Il punto della situazione

Attingendo liberamente dalla cultura Pop anni 90 e ad alcuni film che principalmente hanno segnato la storia dell’immaginario collettivo di buona parte di noi, mi viene in mente una citazione molto forte che dice “la vita vince sempre”.

Erano gli anni novanta e l’economia aveva un motore irrefrenabile proiettato principalmente verso il futuro, la vita nei 90s era sicuramente volta all’insegna dell’esplorazione e del nuovo, il pensiero collettivo era molto più flessibile e le persone conducevano una vita ordinaria ma allo stesso tempo ricca di nuove possibilità. Il contesto della frase “la vita vince sempre” è principalmente legato alla biogenetica e alla bioetica, la fantasia che portò lo scrittore Michael Crichton a elaborare la sua opera dedicata alla creazione di un parco a tema con dei dinosauri riportati in vita, dove entrambi i lati combattono per la sopravvivenza e dove l’occhio del profitto viene sconfitto dalla forza travolgente e incontrollabile della natura. Ovviamente non è il contesto in cui viviamo oggi, si tratta di pura fantascienza. Ma possiamo trovare dei parallelismi interessanti come il fatto che oggi stiamo combattendo un nemico silenzioso e impertinente (coronarivus) che vuole a tutti i costi destabilizzare l’essere umano, facendo pressione sulle sue fragilità Maggiore, come il fatto di essere impotenti di fronte a qualcosa che non si vede e non si sente, ma di cui sentiamo ogni giorno parlare attraverso i media.

La nostra grande responsabilità?, Nel secolo scorso abbiamo creato e consolidato un sistema economico solido che si è evoluto in quello che viviamo oggi, una forza industriale che è diventata fondamentale, un potere globalizzante che ha diminuito le distanze; ha creato un parco a tema mondiale alla portata di tutti (o quasi) Non ha badato a spese, arrivando al suo massimo apice quando ha deciso di sostituire l’interesse sociale con quello capitale. Questa responsabilità si è trasformata nel tempo in una corsa all’oro, cercare di commercializzare il più possibile l’idea che l’uomo può mettersi al posto delle forze maggiori e imprevedibili che governano l’universo. Ci siamo quasi dimenticati delle nostre fragilità pensando di essere invincibili, cercando di diventare superiori alla vita e a tutto ciò che ci circonda. Abbiamo riportato in vita dei mostri dall’effetto “wow!”, non consapevoli che qualcosa di più antico di noi un giorno potesse piegare tutto il mondo sotto i suoi piedi.

A questo punto della storia si ha sempre un risvolto positivo, l’imprevedibilità dell’essere umano capace di cose straordinarie, in grado di formulare pensieri e parole fuori dal comune, siamo nuovamente chiamati ad una grande collaborazione, ognuno di noi ha la possibilità di far emergere lati positivi e lati negativi.

La dimostrazione che la vita vince sempre, la possibilità di poter sopravvivere e sottolineare sempre di più il nostro legame alla vita che riteniamo preziosa e di voler nei momenti di difficoltà comune cercare una soluzione al problema tracciando la rotta per la via d’uscita. Per costruire un mondo nuovo sulle ceneri di quello vecchio, un mondo migliore che non dimenticherà gli avvenimenti importanti o catastrofici della storia, per creare una struttura più solida.

Insieme stiamo percorrendo la strada che ci porterà ad un nuovo inizio.

Il punto della situazione – articolo a cura di Concrete Onlus

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E’ vero, probabilmente ne stiamo parlando troppo, non solo ha bloccato la vita di tutto il mondo ma l’ha proprio invasa perché ovunque, radio, tv, social sono monopolizzati dal tema del Covid19.

Chi l’avrebbe detto, solo un paio di mesi fa che saremmo arrivati a questo? E ancora di più cui preoccupano le conseguenze di quando l’epidemia sarà terminata, o comunque ridotta e dovremo abituare a conviverci; tante saranno le ferite, profonde, sotto tutti i punti di vista, sanitario, economico, sociale e psicologico.

