L’estate è ormai inoltrata, tra un po’ sarà quasi finita. Molti stanno partendo per le vacanze, alcuni ci sono già stati, altri ci andranno tra poco… altri ancora non ci andranno proprio.

Infatti è proprio in questi giorni di relax e di “felicità collettiva”, un po’ come durante le feste di Natale, che si aggirano nelle città persone che spesso non vediamo o perchè non si mostrano, o perchè si notano soltanto adesso, proprio perchè le città sono deserte.

Sono persone che si aggirano spaurite, spaesate in quelle stesse località dove abitano da molto tempo, ma che non conoscono più, perchè non escono più.

In questi giorni d’estate sono spinte ad uscire, perchè il vicino o il parente che si occupa di loro è in vacanza, oppure perchè i servizi del comune hanno gli operatori in ferie. Oppure sono persone che non hanno più il coraggio di mostrarsi in pubblico e che lo trovano soltanto adesso, proprio perchè non c’è in giro nessuno.

Soltanto adesso, quelli di noi che rimangono in città, si accorgono di loro, della loro esistenza, del loro disagio e della loro sofferenza. Non rimaniamo, se possiamo, indifferenti nei loro confronti, cerchiamo un contatto, offriamo solidarietà e conforto. Pensiamo che in in ognuno di loro c’è potenzialmente anche un po’ di noi.

– articolo a cura di Claudio Fontana

Da portatore di handicap a persona fragile: un percorso culturale

In questi trent’anni siamo passati dall’uso del termine portatore di handicap a persona fragile, passando per handicappato, diversamente abile, persona con disabilità. Visto che le parole segnano un cambiamento culturale, siamo passati da una logica emarginante ad una logica inclusiva .

Nel 2004 la legge sull’amministratore di sostegno ha segnato un punto molto importante verso un concetto trasversale di fragilità, fragilità che la comunità locale deve accogliere e tutelare, in luoghi riconoscibili che segno di prossimità.

Dallo sportello Ads al punto di prossimità

Per questi  motivi, in tutta la regione lombardia, grazie al progetto Cariplo-csv-ledha, nacquero intorno al 2010 gli sportelli sull’ads, luoghi per promuovere e sostenere questa figura di cittadinanza attiva.

In contemporanea, nelle reti sociali si è sviluppato il concetto di Progetto di Vita  di cui l’ads è una delle azioni virtuose da sviluppare, insieme all’abitare, al tempo libero/vacanze, alla gestione del risparmio, al lavoro possibile .

Ruoli e funzioni del Punto di Prossimità

Con la legge 112 sul dopo di noi, e le risorse economiche messe a disposizione, si fa sempre più forte l’esigenza di offrire alle famiglie e agli ETS, un luogo riconoscibile nei territori, in cui partendo dal progetto di Vita con la persona fragile e la sua rete affettiva, si possano sviluppare progetti personali e di piccolo gruppo per la vita adulta, quindi per il cd dopo di noi.

Un luogo quindi di :

  • ascolto dei bisogni
  • individuazione delle priorità
  • progettazione
  • realizzazione e gestione  di progetti personalizzati
  • messa in rete delle risorse umane, progettuali  ed economiche
  • individuazione di nuovi modelli gestionali
  • pianificazione degli interventi
  • monitoraggio della loro qualità attraversi gli ads e i caregivers

La rete di sostegno

Questo luogo verrà sostenuto dal pdz dalla rete degli ets e dalla comunità (famiglie)

Attività di NOILAB e costi di gestione

  • accoglienza famiglie
  • rilevazione dei bisogni
  • gruppi famiglia
  • promozione del ruolo di ads
  • sostegno alla gestione delle ads e gestione dirette
  • stesura insieme del progetto di vita
  • sviluppo di una rete di professionisti per un apporto multidisciplinare
  • incubatore di progetti  CASA complessi
  • servizi domiciliari di manutenzione casa e assistenza
  • sviluppo dell’abitare diffuso e del cohousing
  • messa in rete di risorse strutturali disponibili
  • gestione della domanda e offerta di posti casa

Il servizio è garantito da professionisti  pro bono e retribuiti per 4 unità di personale partime.

L’apertura del servizio è per il 2018 di 3 giorni settimana (con orario elastico tra le 10 e le 23 a seconda il tipo di attività programmata) per un totale di 24 ore per arrivare nel 2019 a 5 giorni settimana 40 ore.

Le risorse economiche per il primo anno di attività (1 aprile 31 dicembre) da reperire sono di   E 10.000 (considerando l’uso di uno spazio esclusivo di mq. 40 min. gratuito).

