In Italia, circa 1 milione e 700.000 donne con disabilità sono vittime di discriminazioni multiple: in quanto donne, mancano delle pari opportunità prevalenti nella società, e in quanto persone con disabilità, sono ristrette e limitate nella loro partecipazione alla vita sociale.
Di fronte a tutto ciò, è chiaro che il mancato rispetto dei diritti delle donne rimane una realtà, che per le donne con disabilità significa disoccupazione, bassi salari, aborti forzati, contraccezione forzata, sterilizzazione forzata, sfruttamento sessuale, violenza fisica, psicologica ed economica, e mancanza di rappresentanza civica e politica.
Nel 1997, EDF (Forum Europeo sulla Disabilità) ha adottato la prima Dichiarazione sulle donne con disabilità, che ha il merito di richiamare un’attenzione particolare sulla discriminazione multipla che colpisce le donne con disabilità perché sono sia donne che disabili. La stesura del primo documento ha portato anche alla costituzione del Comitato delle donne di EDF, che ha lo scopo di formulare politiche volte a promuovere i diritti delle donne e delle ragazze con disabilità.
In occasione dell’ 8 marzo, Uildm ha deciso di rilanciare il secondo manifesto sui diritti delle donne e delle ragazze con disabilità nell’Unione Europea.
Ratificato ufficialmente nel settembre 2017 da Uildm nella sua traduzione italiana a cura del centro “Informare un’h”, il documento è diviso in 18 aree tematiche che contengono indicazioni sulle modalità operative più utili a promuovere una cultura a favore dell’inclusione e della parità di genere delle donne disabili: si passa dall’uguaglianza e non discriminazione, all’accessibilità; dal pari riconoscimento davanti alla legge e accesso effettivo alla giustizia, alla violenza contro le donne; dall’istruzione, alla salute; dal lavoro ed occupazione, all’accesso alla cultura allo sport e al tempo libero.
Cristian Belluzzo