Incitare la gente all’intolleranza e all’ostracismo verso altre persone, con un comportamento a dir poco “bullistico” – ma non lo combattiamo nelle scuole? – si è già visto nella storia, solo che l’ultima volta veniva da gruppetti di estremisti xenofobi con una ristretta minoranza in parlamento; da allora è ormai passato quasi un secolo.
Questa volta, invece, l’azione arriva nientepopodimeno che da un ministero e dal suo massimo esponente, sorretta da comunicati che sono presi come “Vangelo” da molti Italiani, ma nonostante sia anche questo “secondo Matteo” non contiene nessuno dei principi di fratellanza, solidarietà e sacrificio che ci ha insegnato la narrazione della vita di Cristo.

Per noi che ci occupiamo di disabilità, di minoranze, di “diversità” è molto triste, perchè senza i valori di cui dicevammo prima: fratellanza, solidarietà, sacrificio, ai quali aggiugiamo rispetto, ascolto, comprensione, non si va da nessuna parte. Oggi l’obiettivo sono “gli stranieri di un certo tipo”, ma aspettate che passi un po’ di tempo e che questi “disvalori”; si affermino e allora vedrete, esattamente come in Germania prima e in Italia poi, la volta precedente, cent’anni fa, come incominceranno ad attaccare tutti quelli che sono più deboli, che “pesano sull’economia”, che non saranno abbastanza “maschi” e “forti” per essere considerati a pieno titolo italiani.

È possibile che un movimento democratico e rispettoso degli altri possa diventare razzista ma viceversa non è possibile, anche se si toglie il “Nord” dal proprio nome, che un movimento separatista, particolarista, esclusivista ( tanti appellativi confinanti con il razzismo), diveti improvvisamente aperto a tutti, democratico e disponibile verso gli altri… e in molti sono caduti nella trappola.
Infatti noi italiani, come la volta precedente, senza memoria, non ci accorgiamo del tranello: meridionali, gente di colore, disabili parlano bene di questi esponenti di governo, non accorgendosi che il prossimo obiettivo saranno proprio loro.

MEDITATE E VIGILATE GENTE PERCHÈ TRA UN PO’ SARÀ TROPPO TARDI.

– articolo a cura di Claudio Fontana

Creta è la più grande delle isole greche e una delle mete preferite dai turisti italiani ed europei durante i mesi più caldi. Con un paesaggio che spazia da spiagge di morbida sabbia e mare limpido a rocciose montagne che sfiorano i 2,500 m nell’entroterra, l’isola è abitata dall’uomo da decine di migliaia di anni e sulla sua superficie si sono susseguite diverse civiltà, rendendola una meta ideale non solo per chi ama il mare, ma anche per gli appassionati di storia.

Ma cosa succede se il turista che vi si reca viaggia su una carrozzina?

La nostra prima serata greca

VIAGGIARE:

All’arrivo in aeroporto (nel nostro caso quello di Heraklion) non abbiamo riscontrato problemi: l’assistenza del posto era pronta ad accoglierci e ci ha accompagnato fino al recupero bagagli. Al ritorno invece non è andata così bene: la sala amica è stata difficile da trovare e alla fine si trattava di una saletta buia con un cartello con il simbolo dell’omino su sedia a rotelle malamente attaccato con lo scotch. Non c’era nemmeno un dispositivo per contattare l’assistenza speciale, quindi abbiamo dovuto rivolgerci direttamente al personale dell’aeroporto, che ha contattato qualcuno da mandarci. Mentre la prima persona si è rivelata poco di aiuto, quella giunta da noi successivamente ci ha gentilmente accompagnate dall’imbarco dei bagagli fino al nostro gate, dove ci è venuta a prendere una terza persona che ci ha poi accompagnate fino all’aereo.

Le stradine del tranquillo villaggio di Kritsa

SPOSTARSI:

Vi consigliamo di prendere un’auto a noleggio, cosa fondamentale per muoversi sull’isola al meglio. Le sedi delle varie agenzie di noleggio si trovano appena fuori dal terminal aeroportuale.

Fate attenzione, però! La segnaletica stradale di Creta non è delle migliori e alcune strade secondarie tendono a finire in sterrata con poco preavviso, vi raccomandiamo quindi di munirvi di un navigatore e di essere sempre molto prudenti. I greci sono parecchio esuberanti alla guida e tenderanno a superarvi anche su strade strette o con linea continua: se non vi sentite sicuri, spostatevi sul cordolo (che è spesso molto largo) e nel caso accostate per lasciarli passare più agevolmente.