IL PROGETTO DI VITA

ads     lavoro pro bono e retribuito       salute autonomia vacanze tempo libero  mantenimento e sviluppo rete sociale di riferirento  hobby/piaceri

L’ abitare diffuso

abitare sociale diffuso, in un territorio definito l’offerta abitativa è data da una rete di residenze non ubicate nello stesso spazio ma collegate fra loro, con stessi referenti amministrativi e gestionali.

Tale concetto nel mondo della fragilita’  ci permette di collegare fra loro realtà abitative differenti (anche con pesi assistenziali diversi ) che si adattano al progetto di vita degli inquilini  creando economie di scala .

“abitare diffuso ” prevede quindi  una solida realtà territoriale di riferimento che funge da capofila e coordinamento:

  1. una rete di abitazioni collegate  appartamenti css , microcomunità rsd
  2. alcune associazioni e coop in ats
  3. la definizione di un territorio di riferimento controllabile con spostamenti non superiori ai 20 min  auto
  4. l’associazionismo del territorio
  5. i gruppi spontanei
  6. le famiglie del territorio
  7. le agenzie di aggregazione (parrocchie,centri sociali ecc)

Per quale territorio ?

indicatori per definire il bacino territoriale :

– appartenenza allo stesso pdz o a pdz limitrofi

– valutazione della rete viaria e dei trasporti che possa permettere

– una facilità di spostamenti

Articolo a cura di Guido de Vecchi, Resp spazio residenzialità per NoiLab Milano

Ogni quattro anni, nel mese di giugno, si da l’inizio ad uno degli eventi più attesi, seguiti ed amati di sempre: i Mondiali di calcio. Non c’è persona di età, sesso, entnia, religione, stato sociale che non abbia la tentazione di mettersi davanti allo schermo e guardare il mondo sfidarsi a suon di goal.

Ahimè, quest’anno gli italiani dovranno puntare su altre squadre a causa della mancata qualifica, ma non per molto, non tutti gli azzurri sono rimasti a casa: ad ottobre, l’Italia potrà ancora sperare di festeggiare come fece nel 2006, grazie al quinto posto ottenuto dalla nazionale di calcio degli amputati del CSI nel Campionato Europeo promosso dalla EAFF (European Amputee Football Federation) tenutosi in Turchia nell’autunno passato, che gli ha permesso di prendersi un posto ai mondiali 2018.
Dal 30 novembre al 7 dicembre 2018 il popolo italico potrà tornare a cantare l’inno di Mameli tifando gLli azzuri ai Mondiali di Calcio per Amputati, organizzati in Messico (a Culiacan) dalla WAFF (World Amputee Football Federation).

Per non farci trovare impreparati ecco alcune nozioni tecniche sulla squadra e le regole:
Le partite di calcio prevedono 7 professionisti in campo che giocheranno in due tempi di 25’ ciascuno; in totale parteciperanno 23 squadre; l’Italia è inserita nel Gruppo B con Messico, Polonia e Georgia.
Sono 12 i convocati azzurri per il Messico dal ct Renzo Vergnani: Daniel Priami, Riccardo Tondi, Luca Zavatti, Arturo Mariani, Gianni Sasso, Emanuele Padoan, Francesco Messori, Salvatore La Manna, Emanuele Leone, Stefano Starvaggi, Paolo Capasso, Salvatore Iudica. Oltre a loro volerà in Messico anche un arbitro del CSI, Marco Moreni.

Oltre che a voler tener alta l’astra del tricolore nel mondo calcistico internazionale, ognuno di loro ha trovato in questa iniziativa la possibilità di riscattarsi, raccontare la propria storia e mostrare al mondo che c’è tanto che non conosciamo ancora, ad esempio Daniel Priami, uno dei portieri più forti d’Europa, che il giorno prima di esordire in Serie D a 17 anni si ruppe radio e ulna: a causa di un’infezione i medici furono costretti ad amputargli il braccio, oltre al sogno di diventare un calciatore professionista; il calcio gli tolse tanto ma riuscì anche a ridargli la speranza, la passione e l’amore per la vita e di poter vedere il suo sogno di entrare nella nazionale esaudirsi.

La speranza di cantare “Popopopopopopo” non è stata rimandata ai prossimi mondiali tra quattro anni, ma solo a qualche mese di distanza, quindi a novembre, sosteniamo i nostri campioni azzurri E soprattutto apriamo i nostri orizzonti alla scoperta di un nuovo modo di giocare.

STAMPELLE AZZURRE, FATECI SOGNARE!

– articolo a cura di Lavinia Fontana

Vi riportiamo un bell’articolo scritto da Guido De Vecchi per NOIlab Milano, laboratorio che si occupa di   creare una rete diffusa sui poli della città metropolitana di Milano, con particolare attenzione alle realtà abitative ed alle fragilità presenti sul territorio.

