Imparare giocando e stimolando la creatività. È sempre stata questa la mission di LEGO, colosso danese produttrice dei celebri mattoncini da costruzione.

La LEGO ha deciso di lanciare sul mercato a partire dal prossimo anno confezioni con serie speciali di mattoncini progettati appositamente per aiutare i bimbi non vedenti ad apprendere l´alfabeto Braille in diverse lingue. I mattoncini LEGO Braille saranno inoltre perfettamente compatibili con i mattoncini LEGO tradizionali, premettendo ai bambini di imparare senza rinunciare al gioco, anzi, inserendo l’apprendimento proprio all’interno delle attività ricreative.

Mattoncini LEGO Braille colorati formano la scritta PLAY

La LEGO porta quindi a termine un progetto nato nel 2011, grazie ad una lunga collaborazione tra LEGO foundation, l´associazione danese dei non vedenti e l´associazione brasiliana Dorina Nowill foundation.

E con l´incoraggiamento del senior art director di LEGO, Morten Bronde, il quale a causa di una malattia ereditaria sta progressivamente perdendo la vista. 

Riguardo a questo progetto, Bronde ha dichiarato: “Le reazioni di studenti e insegnanti a LEGO Braille Bricks sono state di grande ispirazione e mi hanno ricordato che gli unici limiti che avrò nella vita sono quelli che creerò nella mia mente. L’impegno che i bambini mettono per il loro interesse a essere indipendenti e inclusi in condizioni di parità nella società è evidente. Sono commosso nel vedere l’impatto che questo prodotto ha sullo sviluppo sui diversi aspetti della crescita dei bambini non vedenti e ipovedenti.”

Coperchio della scatola LEGO Braille, con su scritto Braille Bricks in caratteri latini e Braille. Alcuni mattoncini colorati con sia scrittura Braille e latina.

Anche Philippe Chazal, Tesoriere dell’Unione Europea dei Ciechi, ha parlato dell’importanza di questo progetto: “Con migliaia di audiolibri e programmi per computer ora disponibili, meno bambini imparano a leggere il Braille. Questo è un problema, poiché sappiamo che gli utenti del Braille sono spesso più indipendenti, hanno un livello di istruzione superiore e migliori opportunità di lavoro. Siamo fermamente convinti che LEGO Braille Bricks possa contribuire ad aumentare il livello di interesse per l’apprendimento del Braille, quindi siamo entusiasti che la Fondazione LEGO stia rendendo possibile ciò e che lo porterà ai bambini di tutto il mondo.”

LEGO Braille: un ausilio sia per i bambini che per genitori ed educatori.

Le confezioni di mattoncini LEGO Braille sono progettate in modo da consentire a genitori, familiari, insegnanti e personale medico o di assistenza di aiutare i bambini. Quindi ogni mattoncino ha una lettera o un numero segnata con i tipici rilievi tondi di ogni normale mattoncino lego, e al tempo stesso quella lettera o quel numero sono anche stampati sul lato per facilitare appunto il lavoro di chi segue i bimbi che vi giocheranno.

Bambino non vedente tocca i mattoncini LEGO Braille.

Attualmente le prime confezioni stanno venendo testate in istituti dedicati ai bambini ciechi nelle lingue danese, norvegese, inglese e portoghese, mentre il tedesco, lo spagnolo e il francese saranno testati nel terzo trimestre del 2019. Il grande lancio sul mercato dei kit definitivi è previsto per il 2020 e comincerà con una massiccia distribuzione dei set LEGO Braille gratuita per le famiglie dei bambini non vedenti e per istituzioni di ogni tipo che si occupano di loro. Ogni confezione comprenderà 250 pezzi con le lettere dell´alfabeto, i numeri, segni di punteggiatura, simboli matematici e altri simboli necessari a leggere e scrivere.

“I bambini non vedenti o sofferenti di danni o difetti alla vista hanno la stessa voglia di apprendere, giocare e sviluppare fantasia e creatività dei loro coetanei privi di problemi visivi, e questo ci ha convinti a lanciare il prodotto, perché da sempre siamo convinti che imparare giocando sia il miglior modo di apprendere”, ha spiegato John Goodwin, ceo della LEGO foundation. “Speriamo che il prodotto entusiasmi i bimbi non vedenti e chi si prende cura di loro, come metodo creativo e moderno adatto al mondo postindustriale per apprendere l´alfabeto e i segni Braille e integrarsi nella vita attiva giocando”.

