Siamo appena tornati dal nostro viaggio solidale in Uganda, nel cuore dell’Africa, per scoprire le bellezze del paese ed aiutare i bambini di un orfanotrofio, in collaborazione con la ONLUS nostra partner: Progetto Familia.

Progetto Uganda consiste nel sostenere sia tramite le adozioni a distanza, sia attraverso le donazioni, sia per mezzo delle opere sviluppate in loco, l’Orfanotrofio – Scuola Bright Future – nursery, asilo nido e scuola di istruzione primaria con vitto e alloggio per orfani e bambini in difficoltà o affetti da HIV – nel distretto di Mbarara, nella regione di Katete in Uganda.

Ecco le foto scattate durante la nostra esperienza.

Ormai li avrete visti praticamente ovunque: nei negozi di giocattoli e cianfrusaglie, sui banchetti dei venditori ambulanti e a volte persino nei supermercati; ma soprattutto in mano a praticamente qualsiasi ragazzino o preadolescente. Sono i Fidget Spinner, delle piccole eliche che sfruttano un semplicissimo sistema a cuscinetti a sfera per girare attorno al proprio centro con un attrito minimo.

Moltissimi ragazzini lo utilizzano praticamente in continuazione, magari anche in classe durante le lezioni, con conseguenti lamentele degli insegnati, poiché l’oggetto sarebbe fonte di distrazione. Ma questo interessante oggettino non sembrerebbe essere nato per questo.

Quanti di voi si ritrovano a muovere continuamente le mani, quando siete nervosi o anche semplicemente per passare il tempo? Solitamente ci si ritrova ad arricciarsi una ciocca di capelli, a giocare con il bordo di un foglietto di carta o a tormentarsi l’orlo della maglietta. Per i bambini con ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione) e per quelli iperattivi spesso queste cose non bastano a mantenere la concentrazione o a scaricare l’ansia.

Ecco quindi nascere il Fidget Spinner: questo oggetto riesce a tenere occupate le mani, a scaricare l’energia in eccesso e persino a mantenere maggiormente concentrati, magari mentre si sta svolgendo un altro compito.

Il problema è che per molti altri ragazzini questi oggetti possono risultare invece una vera e propria distrazione e la loro diffusione per moda ha portato molti insegnanti a vietarne l’uso in classe, il che porta a penalizzare anche chi ha bisogno di oggetti di questo genere per restare concentrato.

Esistono anche altri strumenti per aiutare a scaricare lo stress e a mantenere la concentrazione facendo andare le dita, come ad esempio il Fidget Cube: un piccolo cubo in plastica che presenta diversi stimoli tattili interattivi su ogni faccia. Una scuola canadese ha invece in ventato delle bici-banco, ovvero dei banchi di scuola con sotto di essi dei pedalini da cyclette incorporati, per permettere ai giovani studenti di mantenere le gambe in movimento, con un doppio vantaggio, poiché studi scientifici hanno infatti dimostrato che l’attività fisica favorisce l’apprendimento.

Anche senza arrivare ad avere diagnosticata ADHD o iperattività moltissime persone (come la sottoscritta) hanno il continuo bisogno di mantenere le mani o le gambe in continuo movimento mentre studiano, lavorano o si trovano in attesa di qualcosa. Oggetti come questi sono davvero un aiuto per riuscire a restare concentrati senza risultare un disturbo per chi ci sta intorno.

Articolo a cura di Luisa Cresti, webmaster

Molte persone pensano erroneamente che la disabilità impedisca di avere animali domestici, mentre in realtà nella maggior parte dei casi non è così. Ovviamente, bisogna tenere conto delle proprie capacità e del tipo di animale che si desidererebbe avere per compagnia, ma in molti casi si tratta solo di reinventarsi o trovare stratagemmi e prendersi cura di un animale diventa assolutamente possibile, oltre che piacevole: un animale domestico porta compagnia ed affetto e diventa in tutto e per tutto un membro della famiglia.

