Dal 9 al 18 marzo anche i disabili scendono in pista!

Questo inverno la Corea del Sud ci invita a PyeongChang, città nella quale si svolgeranno le Paralimpiadi Invernali 2018.

Saranno dieci giorni di competizioni entusiasmanti, coinvolgenti ed avvincenti tra campioni provenienti da tutto il globo che si sfideranno per vincere le tanto sognate medaglie olimpioniche.

I nostri eroi nazionali si sfideranno in 6 discipline: Biathlon, Curling in carrozzina, Hockey su slittino, Sci alpino, Sci di fondo e Snowboard.

Sfortunatamente non è un evento molto seguito, però con gli anni, il pubblico ne è sempre più a conoscenza, grazie alle reti che lo trasmettono. Quest’anno sarà possibile seguirle alcune ore in chiaro sui canali Rai, in diretta tv su Eurosport e nello streaming sul sito della Rai e su Eurosport Player.

Il Bel paese, nella storica manifestazione sportiva, ha avuto l’onore di schierare “Tom & Jerry”;  Tommaso Balasso detto Tom, sciatore alpino italiano, dal 2003 al 2010 atleta guida di Gianmaria Dal Maistro, sciatore ipovedente con il quale ha vinto diverse medaglie paralimpiche.

Balasso, attualmente da parte del gruppo sportivo militare “ G.S. Fiamme Azzurre”della Polizia Penitenziaria; Inoltre può vantare diversi meriti: 5 medaglie paralimpioniche, 5 medaglie mondiali, una Coppa Vincitore della del mondo di supergigante paralimpico, una Coppa del mondo di slalom gigante paralimpico, ed una Coppa del mondo di supercombinata paralimpica, che lo hanno portato al conferimento della Goccia d’oro del CIP e della cittadinanza onoraria della città di Torino.

L’Italia può vantare di tanti altri campioni “Super-Abili”. In questa edizione ci saranno 26 atleti ed il portabandiera sarà Florian Planker, hockeista su slittino ed ex sciatore alpino paralimpico italiano, alla sua sesta partecipazione alla rassegna a cinque cerchi.

Quindi per combattere l’atmosfera di tensione e discordia a cause delle elezioni del 4 marzo, uniamoci per tifare i nostri cari azzurri!

Articolo a cura di Lavinia Fontana

Sono oltre cento anni che il genere umano vola e c’è ancora chi ha paura di volare?
Certamente, le persone disabili e ne hanno tutte le ragioni.

Infatti per loro salire su di un aereo è un incubo sin dal momento del chek-in. Provate ad avere una carrozzina elettrica e vedrete quanta documentazione dovrete portare a persone che non sanno nulla di carrozzine e che cercano di controllare cose che non capiscono.
Poi bisogna aspettare in una sala che si chiama “amica” – quando c’è – ma che di amico non ha
niente e siete fortunati se avete ancora la vostra carrozzina su cui sedere perchè quelle messe
a disposizione dall’aeroporto sono enormi e scomodissime e se invece vi sedete su di una
sedia, quella è anche peggio.
Una volta essere disabili aveva almeno il vantaggio di salire per primi sull’aereo, quando non
c’era ancora nessuno e di fare le cose con calma; adesso invece siamo gli ultimi e spesso
veniamo guardati male da quelli già seduti che si devono alzare o perché ci viene attribuito il
ritardo dell’aereo.
Per non parlare del percorso che bisogna fare per raggiungere il proprio posto, almeno in terza fila, con il bracciolo che non si alza – o che il personale non sa come sbloccare – su di una
minuscola carrozzina che potrebbe portare soltanto bambini fino a 10 anni, dove le gambe e i
piedi ti cadono da tutte le parti… Perché gli ingegneri che progettano gli aerei con la più
moderna tecnologia non sono capaci di progettare un sedile adatto ai disabili che magari si
estrae e viene incontro alla persona???


All’arrivo è la stessa cosa con la differenza che essendo gli ultimi, se abbiamo una coincidenza
in meno di un’ora e mezza, con tutte le procedure che dobbiamo fare per salire e scendere… il più delle volte perdiamo l’aereo.
E poi, quando finalmente arriviamo… ci vogliono giorni per risistemare le carrozzine per come ce le hanno conciate nella stiva dell’aereo.
In queste condizioni chi non avrebbe paura di volare?

Articolo a cura di Claudio Fontana

L’associazione Inclusive Mindset, affiancata dalla Fondazione Adecco per le Pari Opportunità e dal Comune di Milano, propone un’interessante occasione di incontro, formazione e dialogo per l’inserimento del mondo del lavoro di persone appartenenti a categorie svantaggiate: Inclusive Job Day.

L’Inclusive Job Day è l’evento studiato per creare le condizioni favorevoli all’incontro tra i candidati e le aziende che hanno una mentalità inclusiva nei confronti dei talenti, a prescindere da stigma e pregiudizio.

L’Inclusive Job Day è l’evento che concretizza l’incontro e che lo prepara fornendo a candidati ed aziende supporto e strumenti per cogliere e valorizzare competenze e opportunità, nell’ambito di colloqui di lavoro e momenti in cui il candidadato consegna il proprio cv e presenta la propria candidatura.

E’ studiato specificatamente per favorire il dialogo tra le persone che appartengono a categorie svantaggiate nell’inserimento nel mercato del lavoro, desiderose di misurarsi sulla base di competenze e attitudini per coronare i propri percorsi di studio e di carriera.