In tanti parlano delle opportunità cui possono essere per molti in una situazione come questa; come in guerra chi produce le armi si arricchisce – sulla morte delle persone -, chi fa il mercato nero migliora la sua situazione – a scapito degli altri – anche con il Covid19 molti si trovano in questa situazione.

MA PERCHE’ NON TRASFORMIAMO QUESTA SITUAZIONE IN UN OPPORTUNITA’ PER TUTTI?

PERCHE’ NON TRASFORMIAMO QUESTA LIMITAZIONE, SOFFERENZA, DOLORE CHE STIAMO PASSANDO IN UN CAMBIAMENTO RADICALE DI TUTTO IL MONDO?

Le regole dell’economia non le ha scritte la natura e tantomeno Dio, le hanno scritte gli uomini, e quindi possiamo cambiarle. Il fatto importante è che una PANDEMIA coinvolge tutto il mondo e quindi le regole possono cambiare tutto il mondo.

Siamo stati capaci di stravolgere regole che fino a poco fa ci sembrava impossibile cambiare: anticipare la laurea delle professioni sanitarie agevolando l’entrata in servizio saltando l’esame di stato ( una formalità sopravvissuta da chissà quale esigenza del passato); sospensione – e speriamo cancellazione – di milioni di cartelle esecutive dell’agenzia dell’entrate che ipotecavano la vita delle persone e delle aziende diventando “risorse sterili” per lo stato.

Allora perché non cancelliamo il debito di tutti e ricominciamo in maniera diversa? Cancelliamo il debito dei paesi poveri, un debito che non potremo mai esigere e che serve soltanto a tenere in stato d’inferiorità interi popoli senza portare profitto a nessuno, solo a far sentire “pochi” potenti e in controllo della vita degli altri.

Cancelliamo il debito accumulato in questi giorni – qualcuno pensa che saremo in grado di pagarlo? – in modo ad poter ripartire con slancio, con entusiasmo con un orizzonte sul futuro.

SE NON FAREMO COSI’ NON CI RISOLLEVEREMO PIU’ E SAREMO ANCOR PIU’ SOTTOMESSI A POCHI IL CUI INTERESSE NON E’ QUELLO DI STAR BENE MA SEOLTANTO DI TENERE GLI ALTRI IN UNA CONDIZIONE DI INFERIORITA’.

Molti pensano che il problema del Corona Virus sia una questione prettamente sanitaria. Certamente l’aspetto salute è fondamentale e tutte le misure messe in campo sono volte a prevenire o a contenere il contagio, ma l’impatto che sta avendo sulla nostra società dal punto di vista organizzativo ed economico lascerà ferite che non sempre si riuscirà a cicatrizzare.

Si parla in molti casi di “smart working” ed è sicuramente un’ottima alternativa per continuare a lavorare da casa senza interrompere la produzione, evitando di mettere a rischio la propria salute e quella degli altrI ….. il problema è che molti non possono essere “smart” nel loro lavoro.

Pensate solo nel nostro settore, come facciamo a sostituire una badante, un asa o un oss nel suo quotidiano assistere una persona disabile, malata o anziana? Oppure se si ha bisogno di spostarsi non abbiamo ancora i veicoli senza autista che permettono di fare questo servizio senza l’intervento umano. Questi sono i problemi dalla parte di chi ha bisogno ed usufruisce dei servizi che rendono poco “smart” la situazione.

C’è poi la parte poco “smart” di chi i servizi li produce e che non potendo più offrirli o perché impedito dalle regole o perché la domanda è crollata – vedi tutto il comparto viaggi e turismo – non produce, non incassa e vede a rischio il suo futuro lavorativo e d’impresa. Si parla di provvedimenti di sostegno, di sgravio, di contributi ma quanto rapidi saranno? Quali categorie ne beneficeranno e quanti invece ne rimarranno fuori?