Ad esempio, la nostra segretaria Maria Rosa ormai da due anni e due mesi vive insieme ad una bellissima coniglietta di nome Cookita e riesce a prendersene cura senza problemi (anche se Cookita a volte è un po’ dispettosa). Un coniglio fa molta compagnia e non è un animale particolarmente impegnativo, ma comunque c’è da tenere pulito l’ambiente dove vive e specialmente la lettiera. Trasportare pesanti sacchi di pellet può però essere parecchio scomodo per chi ha qualche difficoltà motoria. Maria Rosa si è però inventata uno stratagemma per aggirare il problema: anziché il pellet ha cominciato ad usare le traversine assorbenti per animali a cui Cookita si è abituata senza problemi. Dopo aver scoperto che i conigli sono golosi di uvette, Maria Rosa ha utilizzato questo dolce stratagemma per abituare la sua coniglietta ad utilizzare le traversine per fare i propri bisogni. Un altro vantaggio nell’avere un coniglio da compagnia sta nel fatto che i conigli sono animali molto puliti e quindi non hanno tendenzialmente bisogno di toelettatura come i cani (a meno di casi particolari e sempre prescritti da un veterinario). L’unico impegno iniziale sarà portare a far sterilizzare il coniglio da un veterinario specializzato in animali esotici e successivamente portarlo a fare le vaccinazioni protettive prima dell’estate una volta all’anno. Se darete tanto amore, giochi, verdura fresca ed un ambiente pulito al vostro coniglietto, state sicuri che ricambierà il vostro affetto.

Anche la nostra segretaria Sara vive insieme ad alcuni animali domestici, tra cui cani e gatti. Facendo un po’ di fatica a piegarsi, ha trovato il modo di aggirare il problema dando il cibo ai gatti direttamene su un tavolo e ponendo anche la vaschetta con la lettiera su un rialzo, in modo che sia facilmente raggiungibile, per essere pulita agevolmente. I cani sono leggermente più impegnativi perchè vanno portati fuori a fare la passeggiata giornaliera, ma se sono stati bene educati fin da piccoli, staranno vicini al loro padrone senza tirare. La cosa migliore sono i cani piccoli, perchè quando sono stanchi possono essere presi in braccio in carrozzina o fatti riposare in una borsa apposita. Una cosa che può essere di ulteriore ausilio a chi possiede un animale domestico ma ha qualche difficoltà in più a spostarsi sono i veterinari che prestano anche servizio a domicilio. Inoltre, per chi ha un cane un po’ vecchiotto che ha difficoltà a spostarsi, c’è la possibilità di contattare anche servizi di toelettatura a domicilio, in modo da garantirgli un pelo sempre pulito e curato.

Gli animali domestici non sono solamente una forma di compagnia e dei veri e propri membri della famiglia: esistono anche cani addestrati appositamente per essere un aiuto in casa a portatori di disabilità, non solamente cani guida per disabili visivi o audiolesi, ma anche disabili motori.

Un cane ben addestrato può infatti diventare un aiuto fondamentale per il raggiungimento dell’autonomia per le persone con disabilità motoria. Un cane può infatti aiutare il proprio padrone in molti modi, come ad esempio, raccogliere un oggetto caduto, portare oggetti di uso comune come telecomando, giornale o una bottiglietta d’acqua. Ci sono persino cani in grado di aiutare il padrone a fare la spesa al supermercato. E in cambio chiederanno solo un bocconcino ed una carezza, oltre al vostro affetto incondizionato. L’unica triste notizia in questa bella realtà è che questo tipo di cani da assistenza, a differenza dei cani guida per ciechi, non sono finanziati in alcun modo dallo stato, quindi il padrone è costretto anche a sostenere tutte le spese mediche e per il sostentamento del cane, oltre che quelle per l’addestramento specifico che, purtroppo non sono economiche. Fortunatamente, molte associazioni che si occupano di formare questo tipo di cani specializzati, spesso cercano dei finanziatori esterni in modo da poter abbassare notevolmente i costi per il disabile che sceglierà di adottare uno di questi cani.