Articolo a cura di Luisa Cresti   

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Ieri sono passato dopo quasi due mesi al Biffi di Corso Magenta a Milano e ho notato che NULLA E’ CAMBIATO: il ragazzo dei caffè è sempre al suo posto, con i capelli rasati e un modo di fare altamente scostante. Mi è tornata in mente la scena che abbiamo vissuto quasi due mesi fa con Mambi e Issa, due ragazzi del Mali che lavorano a La Casa Del Riuso.

Due mesi fa: 

Stamattina mi sono recato con due collaboratori alla pasticceria Biffi di corso Magenta, per prendere un caffè prima di iniziare un lavoro. Dopo aver pagato alla cassa, ci siamo avvicinati al banco per prendere le ordinazioni: tre caffè. Immediatamente i miei collaboratori sono stati apostrofati dal ragazzo incaricato di preparare i caffè: “Voi due fuori!”.

Preciso che sono presidente di un’associazione che si fa carico di inserimenti sociali e lavorativi di persone in difficoltà e che le persone apostrofate in modo molto brusco e assolutamente sconveniente e villano, sono due ragazzi che si sono inseriti nella comunità italiana, provenienti dal Mali. Ovviamente con il colore della pelle molto scuro e in abiti da lavoro. Forse se fossero entrati con un completo grigio e una valigetta 24 ore sarebbero stati accolti con benevolenza.

La mia risposta è stata immediata, precisando, E MI RENDO CONTO DI AVERE SBAGLIATO, “Guardi che sono con me!”. Avrei dovuto dire: “Guardi che sono due clienti che aspettano l’ordinazione!”.

Il ragazzotto, con taglio di capelli simile ad uno skinhead, con scriminatura sottolineata sulla sinistra, si è girato verso la macchina del caffè, ha subìto le mie proteste e, purtroppo, gli improperi che mi sono usciti automaticamente dalla bocca, e ha SERVITO TUTTI GLI AVVENTORI PRIMA DI SERVIRE I DUE RAGAZZI MALIANI, lasciandomi per ultimo. Il ragazzotto ha poi peggiorato in modo incredibile la situazione, esprimendosi in questo modo rivolto solo a me: “Le chiedo scusa”.

A quel punto non ci ho visto più e sono sbottato in una serie di esclamazioni molto pittoresche, che per succo hanno avuto: “NON DEVI CHIEDERE SCUSA A ME, MA DOVRESTI USCIRE DAL BANCO E CHIEDERE UMILMENTE PERDONO A LORO!”. Ho notato molti degli avventori che erano assolutamente in accordo con le mie rimostranze e in disaccordo completo con il ragazzo dei caffè, mentre la cassiera e il personale restante non ha battuto ciglio.

Mi chiedo però per quanto tempo dovremo sopportare delle angherie simili e, ricordiamoci, che in questo modo è iniziata anche la violenza contro etnie differenti e reputate MENO degne di calpestare il suolo dei bianchi. Tra quanti giorni autobus cinema e teatri con sedili discriminati per i negri, dato che già esistono bar in cui NON SONO ACCETTATE PERSONE con colore della pelle diverso dal nostro? “

Articolo a cura di Massimo Ferrario

Fondatore de La Casa del Riuso

La Casa del Riuso è un’associazione senza scopo di lucro nata a Rozzano nel 2013.
La nostra mission è creare valore condiviso dando nuova vita alle cose, sostenendo il lavoro e la dignità delle persone.

Crediamo che ogni persona meriti una seconda opportunità: per questo siamo impegnati nel reinserimento lavorativo, dando la possibilità a chi collabora con noi di imparare un mestiere e di essere di nuovo competitivo sul mercato del lavoro.

