Arriva con il caldo anche la stangata dei rincari sul prezzo di lettini e ombrelloni sulle spiagge italiane. Quest’anno andare al mare costa di più, ed è una delle tante conseguenze provocate dalla crisi in atto.

Gli stabilimenti balneari, modificano i loro prezzi nei mesi di luglio e di agosto, apportando notevoli aumenti sia per il costo giornaliero e l’abbonamento settimanale.

Prezzi da record per un ombrellone in un lido quest’anno. In alcuni casi un appartamento al mare costa meno di una giornata in uno stabilimento balneare. Come l’esempio di Gallipoli, dove è molto più conveniente affittare un bilocale (363 euro al mese il canone medio) rispetto all’affitto mensile di un lettino in spiaggia, sui 700 euro. Anche in Liguria i prezzi sono diventati eccessivi, come ad Alassio sulla riviera di ponente dove il prezzo per un ombrellone arriva ai 1.300 euro al mese, mentre per affittare un piccolo appartamento si spende circa 740 euro.  I rincari saranno del 32% rispetto al 2021. Le famiglie italiane spenderanno quest’anno, per una giornata al mare, una media di 144 euro contro i 109 euro di un anno fa.

Per avere un’idea di quanto e dove soprattutto aumentano quest’anno i costi per lettini e ombrelloni in spiaggia, basti pensare che se in Liguria serviranno 20-40 euro per un ingresso quotidiano in uno stabilimento balneare con lettini e ombrelloni, con rincari fino al 5%, così come a Rimini, Riccione, Cesenatico e, in generale, su tutta la riviera romagnola, per avere lettini e ombrelloni in spiaggia a Capri si sale fino a 50-60 euro, e a 70 euro anche in Puglia e Sicilia, per arrivare ai 100 euro di Toscana e Sardegna, con punte di 150 euro in particolare in Costa Smeralda.

A fare leva su questi rincari sono sicuramente l’inflazione, ma anche l’aumento dei prezzi del carburante e del gas.

Sapore di mare, sapore di estate salata

Concrete Onlus

Rinascita e rinnovo nel territorio di Rozzano, nel 2022 sono iniziati i preparativi per un nuovo progetto incentrato sul sociale, l’aiuto e la solidarietà. Da diverso tempo si pensava a questa idea di unire le forze, per creare una realtà solida e capace di venire incontro alle esigenze dei cittadini. L’impegno e la dedizione di tutti i soci e collaboratori hanno portato alla nascita di questo progetto.

Una nuova impresa sociale chiamata La Mescolanza.

L’impresa sociale nasce ad aprile del 2022 quale esito di un processo complesso e articolato di collaborazione di 4 storiche realtà del terzo settore di Rozzano (Mi), avviato nel 2018 e sostenuto da CSV-città metropolitana di Milano: Balzo onlus, Arci Curiel Aps, Ageha Ass. di comunità, Concrete Onlus.

Finalità  dell’impresa è l’inserimento socio-lavorativo e il sostegno all’abitare di persone fragili e vulnerabili.

https://www.lamescolanza.org/

I principali obbiettivi dell’impresa sociale elencati punto per punto:

  • inserimento lavorativo di persone che si trovano in situazione di fragilità e in particolare persone con disabilità e migranti;
  • percorsi educativi e formativi volti all’inserimento sociale;
  • progetti finalizzati all’educazione ambientale e alimentare, alla salvaguardia della biodiversità nonché alla diffusione della conoscenza del territorio.

Non resta altro che rimanere sintonizzati per non perdere tutte le novità in arrivo.

Per maggiori informazioni visita il sito: https://www.lamescolanza.org/

Concrete Onlus

Ma con tutti i problemi che abbiamo proprio Taiwan doveva scegliere per fare una gita? Perché la terza carica degli Stati Uniti, per di più Democratica, sceglie proprio un momento come questo, già carico di tensioni, per andare a stuzzicare la più grande potenza economica mondiale? Ma come si fa a compiere un’azione così irresponsabile?