Insomma una bella realtà che speriamo si sviluppi al meglio, per portare compagnia ed aiuto nelle case di tutte le persone che desiderino accedere a questa preziosissima risorsa!

Articolo a cura di Luisa Cresti, Maria Rosa Stassi e Sara Gallione.

 

Tutti abbiamo bisogno degli altri per vivere compiutamente la nostra vita, ma nel caso di molti disabili il bisogno è maggiore e diventa dipendenza. Quindi nella vita di queste persone ne entrano delle altre in funzione di aiuto e, fin quando le cose funzionano e c’è armonia, va tutto bene. Ma quando iniziano i problemi, uno dei due protagonisti, il disabile o l’operatore, incomincia ad andare in sofferenza. Cosa accade in quel frangente?

Cosa succede se il disabile, che può essere vittima o carnefice, non è solo l’assistito ma anche il datore di lavoro dell’altra persona? Come farà a dirimere la questione con sufficiente imparzialità e distacco?

Probabilmente non ci riuscirà e se vorrà farlo dovrà chiedere l’aiuto di qualcuno… aiuto che sarebbe sicuramente stato meglio avere a disposizione fin dall’inizio.

Per questo motivo, nel rapporto di assistenza e di lavoro tra disabile e operatore, quasi sempre è necessario che la figura dell’assistito e del datore vengano separate, per garantire una maggiore continuità nel tempo e soprattutto che i momenti di difficoltà vengano superati senza rotture traumatiche per nessuno.

Articolo a cura di Claudio Fontana

Dietro una parola c’è un mondo condensato e spesso la sintesi non aiuta la comprensione.

Si fa presto a dire “disabile” ma quante e quali differenze esistono, convivono, bisticciano in questo termine.

Ad esempio, per noi che ci occupiamo di turismo quante volte ci siamo trovati a chiedere di una camera adatta alle persone con disabilità e ci sono state proposte soluzioni di una diversità sconcertante: in alcuni paesi il disabile è per definizione al massimo paraplegico, atletico e single, altrimenti non si spiegherebbero il letto singolo appunto, la vasca da bagno e le dimensioni ridotte della stanza.

Oppure provate a mettere insieme un paraplegico con una buona autonomia di spostamento, che guida l’auto e che va in bagno da solo con una persona con una sclerosi multipla avanzata che, se ancora non lo costringe a letto, gli impedisce di compiere in autonomia praticamente tutti gli atti della vita quotidiana come mangiare, bere, andare in bagno, coricarsi, vestirsi: il primo entrando in contatto con il secondo scoprirà un mondo e un modo di vivere a lui sconosciuto.

Ma allora esistono diversi tipi di disabilità, ci sono disabili più abili e disabili meno abili o più disabili?!

Certamente sì.

Per noi che ce ne occupiamo tutti i giorni e che incontriamo nella nostra attività la maggior parte, per non dire tutte, le declinazioni della disabilità, il concetto è molto chiaro.

Provate però a chiederlo a molti progettisti, a certi politici e talvolta ad alcuni medici: per molti di loro esistono o delle categorie astratte, o soltanto coloro con i quali sono venuti in contatto.

Persino molti disabili non si rendono conto che accessibilità non è soltanto barriera architettonica, oppure un ostacolo di tipo sensoriale o cognitivo e soltanto pochi riescono ad avere veramente un approccio, un metodo che porti al superamento delle disabilità qualsivoglia siano.

Ed è proprio questo che vogliamo significare, superare la disabilità significa si cercare di eliminare quanti e più ostacoli ci sono, fornire quanti più aiuti possibili, ma soprattutto, siccome non si può prevedere tutto, avere la mente pronta ad adattarsi a situazioni e persone le più diverse, a personalizzare il nostro approccio, dal generale al particolare, sempre. O quasi.

– articolo a cura di Claudio Fontana