Una situazione difficile ora, ma che diventerà sempre più difficile prossimamente anche quando il Virus avrà ridotto il suo impatto diretto. Infatti resteranno molte delle conseguenze economiche e organizzative che l’epidemia ha creato, le paure, i pregiudizi e “tornare alla normalità” sarà molto difficile e faticoso. Quanto tempo pensate ci metteremo a riguadagnare la fiducia del mondo e a riportare in Italia tutti i turisti che hanno cancellato le loro prenotazioni in questi giorni?

Articolo a cura di Claudio Fontana – Concrete Onlus

Spesso il tema della disabilità ancora oggi viene trattato in maniera superficiale o senza dare il giusto peso ad una macchina che funziona più a parole che a fatti, senza dare la giusta attenzione sul modo di vivere di tanti nostri concittadini. L’argomento del trasporto dei disabili è un tema delicato che va trattato nella giusta maniera. Partiamo dal principio che ognuno deve avere la possibilità di viaggiare, di potersi spostare in piena comodità nella sua città, di poter prendere parte a qualsiasi attività legata alla propria vita personale e al tempo libero. Il nemico pubblico numero uno si chiama Barriere architettoniche, spesso una semplice imperfezione che vista ai nostri occhi può sembrare qualcosa di poco conto, può creare disagio e nel peggiore dei casi impossibilità di muoversi.

Questa limitazione arreca un danno notevole alla persona coinvolta, la prima letteralmente della propria autonomia, della ricerca di un senso di indipendenza di cui ne ha pieno diritto. La persona stessa, i propri famigliari, gli amici, sono tutti individui coinvolti nel disagio che una barriera insormontabile crea. Qui nasce la necessità collettiva di creare progetti che possano venire in supporto concreto, l’idea di un mondo sempre più accessibile non è qualcosa di lontano e remoto nel futuro, ma qualcosa di attuabile nel presente.

Oggi esistono piccole/medie realtà che hanno deciso di far diventare una loro bandiera l’operare nel settore del trasporto disabili, garantendo un servizio di qualità, sicurezza e possibilità economiche agevolate, questo pensiero iniziale tramutato in un lavoro concreto ha portato una boccata di aria fresca. Non è un gioco, ogni anno sono sempre più i casi di disservizio dovuti a poche manutenzioni effettuate a dispositivi che dovrebbero garantire un servizio pubblico di eccellenza e accessibile, tante strutture che fanno fatica o non sanno come adeguarsi in maniera ottimale e quindi agendo in maniera “fai da te” spesso di fanno solo danni.

“L’articolo 26 delle Legge 104/92 è intitolato “mobilità e trasporti collettivi”. Esso attribuisce alle Regioni la definizione delle modalità con le quali i Comuni dispongono gli interventi per consentire alle persone portatrici di handicap la possibilità di muoversi liberamente sul territorio, usufruendo, alle stesse condizioni degli altri cittadini, dei servizi di trasporto collettivo appositamente adattati o di servizi alternativi. In questo senso le Regioni sono tenute a redigere dei piani regionali di trasporto e dei piani di adeguamento delle infrastrutture urbane.”

Concrete Onlus è una di queste realtà, che ha deciso di farne una bandiera. Da anni specializzata in viaggi e turismo per persone disabili, da tempo effettua sul territorio di Milano trasporti per persone disabili in grado di garantire una mobilità accessibile, la nostra filosofia applicata ha reso fattibile un progetto che ad oggi da la possibilità a molte persone di rendere più leggero il carico degli spostamento, spesso impediti da zone toccate parzialmente dal trasporto pubblico, doversi adeguare ad orari precisi, distanze.

Perché oggi è importante parlare di disabilità e trasporti?

Più fatti, meno parole.

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Amore di papà

uno spettacolo interattivo di danza

giovedì 19 marzo

dalle 20.30 alle 21.30

presso il Teatro Fellini in Viale Lombardia, 53

Il ricavato sarà devoluto a favore del nostro Balzetto!

Posti limitati.
I biglietti saranno disponibili dall’1 Marzo presso la scuola di danza ICA-DO in Via Volturno 10/A, Quinto de’ Stampi, 20089 Rozzano (MI)
Il costo del biglietto è di 5€.

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Per informazioni: 0257505264 – info@ilbalzo.com
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