Crediamo che anche gli oggetti meritino una seconda vita: per questo recuperiamo e ricicliamomateriali di scarto, mobili e complementi di arredo, li rinnoviamo e li rimettiamo sul mercato a prezzi ribassati. Diamo loro una nuova forma, aiutiamo l’ambiente e permettiamo a chi è in difficoltà di arredare casa.

La visione degli oggetti in vendita è possibile tutti i pomeriggi dalle 14,30 alle 18,00 ed il sabato dalle 10,00 alle 12,00 e dalle 15,00 alle 18,00, presso il capannone in Via Ariosto 20 a Rozzano.

Per appuntamenti si può contattare il numero 328 6080032 oppure mandare una mail all’indirizzo: info@lacasadelriuso.com

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Vi proponiamo una bella iniziativa, organizzata da Casa di Betania, associazione di cui siamo partner. Un’occasione da non perdere per passare un venerdì sera diverso, con buon riso, buon vino e soprattutto buonissima compagnia!

BODA BODA

Boda Boda è un mezzo di trasporto, una moto che trasporta le persone e il suo nome è l’abbreviazione di “from border to border”.

 Come tutte le cose che facciamo anche questa sottolinea l’importanza del viaggio, dell’incontro… della mescolanza

Siamo un gruppo di amici e di associazioni che pensa che condividere sia meglio che fare da soli.

Condividere anche i problemi può alleggerirli e farci sentire meno soli, condividere le gioie può arricchire le persone.

Abbiamo aperto le porte, allungato i nostri tavoli e aggiunto dei posti. Vieni a condividere con noi…

anche un buon piatto di risotto e un bicchiere di vino!

Siete tutti invitati venerdì 17 maggio dalle ore 20:00 presso la sede di Casa di Betania, in via Carducci 4 a Rozzano, per una risottata con degustazione di vini dell’oltre Po pavese.

Vi aspettiamo numerosi!

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Non frequento molto i bar, ma qualche volta mi capita di andare a prendere un caffè. Oppure, semplicemente, mi trovo in fila al supermercato o in posta. Per non continuare a giocare con il cellulare, aggeggio che sta diventando deleterio, mi soffermo sulle parole dei miei compagni di attesa. E se la maggior parte dei discorsi sono incentrati sul quotidiano di ogni persona, a volte mi capita di incappare in sguardi e parole sommesse.

Ultimamente i temi ricorrenti sono l’ecologia o un tema molto ragionato nel nostro paese, l’immigrazione. Un tema in questo momento molto discusso e chiacchierato ma, purtroppo, poco conosciuto.

Quello che si sta alimentando è un sentimento di difesa e paura; chi di noi in una situazione di disagio non ha cercato di difendersi o difendere i propri cari? Chi, non conoscendo un dato argomento, si è lasciato andare a dichiarazioni “per sentito dire” o poca conoscenza. Tutti lo abbiamo fatto e continueremo a farlo, in qualche modo. Ma la conoscenza, il sapere e l’istruzione sono l’unica arma per difendere una delle cose più importanti che abbiamo: la libertà.

Quello che facciamo è semplicemente sentire gli esponenti che si spendono in discorsi e voli pindarici per cercare di portare il maggior numero di persone nelle file del proprio gruppo ma spesso e volentieri i metodi utilizzati non sono dei più limpidi e comprensibili. Per ingraziarsi il pensiero delle masse spesso si cerca di fare leva su i punti deboli e le paure delle persone, si parla alla pancia.

Ed è per questo che, in una situazione economica e sociale così precaria come in Italia, si cerca di alimentare una guerra tra poveri sottolineando quanto “gli altri”, quelli venuti da quel continente lontano per cultura ma geograficamente così vicino a noi, siano una minaccia per la nostra vita e per il nostro futuro.

Ci si affida a numeri e cronaca sentiti da un telegiornale o riferiti banalmente da un nostro conoscente per valutare un problema mondiale così importante e delicato e, diciamocelo, i nostri antenati non sono stati così lontani dalla miccia che ha fatto scatenare questo esodo.

La geopolitica è una materia difficile e complessa e sinceramente a volte anche un po’ noiosa ma è utile per capire da dove nasce il problema e quanti anni fa è stato seminato il suo germe. Non si parla di questioni recenti ma di fatti successi decine e decine di anni fa.

