Cari lettori,

Il periodo estivo volge ormai al termine, buona parte dei vacanzieri ha già fatto ritorno e gli ultimi ancora in vacanza non tarderanno a tornare, pochi invece quelli dell’ultimo minuto che decidono di partire nella fase calante del periodo di vacanze.

Si è trattato di un estate diversa da quelle che negli ultimi anni siamo stati abituati a vivere, prima di ogni altra cosa il virus che ancora affligge il mondo non è stato debellato e questo ha inesorabilmente rimodellato buona parte delle nostre vite, in tanti aspetti, sopratutto il modo di fare le vacanze.

La regola principale, buon senso, viaggiare si, ma rispettando le regole. Questo è stato il monito che ha spinto o avrebbe dovuto spingere molti italiani a partire in maniera saggia.

Anche questa estate, seppure in maniera ridotta, non sono mancati viaggiatori pronti ad intraprendere nuove avventure grazie alla possibilità data da Concrete Onlus di organizzare viaggi su misura ovunque!. Questa estate è stata totalmente all’insegna del bel paese, la nostra cara Italia, terrà ricca di storia, paesaggi magnifici, colori, sapori, un paese incantevole.

Tre viaggi che hanno visto i nostri viaggiatori esplorare il nord, centro e sud italia.

Tanta soddisfazione.

Lo staff Concrete

LA SOCIETA’ DEL BENESSERE

Se provate a mettere il termine “BENESSERE” in un motore di ricerca, la maggior parte dei risultati riguarda il benessere fisico delle persone, i centri benessere, le spa e cose del genere.

In realtà il benessere è una situazione prima di tutto “spirituale” anche se trova una certa parte delle sue motivazioni e radici in una buona condizione fisica e materiale.

Ho conosciuto persone che emanavano benessere in una maniera contagiosa, pur in una situazione di difficoltà fisica e/o materiale – Papa Francesco, Madre Teresa, Nelson Mandela -, ma non ricordo di persone ricche ed atletiche che facessero lo stesso effetto senza avere una condizione di benessere spirituale.

Resta il fatto che una buona condizione economica e di salute sono un buon presupposto per avere una situazione complessiva di benessere che può permettere di fronteggiare malattie e momenti di difficoltà economica e questa possibilità dovrebbe essere garantita a tutti ma non è così.

Purtroppo la concentrazione della ricchezza è ancora molto alta, ma non soltanto nel rapporto tra individui: i 26 uomini più ricchi della terra possiedono le stesso patrimonio che possiede il 50% della popolazione terrestre  – rapporto Oxfam https://www.panorama.it/news/ricchi-poveri-economia-societa-rapporto-oxfam – .

Anche nella distribuzione della ricchezza nei paesi “ ricchi” come l’Italia, secondo l’indice Gini –https://it.wikipedia.org/wiki/Coefficiente_di_Gini – , questa rimane molto concentrata e si va concentrando sempre più negli ultimi anni .

Il fatto è che questa concentrazione di ricchezze non è utile a nessuno, nel senso che quelli che la subiscono stanno male e sempre peggio mentre quelli che la gestiscono non hanno nessun beneficio diretto da questo, non stanno meglio, non godono di un maggior benessere se non quello del “controllo” delle risorse economiche e del controllo sulla vita delle altre persone.

Alcuni “ricchissimi”, i vari Buffet, Zuckerberg e Gates, quando si rendono conto di questo fatto, anche per continuare ad esserlo, destinano buona parte delle loro sostanze verso i più bisognosi attraverso organizzazioni e fondazioni, spesso controllate ancora da loro, ma che almeno rimettono in circolazione quella ricchezza che altrimenti rimarrebbe ferma e inutilizzata.

Altri, e sono quelli che rimangono nell’ombra, decidono che diventare ancora più ricchi li renderà più potenti, permetterà di continuare il controllo sugli altri, sula politica, sulle nazioni e vedono in questo continuo accentramento l’unica maniera di difendere il loro privilegio.

Probabilmente sono entrambe facce di una stessa medaglia, dove la ricchezza esagerata è sempre ingiustizia e prevaricazione e va combattuta dal basso, nella vita di tutti i giorni, con la nostra vita, con la coerenza delle nostre scelte di vita, politiche e sociali, in modo che non possa essere più possibile.

Negli anni ’60 qualcuno diceva “I have a dream” e grazie alla sua tenacia, alla sua determinazione, al suo sacrificio molta strada è stata fatta nel campo dei diritti civili delle persone. Questo “sogno” deve continuare, avere obbiettivi più avanzati, estendersi, ramificarsi per diffondere la giustizia sociale come concetto e come condizione per tutti.

Claudio Fontana – Concrete Onlus