I parcheggi riservati ci sono e nella maggior parte dei casi non solo legati ad una specifica targa, ma trovare parcheggio resta spesso abbastanza difficile, specialmente nelle grandi città: a volte i parcheggi sono occupati da altre auto (spesso senza contrassegno) o da motorini, quindi preparatevi a girare un po’ prima di trovare un parcheggio adeguato, specialmente in città.

Mulini a vento all’ingresso dell’altopiano di Lassithi

SOGGIORNARE:

Non tutte le strutture hanno una stanza adatta alle persone disabili, quindi vi consigliamo di verificare sempre che la stanza con bagno accessibile sia presente nella struttura di vostra scelta e comunque di prenotarla con largo anticipo, specialmente se avete intenzione di recarvi sull’isola nel periodo di alta stagione.

Il pittoresco laghetto di acqua dolce di Agios Nikolaos

SPIAGGE:

Le spiagge accessibili ed attrezzate adeguatamente per le persone con disabilità sono cosa rara, ma ciò avviene su scala più grande anche in Italia. Abbiamo avuto fortuna scoprendo la Potamos Beach (a pochi passi dal sito archeologico di Malia), che non solo è splendida, ma è anche completamente accessibile ai disabili: una lunga passerella vi permetterà di arrivare fino al bagnasciuga e altre passerelle più piccole vi porteranno agli ombrelloni (è anche economica: un ombrellone con due sdraio e tavolino di plastica costa 7€ per tutto il giorno); inoltre la spiaggia è dotata anche di un J.O.B., speciale sedia con ruote e galleggianti adatta per muoversi sulla sabbia ed entrare in acqua.

Il J.O.B.

Finalmente relax in spiaggia!

MANGIARE:

Ci sono ristoranti, bar, pub e taverne davvero per tutti i gusti, con cibo che spazia da quello tradizionale a pietanze più internazionali. Quasi tutti, specialmente nei centri abitati più grossi e nelle località turistiche, parlano un buon inglese ed alcuni masticano anche un po’ di italiano, quindi dovreste riuscire a comunicare le vostre eventuali allergie o intolleranze (o esigenze alimentari di tipo etico o religioso) senza troppi problemi. Diversi ristoranti però presentano uno o più gradini all’ingresso e solo una bassa percentuale sono dotati di rampe.

Vicoli stretti e pergolati fioriti per le vie di Rethymnon

Un ottimo caffè greco nel buonissimo ristorante Avli di Rethymnon

SERVIZI IGIENICI:

Purtroppo questo è un tasto dolente. Non solo i bagni accessibili ed adeguatamente attrezzati (con gabinetto e lavandino adatti e con maniglie per appoggiarsi) sono qualcosa di rarissimo, ma anche la maggior parte degli altri servizi igienici sono solitamente troppo stretti perché ci entri una carrozzina e spesso preceduti da uno o più gradini, rendendo impossibile servirsene.

La Fontana Morosini ad Heraklion

SITI ARCHEOLOGICI:

I siti archeologici sono spesso difficilmente accessibili. Noi abbiamo visitato il palazzo minoico di Knossos e siamo comunque riuscite a visitarne buona parte, grazie anche ad una guida locale che parlava in italiano e al gruppo che ha effettuato la visita insieme a noi: ci hanno aiutate a superare i gradini ed i pezzi più impervi e prima di percorrere una parte del palazzo sul fianco della collina, che quindi per noi sarebbe stata impossibile da visitare, la guida ha gentilmente spiegato a tutti quella parte, in modo che anche noi potessimo ascoltare, prima di proseguire con la visita insieme al gruppo e poi tornare a prenderci per l’ultima parte.
Importante: munitevi di cappelli, occhiali da sole e crema protettiva, perchè il sole picchia parecchio, specialmente a Knossos!

Colonne rosse al Palazzo di Knossos

Una simpaticissima coppia romana incontrata durante la nostra visita a Knossos

MUSEI:

Siamo riuscite a visitare solamente il museo archeologico di Heraklion: essendo di recente ristrutturazione, il museo è risultato davvero molto piacevole da visitare. Facilmente accessibile in ogni sua parte, i reperti erano esposti in modo da essere valorizzati al massimo e tutte le didascalie erano scritte sia in greco che in inglese. Il bagno era facilmente raggiungibile e completamente attrezzato con servizi adeguati e le maniglie.

Il famoso affresco raffigurante la Tauromachia

In conclusione, Creta è accessibile ad un visitatore in carrozzina? Nì.
Purtroppo non possiamo promuoverla a pieni voti: nonostante l’estrema gentilezza e disponibilità degli abitanti dell’isola, la maggior parte delle strutture non sono totalmente adeguate ad accogliere una persona con disabilità di tipo motorio e bisogna prepararsi ad adattarsi e superare situazioni scomode.