I grandi flussi di persone, le masse, si spostano per cercare condizioni migliori, una dicitura che assume diverse sfumature, dalla più banale alla più pericolosa. Non sono solo le persone che scappano dalle guerre a dover effettuare uno spostamento ma anche quelle persone per cui i basilari diritti umani non vengono garantiti. I diritti dell’uomo sono inalienabili e ogni stato deve rispettarli, tutelarli e applicarli.Dovrebbe!!!

I diritti dell’uomo si distinguono in 3 categorie: civili e politici (diritto alla vita, il diritto di riunione e il diritto alla libertà di religione); i diritti economici, sociali e culturali,
(per esempio il diritto al lavoro, all’istruzione e alla sicurezza sociale); diritti della terza generazione (per esempio il diritto allo sviluppo e a un ambiente sano e pulito).

Per me, solo l’elencare queste tre banali frasi, spiega già molto di più di quello che può fare un saggio sull’argomento.

Quelli che per molti sono numeri a volte numeri legati a statistiche territoriali, altre volte legati a un naufragio, in realtà sono persone, madri, figli, mariti o nipoti. Persone che non potranno mai dire al telefono: “mamma ce l’ho fatta, il mare non mi ha inghiottito”.

E’ necessario cercare di comprendere e conoscere la storia che sta dietro a un nome; a volte quel nome nasconde delle sfumature inaspettate, delle bellezze inespresse e delle differenze. Ma chi dice che le differenze siano necessariamente negative? E perché invece non potremmo pensare che una differenza ci possa arricchire, ci possa fare pensare e ragionare o perché no, addirittura migliorare? O forse potrebbe semplicemente farci pensare: quella persona mi somiglia molto più di quanto pensassi.

Articolo a cura di Sara Maida, responsabile del Centro di Accoglienza Casa di Betania ONLUS

Casa di Betania è un centro di accoglienza per rifugiati politici, richiedenti asilo, titolari di protezione sussidiaria e ricorrenti.

Casa di Betania è ONLUS – Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale – ai sensi del D.Lgs. 460/97, iscritta all’albo regionale del volontariato.

Costituita nel 1987 l’Associazione Amici di Casa di Betania si è dedicata da subito ed esclusivamente al centro di accoglienza.

Nato come centro di prima accoglienza per immigrati si è trasformato nel corso degli anni diventando un centro di seconda accoglienza per rifugiati, titolari di protezione sussidiaria, richiedenti e ricorrenti.

Il loro obiettivo è quello di offrire ai loro ospiti un’autentica opportunità di inclusione sociale.

http://www.casadibetania.org

via Carducci 4 – 20089 Ponte Sesto di Rozzano (MI)

Tel. 02-30910226

Codice Fiscale e Partita IVA 97060330152

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Oggi vogliamo presentarvi una innovativa APP dalla penisola iberica: Lazzus.com, creata da ciechi per ciechi.

Cosa è Lazzus?

Si tratta di un assistente personale che accompagna i portartori di cecità e gli ipovedenti negli spostamenti creando un campo visivo tramite suoni. L’app indica ostacoli o punti di interesse utili mentre ci si muove in autonomia come ad esempio strisce pedonali, incroci stradali, scale ed edifici di interesse. Il tutto viene svolto tenendo conto sempre della massima sicurezza dell’individuo.

Quali sono le caratteristiche uniche di Lazzus?

L’app utilizza due fonti di dati estremamente dettagliate: Google places, piattaforma con gli aggiornamenti più rapidi presente sul mercato, e Open Street Map, il che significa ottenere la massima precisione metrica e di aggiornamento dei cosiddetti “punti di interesse”. Il raggio di azione è di 100 m in continuo aggiornamento in modo tale da rendere sempre più “visibile” e reale all’utente l’esperienza di supporto creata.
La terza caratteristiche che rende unica l’esperienza Lazzus è il particolare di essere stata ideata, costruita e messa a punto da persone affette da cecità con l’aiuto di un team di esperti del settore high-tech.

Per scoprirne di più guarda il video di presentazione sul sito dell’app:

http://lazzus.com

Articolo a cura di Lucio Fontana

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