Il primo appuntamento è programmato a Milano il 19 marzo 2018, nella splendida cornice dell’Acquario Civico, dalle 10 alle 15.

All’Inclusive Job Day sarà possibile:

  • incontrare i reclutatori e i responsabili delle risorse umane delle aziende che aderiscono all’Inclusive Job Day
  • portare il proprio cv
  • dialogare su opportunità di lavoro e sulle competenze necessarie
  • presentare la propria candidatura
  • sostenere colloqui con le persone delle aziende
  • partecipare a sessioni di orientamento

Per partecipare è necessario registrarsi su “INCLUSIVE JOB DAY”, accedendo alla piattaforma di Inclusive Mindset. Trovate tutte le informazioni sul sito dedicato all’evento, cliccando qui.

Questo è uno slogan, ormai molto conosciuto tra i cittadini italiani, ma ancora sottovalutato:

“Vuoi il mio posto? prenditi anche la mia disabilità!”

Troviamo questa frase sotto la maggior parte dei cartelli che segnalano un parcheggio riservato ai disabili.

Tutto è iniziato il 29 maggio del 2014, quando un gruppo di disabili decide di manifestare bloccando tutti i parcheggi nella zona del Duomo a Milano; lo scopo di tale blocco è stato quello di far capire il disagio che prova un disabile, ogni volta che deve trovare un parcheggio, che però è quasi sempre occupato da chi non dovrebbe.

Benedetto Belvini, referente dell’associazione Simba, e promotore dell’evento ha dichiarato che questa iniziativa fosse necessaria per far capire a tutti che il parcheggio per i disabili non è un lusso ma una necessità: ”Molto spesso per noi un parcheggio non vale quanto un altro”.

Ultimamente, anche Striscia la Notizia si sta occupando di questo problema, come sempre in modo ironico, grazie alla simpatia di Brumotti e le “cacche” che attacca sulle macchine di chi occupa illegittimamente un posto che non gli spetta. Tramite questi servizi, la gente si sta sensibilizzando sempre di più al problema, però ammettiamolo, è triste dover sempre arrivare a soluzioni drastiche come queste, smettere di far qualcosa di sbagliato per la paura di venir ripresi dalle telecamere e non per il senso civico che dovrebbe guidare le azioni di ogni essere umano.

I parcheggi per i disabili sono molto importanti per chi ne ha bisogno perché la loro posizione e la loro dimensione è studiata per cercare di rendere più praticabili gli spostamenti quotidiani di un diversamente abile e quindi cercare di agevolare il più possibile la normalità che dovrebbe caratterizzare la vita di un invalido.

Quindi, ogni volta che per pigrizia deciderai di occupare un parcheggio che non ti spetta o vedi farlo, mettiti nei loro panni, cerca di pensare come sarebbe la tua vita su due ruote o con qualche parte del tuo corpo non funzionante, immagina quante cose saresti limitato a fare e fatti due passi in più che non ti fa male!

  • Articolo a cura di Lavinia Fontana

Sembra una frase ad effetto ma è proprio vero, in un periodo di crisi come è questo, dove tutti si dovrebbero prodigare per mettere freno agli sprechi, per aiutare le aziende che sono in difficoltà, sembra invece che “fattori esterni” agli elementi propriamente produttivi si accaniscano per mettere ancora di più in crisi chi è impegnato tutti i giorni a sbarcare il lunario per se e per gli altri lavoratori dell’azienda.

Due esempi su tutti, non perchè siano i soli, ma semplcemente perchè sono gli ultimi ad esserci capitati:

Dal mese di ottobre il comune di Milano ha omesso di registrare l’autorizzazione di un nostro mezzo per la ztl, le corsie preferenziali e tutti le altre aree a circolazione limitata.

Risultato è stato che dal mese di dicembre abbiamo ricevuto 526 multe che, anche se non dovute hanno visto la nostra azienda impegnata con diverse persone e per diverse giornate nelle procedure di controllo, di comunicazione, di autotutela per la cancellazione; volendo quantificare i nostri costi un importo compreso tra i 2000 e  3000 euro che per noi non sono pochi, che non ci aspettavamo di dover sostenre e che soprattutto, nonostante lo sbaglio non sia nostro, nessuno ci restituirà. Per non parlare del Comune di Milano che grazie a questo errore, solo di spese di notifica ha speso oltre 8000 euro che nessuno gli ridarà.

A gennaio invece, ripreso il tran tran dopo le festività natalizie, pensavamo di essere un po’ più tranquilli e invece no, un nuovo decreto legge impone alle Cooperatve che hanno l’Amministratore Unico di eleggere un Consiglio di Amministrazione e quindi: Assemblea straordinaria, elezione, verbali, comunicazioni, registrazioni… ma ne avevamo davvero bisogno?

Due piccoli fatti che però, per una piccola cooperativa come la nostra, dove le differenze di poche migliaia di euro possono cambiare i risultati di un bilancio e il destino dell’azienda stessa, ci potevano essere risparmiati: il primo un errore che ci è costato caro e che nessuno ci ripaga, il secondo una complicazione della burocrazia che oltre che complicare le procedure laddove erano semplificate, ha aggiunto un altro costo a chi è già oberato di spese.

Che qualcuno ci aiuti…

Articolo a cura di Claudio Fontana