– articolo a cura di Luisa Cresti, con un ringraziamento speciale alla compagna di avventure Monica Lippolis

Bonus:

Gatti. Gatti ovunque!

Il cortile occidentale del Palazzo di Knossos

Rimembranze della dominazione veneziana.

Un dettaglio dalla Taverna Kaliva, affacciata su Potamos Beach, all’ombra di un antichissimo cipresso.

Acqua limpidissima.

Una fontana romana con a fianco una fontana per le abluzioni, risalente all’epoca turca.

La Fontana Rimondi di Rethymnon

Udite, udite, cari lettori virtuali!

Dal 15 Gennaio del 2018, è concessa a tutti la possibilità di dedicare anche solo 5 minuti in un’azione di volontariato: non serve aver tempo, soldi o particolari conscenze, bisogna solo munirsi di una connessione ad internet, un dispositivo che si connetta ad essa e soprattuto una App: BE MY EYES.

BE MY EYES, è una applicazione creata dal Danese Hans Jørgen Wiberg, in collaborazione con l’Associazione Danese dei Ciechi (DAB), la quale ha coperto i costi della realizzazione.

Tutto è cominciato quando Hans ha iniziato ad avere una progressiva riduzione del campo visivo: è passato da una condizione normale alla nascita fino a un campo visivo ristrettissimo di soli 5 gradi. Trovandosi a soffrire di questa disabilità, ha pensato di trasformare la propria malattia e l’impegno nei confronti di chi ha problemi simili ai suoi in un’opportunità per rivoluzionare il rapporto tra le persone.

Ci sono tante azioni quotidiane che ogni persona deve mettere in atto per vivere, dalle più piccole alle più grandi, che però, soffermandoci a pensare, non tutti riescono ad attuare con facilità. Questa applicazione infatti punta proprio a questo! Un non vedente può chiedere aiuto mandando un video all’App che a sua volta  lo trasferisce sul display del volontario, che può così rispondere alle domande postegli, come farebbe durante una semplice videochiamata.

Inoltre, sia il volontario che il non vedente possono dare un voto alla sessione oppure, nei casi di un uso inappropriato, segnalarne la scorrettezza.

Attualmente l’App è disponibile per iPhone e per Android (potete scaricarla cliccando QUI); il servizio può essere fornito in diverse lingue, tra cui l’italiano, ma questo dipende ovviamente dalla disponibilità di volontari vedenti che parlino la nostra lingua.

Per questa ragione non ci sono più scuse per rimandare la possibilità di aiutare il prossimo, l’unico requisito è avere più di 17 anni, tutto il resto sono scuse!

Quindi munisciti di un cellulare, una connessione ad internet, riscalda la voce e renditi utile! Ricordati che aiutare gli altri, fa prima di tutto bene a se stessi: l’altruismo riduce lo stress.

  – articolo a cura di Lavinia Fontana

L’estate è ormai inoltrata, tra un po’ sarà quasi finita. Molti stanno partendo per le vacanze, alcuni ci sono già stati, altri ci andranno tra poco… altri ancora non ci andranno proprio.

Infatti è proprio in questi giorni di relax e di “felicità collettiva”, un po’ come durante le feste di Natale, che si aggirano nelle città persone che spesso non vediamo o perchè non si mostrano, o perchè si notano soltanto adesso, proprio perchè le città sono deserte.

Sono persone che si aggirano spaurite, spaesate in quelle stesse località dove abitano da molto tempo, ma che non conoscono più, perchè non escono più.

In questi giorni d’estate sono spinte ad uscire, perchè il vicino o il parente che si occupa di loro è in vacanza, oppure perchè i servizi del comune hanno gli operatori in ferie. Oppure sono persone che non hanno più il coraggio di mostrarsi in pubblico e che lo trovano soltanto adesso, proprio perchè non c’è in giro nessuno.

Soltanto adesso, quelli di noi che rimangono in città, si accorgono di loro, della loro esistenza, del loro disagio e della loro sofferenza. Non rimaniamo, se possiamo, indifferenti nei loro confronti, cerchiamo un contatto, offriamo solidarietà e conforto. Pensiamo che in in ognuno di loro c’è potenzialmente anche un po’ di noi.

