed esplorare un mondo pieno di potenzialità. Sono passati più di 30 anni, ancora oggi questa passione è viva dentro di me.

Oggi le mie attenzioni si sono concentrate principalmente sull’utilizzo di internet, la navigazione, il contenuto, la realizzazione di semplici progetti web, ad oggi sono nel pieno processo formativo e creativo, sono molto motivato e consapevole che si tratta di una formazione continua. Chi si ferma in questo settore è perso.

Da inizio 2021 lavoro ufficialmente per la Cooperativa concrete Onlus, che mi ha permesso di sperimentare il funzionamento del mondo del lavoro e di iniziare un nuovo percorso di crescita professionale.

I miei progetti lavorativi per il futuro prevedono:

  • La realizzazione di un piccolo server casalingo per la gestione di dati e progetti a questo collegati, il progetto futuro sarà quello di estenderlo su una scala maggiore e proporlo all’interno dell’azienda per un aggiornamento iniziale del reparto archivio digitale.
  • Avanzamento nelle conoscenze informatiche relative alla realizzazione di siti web per accrescere il mio livello, nuovi linguaggi di Market e di programmazione.
  • Diventare una risorsa indispensabile all’interno dell’azienda e poter acquisire competenze professionali così da potermi vendere al meglio sul mercato del lavoro.

Spero di riuscire a trasmettere le mie ambizioni future, Sperando di essere di ispirazioni a persone che vivono in condizioni simili alle mia e che magari pensano di non poter riuscire a realizzarsi nella vita. Tutto è possibile, basta crederci!.

Cristian Belluzzo

IL CONCETTO DELLA RELATIVITA’

Qualcuno potrebbe pensare che vi voglia parlare di fisica, che mi voglia riferire al grande Einstein. Si certo mi piacerebbe farlo soprattutto per descrivere la leggerezza e il senso dell’umorismo che questo scienziato ha avuto nel parlare di importanti argomenti che hanno cambiato il corso della storia e della vita del genere umano.

Ma non è di questo che vi voglio parlare.

Voglio invece descrivervi di come le cose cambiano a seconda del punto di vista da cui le si guarda, dalle informazioni che si hanno – puoi leggere anche ignoranza – , dalla diversità della condizione delle persone che porta a fare ragionamenti diversi su temi importanti come il senso della vita, le motivazioni per andare avanti …. o per fermarsi.

Finalmente dopo 17 mesi di “lock down totale” sono riuscito a spostarmi, a fare un viaggio importante, a uscire dai confine e dalle barriere che questa pandemia, non ancora finita, ci ha imposto. Sono tornato a prendere un aereo dopo tanti mesi, per tornare in Africa a vistare l’orfanotrofio che da tempo seguiamo (progetto uganda clicca qui) e questa distanza protratta nel tempo mi ha reso evidente ancora una volta di come sia diversa la vita e la sua prospettiva a seconda da come la si guarda – teoria della relatività – .

L’impatto è stato forte, qui in Uganda la pandemia è sentita ma è molto più lontana dalla vita della gente. Si parte da un punto di vista oggettivo che vede solo qualche decina di migliaia di casi e qualche centinaia di decessi con una popolazione di 42 milioni di abitanti. La sensazione è di oppressione ancora maggiore che da noi dal punto di vista della burocrazia: all’arrivo all’aeroporto chi non è vaccinato viene portato a rifare il test, nonostante l’abbia fatto prima della partenza; si viene caricati su di un pulman dopo un giorno di volo, bisogna aspettare altre 4 ore, pagare altri soldi, sempre con il timore di risultare positivi – chissà per quale ragione – di venire letteralmente deportati ad una quarantena a pagamento che non puoi scegliere, senza poter dire una parola …….  che oppressione!

Ma una volta che si esce dall’aeroporto la sensazione è diversa. le mascherine si vedono solo nelle zone popolate dagli stranieri/occidentali, ma anche li sono pochissime e le persone che le indossano lo fanno più per un motivo formale che sostanziale. Si respira un aria di libertà che in Italia da tempo non abbiamo più, ritorna in mente il tempo in cui ci spostavamo liberamente, ci guardavamo in faccia e respiravamo aria pulita senza soffocarci.

Certo c’è anche qui il coprifuoco, ma più per motivi politici e di controllo della popolazione che per esigenze sanitarie. Infatti l’Uganda esce da elezioni presidenziali molto controverse e la pandemia è stata un’occassione per chi comanda per esercitare forme di controllo e anche di repressione in nome della salute ma che niente hanno a che fare con il virus.

E che dire di come vive questa realtà la gente dei villaggi, quelli che ancora hanno una vita legata alle fasi del sole me della luna, quelli che vivono in connessione con i ritmi della natura e delle stagioni: per molti di loro nulla è cambiato, non si sono accorti di nulla o forse sono stati solo sfiorati da quello che è successo nel mondo, hanno continuato a vivere la loro vita con i ritmi di sempre sia perchè l’informazione arriva poco – sembra inpossibile in tempi di social ma almeno metà della popolazione terrestre è fuori da questa realtà – sia perchè abituati a ben altre malattie, questa ha fatto loro neanche il solletico.

Benedetta ignoranza o sciagurata incoscienza?

Fate un po’ voi, resta il fatto che in questi giorni ho respirato – nel vero senso della parola – un aria di libertà che da tempo mi mancava.

Claudio Fontana

Presidente Concrete onlus

Come ogni anno Il 2 aprile si celebra la Giornata Mondiale della Consapevolezza dell’Autismo

Questa giornata molto importante è stata istituita recentemente, nel 2007 dall’Assemblea Generale dell’ONU.

Di cosa di tratta?, I disturbi dello spettro autistico (Autism Spectrum Disorders, ASD) sono un insieme eterogeneo di disturbi del neurosviluppo che comportano una interazione qualitativa minore nell’aspetto sociale e nella comunicazione, questo comporta anche atteggiamenti/modelli ripetitivi e nel comportamento dell’individuo, questo condiziona anche i suoi interessi e le attività di tutti i giorni.

la sintomologia può avere intensità e manifestazioni differenti in ogni individuo, questo comporta una strategia variabile nel tempo proprio per venire incontro al cambiamento dei bisogni e di sostegno.

Le statistiche nel mondo riportano che:

1 su 54 tra i bambini di 8 anni negli Stati Uniti,

1 su 160 in Danimarca e in Svezia,

1 su 86 in Gran Bretagna.

In Italia, 1 bambino su 7 (età 7-9 anni) presenta un disturbo dello spettro autistico.

L’obiettivo è quello di far luce su questa disabilità, promuovendo la ricerca e il miglioramento dei servizi e contrastando la discriminazione e l’isolamento di cui ancora sono vittime le persone autistiche e i loro familiari.