Dalla solitudine alla condivisione

I Quattro poli dellabitare sono nati dalla consapevolezza che la sfida della Casa per le persone con disabilità (ma non solo) possa essere vinta solo con un lavoro di rete sui territori, in profondo Spirito di servizio reciproco tra le realtà coinvolte.

Il modello di riferimento è un territorio delimitato nello spazio e nella storia locale, in cui agiscono vari attori dellassociazionismo della cooperazione e delle fondazioni sviluppando coesione sociale fra i cittadini che vi abitano,con particolare attenzione alle fasce deboli,in primis le persone disabili.

I poli mirano ad una dimensione che superi i confini territoriali, nel nostro caso, della città di Milano, entrando in una logica di città metropolitana che può facilitare le risposte alle persone disabili in questa grande area urbana.

I poli facilitano la rilevazione dei bisogni e la pianificazione delle risposte possibili, sviluppano collaborazioni fra le realtà dello stesso territorio, limitando “le solitudini”dei cittadini e delle organizzazioni, evitando ciò che si sta rilevando, cioè che la progettualità si sta sviluppando quasi esclusivamente sulla disabilità medio lieve con caratteristiche relazionali.

Un Polo può trovare il coraggio anche di attivare progetti in rete per fasce più complesse della disabilità creando sistemi di protezione economico/organizzativi per la realtà del terzo settore che si candida ad essere referente del progetto.

L’habitare diffuso

Nel polo si sviluppa  il concetto dellalbergo diffuso, modello mutuato dal settore turistico: labitare sociale diffuso, in un territorio definito lofferta abitativa è data da una rete di residenze non ubicate nello stesso spazio ma collegate fra loro, con stessi referenti amministrativi e gestionali.

Tale concetto nel mondo della disabilità  ci permette di collegare fra loro realtà abitative differenti (anche con pesi assistenziali diversi ) che si adattano al progetto di vita degli inquilini  creando economie di scala .

Nella riunione bimensile della rete Provinciale dellhabitare, le realtà trovano il momento di analisi, formazione e riflessione metodologica sui temi legati alla residenzialità e una visione macro dellazione, nei poli il momento gestionale, progettuale locale, di accoglienza delle famiglie del territorio,di promozione del volontariato.

Le proposte che nascono da queste aggregazioni territoriali,vanno riportate ai tavoli dei pdz di riferimento, tale raccordo con i pdz è indispensabile per evitare inutili sprechi di risorse e possibili sovrapposizioni.

“habitare diffuso” prevede quindi  una solida realtà territoriale di riferimento che funge da capofila e coordinamento:

1. una rete di abitazioni collegate css, microcomunità  rsd

2. alcune associazioni e coop in ats

3. la definizione di un territorio di riferimento controllabile con spostamenti non superiori ai 20 minuti in auto

4. una fondazione di partecipazione che lavori sulla coesione sociale, la raccolta fondi immobiliari e mobiliari a favore di tutta la rete degli stakeholders

Cosa mettere in rete?

1. le realtà che gestiscono o che vogliono gestire case su un determinato territorio

2. l’associazionismo del territorio

3. i gruppi spontanei

4. le famiglie del territorio

5. le agenzie di aggregazione (parrocchie, centri sociali, ecc…)

6. il consiglio di zona/il pdz

Per quale territorio?

indicatori per definire il bacino territoriale :

– appartenenza allo stesso pdz o a pdz limitrofi

– valutazione della rete viaria e dei trasporti che possa permettere una facilità di spostamenti

– un diametro del territorio non superiore ai km 6 per la città di Milano e 15 fuori città

– una centrale operativa di coordinamento: non è una sede fisica ma virtuale (centrale perchè punto di riferimento della rete del territorio coordinamento delle risorse sui servizi,definitore di accordi di collaborazione e utilizzo del personale e delle risorse necessarie all’assistenza, fra le varie realtà della rete.

**un esempio: sarà la centrale che definito un bisogno casa individuerà la risorsa di rete più vicina a cui chiedere l’invio del personale a domicilio, questo per i casi delle persone che vivono da sole, invio che proviene dalla residenza più vicina al domicilio del disabile.

I punti di forza

  • economie di scala
  • miglioramento delle capacità di collaborazione della rete
  • maggior senso di sicurezza degli ospiti che vivono soli
  • comunicazione più incisiva della rete sul territorio
  • attuazione di un sistema della residenzialità territoriale
  • formazione e reperimento del personale

Queste funzioni vengono svolte dal punto di coordinamento per tutta la rete con attenzione al benessere sia degli ospiti che dei lavoratori.