– articolo a cura di Claudio Fontana

Da portatore di handicap a persona fragile: un percorso culturale

In questi trent’anni siamo passati dall’uso del termine portatore di handicap a persona fragile, passando per handicappato, diversamente abile, persona con disabilità. Visto che le parole segnano un cambiamento culturale, siamo passati da una logica emarginante ad una logica inclusiva .

Nel 2004 la legge sull’amministratore di sostegno ha segnato un punto molto importante verso un concetto trasversale di fragilità, fragilità che la comunità locale deve accogliere e tutelare, in luoghi riconoscibili che segno di prossimità.

Dallo sportello Ads al punto di prossimità

Per questi  motivi, in tutta la regione lombardia, grazie al progetto Cariplo-csv-ledha, nacquero intorno al 2010 gli sportelli sull’ads, luoghi per promuovere e sostenere questa figura di cittadinanza attiva.

In contemporanea, nelle reti sociali si è sviluppato il concetto di Progetto di Vita  di cui l’ads è una delle azioni virtuose da sviluppare, insieme all’abitare, al tempo libero/vacanze, alla gestione del risparmio, al lavoro possibile .

Ruoli e funzioni del Punto di Prossimità

Con la legge 112 sul dopo di noi, e le risorse economiche messe a disposizione, si fa sempre più forte l’esigenza di offrire alle famiglie e agli ETS, un luogo riconoscibile nei territori, in cui partendo dal progetto di Vita con la persona fragile e la sua rete affettiva, si possano sviluppare progetti personali e di piccolo gruppo per la vita adulta, quindi per il cd dopo di noi.

Un luogo quindi di :

  • ascolto dei bisogni
  • individuazione delle priorità
  • progettazione
  • realizzazione e gestione  di progetti personalizzati
  • messa in rete delle risorse umane, progettuali  ed economiche
  • individuazione di nuovi modelli gestionali
  • pianificazione degli interventi
  • monitoraggio della loro qualità attraversi gli ads e i caregivers

La rete di sostegno

Questo luogo verrà sostenuto dal pdz dalla rete degli ets e dalla comunità (famiglie)

Attività di NOILAB e costi di gestione

  • accoglienza famiglie
  • rilevazione dei bisogni
  • gruppi famiglia
  • promozione del ruolo di ads
  • sostegno alla gestione delle ads e gestione dirette
  • stesura insieme del progetto di vita
  • sviluppo di una rete di professionisti per un apporto multidisciplinare
  • incubatore di progetti  CASA complessi
  • servizi domiciliari di manutenzione casa e assistenza
  • sviluppo dell’abitare diffuso e del cohousing
  • messa in rete di risorse strutturali disponibili
  • gestione della domanda e offerta di posti casa

Il servizio è garantito da professionisti  pro bono e retribuiti per 4 unità di personale partime.

L’apertura del servizio è per il 2018 di 3 giorni settimana (con orario elastico tra le 10 e le 23 a seconda il tipo di attività programmata) per un totale di 24 ore per arrivare nel 2019 a 5 giorni settimana 40 ore.

Le risorse economiche per il primo anno di attività (1 aprile 31 dicembre) da reperire sono di   E 10.000 (considerando l’uso di uno spazio esclusivo di mq. 40 min. gratuito).

IL PROGETTO DI VITA

ads     lavoro pro bono e retribuito       salute autonomia vacanze tempo libero  mantenimento e sviluppo rete sociale di riferirento  hobby/piaceri

L’ abitare diffuso

abitare sociale diffuso, in un territorio definito l’offerta abitativa è data da una rete di residenze non ubicate nello stesso spazio ma collegate fra loro, con stessi referenti amministrativi e gestionali.

Tale concetto nel mondo della fragilita’  ci permette di collegare fra loro realtà abitative differenti (anche con pesi assistenziali diversi ) che si adattano al progetto di vita degli inquilini  creando economie di scala .

“abitare diffuso ” prevede quindi  una solida realtà territoriale di riferimento che funge da capofila e coordinamento:

  1. una rete di abitazioni collegate  appartamenti css , microcomunità rsd
  2. alcune associazioni e coop in ats
  3. la definizione di un territorio di riferimento controllabile con spostamenti non superiori ai 20 min  auto
  4. l’associazionismo del territorio
  5. i gruppi spontanei
  6. le famiglie del territorio
  7. le agenzie di aggregazione (parrocchie,centri sociali ecc)

Per quale territorio ?

indicatori per definire il bacino territoriale :

– appartenenza allo stesso pdz o a pdz limitrofi

– valutazione della rete viaria e dei trasporti che possa permettere

– una facilità di spostamenti

Articolo a cura di Guido de Vecchi, Resp spazio residenzialità per NoiLab Milano