IL FUTURO DEL TURISMO
Per noi che ci occupiamo di turismo, il futuro che esso potrà avere è un bel
interrogativo.
Certamente il bisogno di viaggiare, di spostarsi, di conoscere è ormai un diritto
acquisito che nessuno ci toglierà più, un po’ come l’istruzione, l’informazione
….. la lavatrice, ma probabilmente dovremo maturare altre tecniche, altre
mentalità per poterne godere. Probabilmente le tecniche di “turismo virtuale”
sviluppate in questi giorni di “lock down” ci aiuteranno a espandere i nostri
orizzonti senza bisogno per forza di spostarci e questo potrà estendere la
cultura e l’informazione sui luoghi del viaggio ad un numero più ampio di
persone.
Provate ad ascoltare la canzone di Annalisa BYE BYE, “…quello che conta
è il viaggio…” canta, anche senza spostarsi fisicamente da un luogo,
addirittura il viaggio può essere dentro di noi. MA LA VOGLIA DI SPOSTARSI,
DELLA VISITA OCULARE DI PERSONA NON PASSERA’ MAI. E’ proprio l’esperienza dello
spostamento, tutto quello che sta in mezzo tra la partenza e la destinazione
che ci interessa, la strada, il mezzo, la fatica, gli incontri, i piaceri, le
difficoltà che costituiscono “il sale” del viaggiare.
Per guardare la PRIMAVERA DI BOTTICELLI potete stare comodamente seduti a casa
vostra, attraverso uno dei tanti siti che mostra in immagini ad alta
definizione potrete osservarne particolari che neanche sul posto potreste
notare, con comodità, senza nessuno che spinge dietro, senza paura di far
scattare l’allarme perché vi siete avvicinati troppo. Addirittura potete
camminare all’interno degli Uffizi di Firenze semplicemente cliccando su di un
link (cliccate qui).
Ma volete mettere con la trepidazione di una partenza la mattina presto, le prime
luci dell’alba, il profumo e il gusto di un caffè in autostrada o alla
stazione, l’arrivo a Firenze, l’avvicinamento alla Galleria degli Uffizi,
camminare sui pavimenti che ha calpestato Lorenzo il Magnifico e tutti gli
altri Medici. Poi soddisfatti uscire e consumare un crostino toscano o una
pappa con il pomodoro all’ombra di Palazzo Vecchio? Tutto questo conforta noi che
del Turismo e dell’organizzazione del viaggio abbiamo fatto una professione, ci
conforta il fatto che non ci sarà nessun virus che possa fermare la voglia di
spostarsi e di vedere di persona i luoghi e le situazioni.
Certamente sarà una maniera di viaggiare più accurata, più attenta, meno caotica e anche
questo non può fare piacere a chi come noi, abituato a organizzare viaggi per
persone particolari come i disabili, abbiamo sempre dovuto curare i
particolare, scavalcare barriere, portarci attrezzature, a noi non può che far
piacere che quello che prima era una diversità, possa diventare la normalità
per tutti.
IMPORTANTE E’ CHE A NESSUNO, ALMENO UN PO, SIA NEGATO IL DIRITTO DI VIAGGIARE,
CONOSCERE, SCOPRIRE.
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