Trasporti – creazione d un servizio unico di trasporti sul territorio

Volontari – reperimento e formazione

Le risorse mobiliari e immobiliari di un territorio

Al fine di mettere al sicuro le risorse immobiliari e mobiliari della rete è necessaria la creazione su territori limitrofi per un bacino di c.ca 100.000 abitanti di una fondazione di prossimità che abbia come obiettivi :

  • l’intestazione delle risorse immobiliari utili alla gestione dei servizi
  • la promozione e la gestione della raccolta fondi pubblici e privati sia immobiliari che mobiliari per la rete.
  • L’eventuale gestione di amministrazioni di sostegno sul medio periodo in attesa dei risultati del progetto regionale ads

I nodi da sciogliere:

L’operazione di fondazione Cariplo di sviluppare in regione lombardia un sistema di fondazioni comunitarie legate a territori in media intorno ai 250000 abitanti che ruolo vorrà giocare su sistema casa per le persone con disabilità? 

Rispetto al tema dei beni immobiliari e mobiliari?

Si evidenzia il rischio che fondazioni territoriali per così tanti abitanti rischino di non poter rispondere alle esigenze delle nostre famiglie e dei donatori in generali di forte prossimità e possano diventare non centri di servizio ma di potere.

La soluzione intermedia potrebbe essere di lasciare alle fondazioni comunitarie l’ipotesi di ottimizzare il risparmio mobiliare dei donatori e delle famiglie delle persone fragili e lasciare,per contribuire alla fidelizzazione dei cittadini, la parte immobiliare alle fondazioni di prossimità ,da inserire nel sistema territoriale degli enti non profit che erogano servizi in rete con gli enti locali all’interno delle programmazioni dei pdz su territori non superiori ai 100000 abitanti, quindi in media per il nostro territorio, due distretti.

Elenco fondazioni comunitarie della provincia di Milano:

Fondazione Comunitaria Nord Milano

Tel 02 2484315

Fax 02 24301836

e-mail: info@fondazionenordmilano.org

web: www.fondazionenordmilano.org

? est milano probabilmente ubicata a trezzo d’adda

Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi Onlus

Tel. 0371 432726

e-mail: info@fondazionelodi.org

web: www.fondazionelodi.org

61  x 200000 abitanti

Fondazione Comunitaria della Provincia di Pavia Onlus

Tel. 0382 538795

Fax 0382 532854

e-mail: segreteria@fondazionepv.it

web: www.fondazionepv.it

500000 abitanti

Fondazione Comunitaria del Ticino Olona

Tel. e Fax 0331/442461

e-mail: info@fondazioneticinoolona.it

web: www.fondazioneticinoolona.it

54 comuni

 

Guido de Vecchi, Resp spazio residenzialità

Il senso della responsabilità sta diventando una qualità rara in Italia e nel mondo in generale. E il fatto ancor più grave è che sta diventando inversamente proporzionale alla posizione e alla carica che si detiene… ma non dovrebbe essere il contrario?

Campione di questo comportamento è Donald Trump che crede ancora di essere il miliardario sbruffone che può andare in giro ad insultare le persone e poi lasciare che il suo ufficio legale si occupi delle inevitabili querele.

Irresponsabili sono le varie cariche europee che lanciano commenti invasivi e destabilizzanti sull’Italia dimenticandosi quanto è “sensibile” il mercato e quanto sono pronti “gli avvoltoi della speculazione” ad approfittare delle loro uscite danneggiando non solo l’Italia ma L’Europa intera, di cui volenti o nolenti facciamo tutti parte.

Sconsiderati sono i due leader italiani che in questo momento hanno in mano il boccino delle nostre sorti che invece che “andare a punto” – continuando nella metafora bocciofila – cercano di “bocciare” per avvicinarsi al pallino ed invece vengono inevitabilmente “bocciati”.

Non prendiamo esempio da loro, non cerchiamo il glamour delle dichiarazioni sui grandi cambiamenti che non portano a nulla, che creano aspettative che non potranno realizzarsi, che creano frustrazione che aspirano a soluzioni semplici – quando la realtà è invece complicata – che portano al populismo, allo sfascismo e aprono la strada alla negazione della libertà, da qualsiasi parte venga.

Continuiamo a vivere la nostra “vita da mediano” che bada ai risultati, a non subire gol anzitutto e a costruire le azioni che dal centrocampo potranno portare al gol nella porta avversaria e allontano lo spettro dell’autogol.

In questi giorni di parole grosse e offensive, la metafora allarga gli orizzonti per chi vuole continuare a impegnarsi, a costruire… chi ha orecchie per intendere…

– articolo a cura di Claudio Fontana, socio fondatore