Ebbene si, noi pensiamo che i grandi della terra, sia come Stati che come individui, abbiano qualche cosa in più di noi, gente comune – ordinary people – e invece hanno tutte le pulsioni e le debolezze degli altri con il “piccolo” problema che le loro azioni hanno un impatto enorme, addirittura mondiale.

Ma la cosa ancor più grave è che spesso dietro le loro azioni non ci stanno motivi di politica internazionale, ragioni di equilibrio economico e militare ma soltanto puri, meri e gretti INTERESSI PERSONALI. Volete degli esempi:

La distruzione del regime di Gheddafi, che sicuramente non era un santo ma che comunque aveva dato unità, identità e stabilità al popolo libico, è stata originata dalla “invidia” della Francia nei confronti dell’Italia perché praticamente estromessa dai rapporti con la Libia e da tutti gli interessi economici che ne conseguivano. Ma ancor più dalla necessità personale dell’allora presidente francese Zarkosy di fare qualche cosa che lo aiutasse a farsi rieleggere, facendo appello al sempre utile spirito nazionalista di uno stato in competizione con gli altri.

E per la Brexit pensate che i Britannici volessero veramente uscire dall’Unione Europea? Ma no di certo, la Brexit è stato il prodotto, poi degenerato al punto che non ci si è più ricordati la sua origine, del conflitto interno del partito conservatore, con l’allora primo ministro David Cameron, che invece di cercare un confronto diretto con l’ala più oltranzista e di destra del suo partito – tra cui spiccava il sindaco di Londra Boris Johnson – utilizza il tema della permanenza nell’Unione Europea per il suo braccio di ferro all’interno del partito. Tema sbagliato che ha toccato il nazionalismo latente presente in moltissimi popoli, compreso quello italiano, e che gli si è rivoltato contro come un boomerang, ma soprattutto che ha causato un danno alla Gran Bretagna, prima ancora che alla UE, di cui ancora non si rendono conto ma che nei prossimi anni mostrerà tutta la sua portata.

Per non parlare di questa guerra in Ucraina, sicuramente non esplosa improvvisamente ma lentamente preparata con l’invasione e annessione della Crimea del 2014, che trova terreno fertile nel nazionalismo di entrambi i paesi, sia Russia che Ucraina, nella voglia di identità dell’Ucraina che insieme alla Bielorussia è stato  il paese più “russizzato” della Unione Sovietica, nel bisogno della Russia, orfana dell’impero sovietico, di trovare territori e popolazioni da sottomettere nella sua mai estinta voglia d’impero ma ….. perché proprio adesso? Perché tutte queste pulsioni latenti o espresse parzialmente sono esplose proprio ora? Perché un individuo, il Presidente nominalmente, il dittatore di fatto, ha raggiunto un’età anagrafica e di governo – oltre vent’anni – in cui si sente vacillare, dove non regge più la pressione dell’opposizione, dove anche i suoi sostenitori gli chiedono di mantenere le promesse fatte per vent’anni che, però, non si sono avverate. Il problema è Putin, che ha deciso per ragioni, alla fine di sopravvivenza personale, che milioni di persone dovevano soffrire perché lui deve rimanere sul trono e, siccome siamo in un mondo globale e le azioni hanno un eco mondiale, da una guerra e una sofferenza regionale si è trasformata, con un effetto domino, in un problema mondiale. E come quando si gioca d’azzardo e si punta, difficilmente ad un rilancio ci si tira indietro; e se non si hanno le carte in regola …. Si bleffa!!

Non chiamiamo quindi “statisti” questi uomini che si trovano a governare dei popoli, che dovrebbero essere equilibrati e responsabili ed invece non sono capaci di governare nemmeno loro stessi, le loro pulsioni e il loro ego-ismo.

Claudio Fontana

Concrete Onlus